𝐗𝐋𝐕𝐈𝐈

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Draco è in camera sua disperato.
Sono giorni che riceve lettere dalla sua Esme e sono giorni che non le risponde più nonostante le legga tutte.
Piange con quei pezzi di pergamena in mano e si sente insignificante, un mostro.
Lui ha fatto una cosa orribile anche se è stato costretto a farlo, ma con che coraggio dovrebbe scriverle?
Non può, non può più starle vicino.
Lui l'ha delusa, lui si è comportato come lei non si sarebbe mai aspettata.
Esme si sarebbe sacrificata piuttosto, sarebbe morta, lui come un codardo si è piegato ancora una volta al male, alla sua famiglia, alla paura.
Sbatte con forza i pugni contro la sua scrivania e si stringe i capelli chiari tra le mani.
L'ha persa, lei ancora non lo sa, ma Draco non è più lo stesso.
Si odia, forse sarebbe meglio morire, ma quel ragazzo è una piena e costante contraddizione, dolore e sofferenza perpetui in una vita orribile in cui non ha possibilità di scegliere nulla.

"Caro Draco, so che come una stupida sto continuando a scriverti e forse sarai impegnato e non starai leggendo tutte queste chiacchiere, ma volevo dirti che mi manchi.
Mi manca sentire la tua voce, mi manca sentirti accarezzarmi e stringermi a te.
Spero solo tu stia bene, sappi che ci sono e ci sarò per qualsiasi cosa.

Con affetto, la tua fatina. "

Si firma sempre così, come la sua fatina.
Dannazione se le manca, ma non può dirle nulla e non potrà tornare alla vita di prima.
Lui è un Malfoy, lei una Smith e ora la differenza è palese.
Si sente improvvisamente bussare alla porta: Narcissa.
Entra silenziosamente e si avvicina al figlio, amareggiata, posandogli una mano sulla spalla e notando tutte quelle lettere aperte e sparse sul tavolo dove è riversato. Ha smesso di piangere, non vuole farsi vedere così.
«Cosa c'è, madre?» domanda serio, con la schiena dritta e i pugni stretti.
La donna butta uno sguardo su una di quelle lettere e ne legge una semplice frase: "Oggi ho visto le stelle e ti ho pensato, ho pensato a quanto era bello vederle assieme a te ".
Lei deglutisce piano e posa un bacio sul capo del figlio, notando quanto sia rigido e nervoso.
«Lei chi è, Draco?»
«Nessuno» risponde severo, ricomponendo le lettere ordinatamente e mettendole nella sua preziosa scatola di latta.
«Mi dispiace, magari quando finirà tutto-» viene immediatamente fermata dal ragazzo che la fulmina con uno sguardo, cosa che non era solito fare: «No, madre, no. Perché quando finirà tutto lei mi odierà. Lei non è come noi, lei è diversa».
«Draco, io lo so che sei solo un ragazzo e so quanto tutto questo sia difficile per te» dice la donna aggrottando la fronte amareggiata, sentendo una morsa al petto e desiderando che tutto ciò non fosse capitato proprio a lui.
«Sai cosa dico, madre? Che mi va bene così, questo è un mio dovere e devo rispettarlo visto che Lui ha scelto me.»
Narcissa per quanto sia una donna spregevole ama davvero tantissimo il figlio e sa perfettamente che è stato appositamente incastrato.
Tutto perché Lucius deve pagarla. Tutto perché i Malfoy devono pagarla.
Draco ha sulle sue spalle il peso degli errori paterni e per non morire deve sottostare ad una crudele realtà.

Certo, come dice la madre Draco è solo un ragazzo, ma è un ragazzo senza scelta.

«Draco, quando finirà tutt-» ancora una volta la donna viene interrotta dal figlio, che con il volto pieno di disperazione si alza e punta gli occhi glaciali contro di lei: «Smettila, madre. Quando tutto finirà sarà comunque troppo tardi».
Esce dalla propria camera e necessita solamente di una doccia calda, volendo cercare di far colare via le lacrime e i pensieri sotto l'acqua.
Quando è dentro quel piacevole getto si sfrega con forza il braccio, sperando che quel maledetto marchio si possa lavare via da un momento all'altro.

Il Marchio Nero, lì sulla sua pelle candida.

Le lacrime si mischiano con l'acqua che scende dal rubinetto e singhiozza mordendosi il labbro inferiore, cercando di non osservare quel tatuaggio che lo ha incatenato alla vita che non voleva: quella dei suoi genitori.
Avrebbe ucciso lui e la sua famiglia se non fosse passato dalla parte dei mangiamorte e lui, al posto di morire fieramente, preso dalla paura si è lascito incidere quel simbolo orrendo sull'avambraccio sinistro.
Voldemort è stato chiaro: uccidi Silente, passa dalla parte dell'oscurità e tu e la tua famiglia sarete salvi.
E lui, codardo e costretto dal cognome che porta, quel terribile mese si è fatto imprimere il marchio nero.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora