PROPHECY || He deserves better

𝐗𝐋𝐈𝐕

<<Spero tuttavia di vedere anche te, un giorno o l'altro, accasata con un fior di marito>>
<<No, fintanto che Dio non faccia gli uomini di un diverso metallo dalla creta. No, zio, niente marito per Beatrice! I discendenti maschili di Adamo son tutti miei fratelli, e, in coscienza, considero peccato unirmi in matrimonio a miei parenti>>

Quella Beatrice sembra proprio la cocciuta Esme, vogliosa di libertà e di non impegnarsi con nessuno, troppo presa dalle sue magie e dai suoi obiettivi.
A quanto pare, infatti, la giovane si rispecchia in quel personaggio e legge le sue battute con enfasi, facendo ridacchiare Draco che le tiene testa interpretando i personaggi maschili e in particolar modo Benedetto, che gli fa simpatia per il suo carattere dispettoso e la sua vanità.
«Oh, la scena del ballo!» legge Esme, alzandosi e porgendo una mano al ragazzo «Dice che adesso gli attori si alzano e iniziano a ballare.»
«Stai scherzando, vero?» domanda incredulo alzando le sopracciglia.
«Su, alzati! Abbiamo già ballato insieme l'anno scorso» ride di gusto e saltella sul posto come una bambina, tirandolo per una mano e facendolo alzare, nonostante il biondo rotei gli occhi come se fosse esasperato.
«Ma solo perché lo dice il libro!»

<<Non volete dirmi chi siete?>> domanda Beatrice all'uomo mascherato davanti a sé.
<<Non ora>> risponde Benedetto.
<<Sono sicura che a dirvi ch'io sarei una scorbutica è stato il signor Benedetto>>
<<Chi è?>>
<<Son certa che lo conoscete e anche fin troppo bene>>
<<No, credetemi>>
<<Non vi ha mai fatto ridere?>>
<<Può darsi, ma chi è?>>
<<Un buffone deficiente! Il suo talento è dire calunnie inverosimili e solo agli scostumati piace, ma non per lo spirito bensì per le sporchezze che dice. La gente la fa ridere e insieme arrabbiare, e quelli prima ridono e poi lo bastonano. Sono sicura che è in mezzo al vostro naviglio. Peccato che non m'abbia abbordata>>

Esme trattenendo un risolino porta le mani sulle spalle di Draco e lui sui suoi fianchi, iniziando a ballare una sorta di ridicolo valzer estremamente imbarazzante.
«Per la barba di Merlino, Esme, cosa mi tocca fare!» esclama ridendo e facendole poi fare una giravolta in quell'aula priva di musica ma piena di risate.
Lei si stringe ancora di più a lui e il giovane si permette di stringerle ancora più i fianchi, tastandoli con le dita e sgranando la voce quando lei si ferma a pochi millimetri dal suo corpo.
«Sei una brava ballerina anche senza orchestra» commenta ridacchiando e spostandosi di qualche passo, sentendo una strana sensazione in pancia dopo averla stretta in quella maniera e aver recitato quella scena della commedia.

Farfalle nello stomaco.

Troppe forti e strane sensazioni si susseguono nel loro ventre, nel petto, perfino la loro mente sembra esplodere certe volte, e Draco vuole capire cosa diavolo gli stia succedendo.

Quella serata, infatti, decide di parlarne con il suo amico, la persona che più ha vissuto negli ultimi tempi non solo lui stesso ma anche Esme.
«Blaise, posso farti una domanda?» chiede Draco, sdraiato sul letto con le mani dietro la testa.
«Se mi vuoi chiedere qualcosa sulla lezione di oggi di Piton, guarda, non ho capito nulla e sono uno dei suoi studenti migliori.»
«No, idiota. È una cosa... particolare» sospira e si morde l'interno della guancia, riflettendo su come riordinare al meglio le parole.
«Avanti, chiedi.»
«Ti è mai piaciuta una ragazza?»
«Sì, un paio di estati fa, era la figlia di un amico di mamma. Perché ti interessa della mia vita privata?»
«Mi chiedevo, come ci si sente quando ti piace qualcuno? Sai, per pura curiosità.»
«Come ti senti tu dall'anno scorso quando stai con Esme.»
Quella risposta lo spiazza, e si volta immediatamente dall'amico, stranito dalle sue parole: «Dico davvero, Blaise.»
«Anche io» si limita a rispondergli, guardandolo a sua volta e sospirando «Lo vuoi ammettere che ti piace? Sono quasi due anni che va avanti questa storia.»