𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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Anche la seconda prova del Torneo Tremaghi si è svolta con successo e non solo Cedric Diggory ha conquistato il primo posto, ma Harry Potter addirittura il secondo.
Insomma, il suo amico e l'impavido Tassorosso si sono guadagnati i primi due posti e questo l'ha resa molto contenta.
Ma durante quella prova ha percepito qualcosa di strano, di estremamente mistico.
Deve andare da Silente.

«Professore, ho visto qualcosa» dice sospirando confusa e scuotendo la testa cercando di ricordare bene le immagini che ha percepito.
«Mi dica signorina, si può accomodare» la invita ed ecco che si va a sedere, prendendo un grosso respiro e cercando di sistemare i pensieri che le passano per la testa.
«Ho visto un serpente, poi ho visto la morte, la vita, ho sentito un'anima, più anime. Tutto è confuso in questo momento, ma percepisco che si sta avvicinando. Non so come ma non potrei fare nemmeno nulla, non posso» dice lei tremendamente dispiaciuta, non volendo rimanere lì in secondo piano ancora una volta.
«Signorina, deve aspettare» dice Silente sapendo quanto possa essere irruenta a momenti la ragazza.
«Potter sono anni che combatte contro il Signore Oscuro... e non è nemmeno compito suo! Sono stanca di sapere di poter fare qualcosa ma stare ferma, lasciando che lui e i suoi amici, che sono anche i miei amici, affrontino questo da soli» controbatte non potendo più resistere.
«Signorina, se lei non rispetta i tempi giusti combinerà solo danni e io so che lei non vuole. Lei è qui adesso proprio perché ha sentito che è il momento giusto di arrivare e di proteggere. Lei ora è lo scudo, sarà la spada a tempo debito» le spiega facendola annuire.
Harry si è beccato quel casino indirettamente per colpa sua e vorrebbe tanto togliergli quel fardello e prenderlo lei visto che è ciò che le tocca. Visto che Voldemort è una sua responsabilità.
Ma Albus ha ragione, se lei si fosse mossa in anticipo sarebbe stato solamente un danno.

Torna ai suoi studi dopo l'ennesimo discorso con il preside e viene chiamata da Potter, che sorridente le va incontro.
«Stavo andando in biblioteca dagli altri, se devi studiare puoi venire con me» le propone e lei non può non accettare.
Guardarlo e mentire la fa sentire mortalmente in colpa ma se vuole fargli del bene, se vuole proteggerlo, deve anche trattenere quei segreti e continuare a far finta di nulla.
Si dirigono in biblioteca e si mettono tutti loro seduti vicini: Harry, Hermione, Ron, i gemelli Weasley, Neville e Ginny.
Butta uno sguardo altrove e nota Pansy accarezzare la schiena di Draco e tenere il viso poggiato sulla sua spalla mentre lui è intento a studiare e non le dice nulla.
Insopportabile, fastidiosa, impicciona.
Lascia perdere però la ragazza e si dedica ai suoi compiti di Storia della Magia, spostandosi indietro i capelli a caschetto e rimanendo con lo sguardo concentrato sulle sue pergamene e i suoi libri.

«Draco, cosa sarebbe questo Picatrix?» dice la Parkinson rovistando un po' per i suoi libri posati sul tavolo senza che lui se ne sia reso conto, preso dal finire i compiti assegnati.
«Nulla, lascialo Pansy» dice serio ed Esme alza il viso sentendo il titolo di quel libro, ovvero quello che lei gli ha regalato per Natale.
Le vorrebbe strappare i capelli uno ad uno in quel momento.
«Draco, da quando leggi cose così noiose?» domanda lei ridacchiando credendosi una simpaticona «Poi cosa vuol dire ottenere energia dal cosmo?» aggiunge leggendo qualche frase sparsa tra le pagine di quel libro.
«Parkinson, ti ho detto di lasciarlo» dice in maniera severa, fulminandola con lo sguardo.
«Va bene Draco, non ti riscaldare. È solo un vecchio e stupido libro.»
«Non è stupido, Parkinson.»
Quell'arrogante ragazza sbuffa agitandolo un po' e facendo cadere da lì il segnalibro, che per giunta è quello di Esme, per terra.
La Smith spalanca appena gli occhi quando nota quell'oggetto cadere e stringe appena i pugni, per poi sentire Hermione richiamarla a voce bassissima: «Esme, quello l'ho notato tempo fa in uno dei tuoi libri, è per caso il tuo?»
Lei annuisce in maniera glaciale, non per rivolgersi male all'amica ma perché ha ancora gli occhi infuocati puntati su Pansy.
«Cazzo, Parkinson smettila di mettere mani ovunque!» la guarda in maniera truce Draco infastidito dal suo comportamento, strappandole il libro dalle mani e poi quel segnalibro che lei, curiosa, aveva raccolto.
«Non è roba tua, non sono affari che ti riguardano e sei ben pregata di tenere le mani apposto con le mie cose» la rimprovera facendola rimanere muta e scontenta, mentre lui posiziona con cura il libro e l'oggetto al suo interno vicino a sé.
Draco tiene molto a quel pensiero, lo ha ricevuto con affetto dalla sua amica, quindi nessuno deve permettersi di maneggiarlo in quel modo.
Forse il biondo sta rivalutando Pansy e sta iniziando seriamente a pensare che è un tormento.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora