𝐋𝐗𝐗𝐗𝐕

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Il cielo inizia a diventare scuro e a casa Smith non ci sono solamente Jasper e Mary ma anche il trio Grifondoro, la famiglia Weasley, Remus e la Tonks.
Sono venuti a conoscenza tramite Esme del piano dei Mangiamorte, e intendono rimanere lì ad aspettarla e darle una mano in caso di bisogno.
Certo, lei sa benissimo di non aver bisogno di nessuno dato che Draco le ha detto quando e dove andare, ma le fa piacere che vogliano essere partecipi in quella situazione tragica.
Ultimamente i tre non fanno altro che vagare nei pressi dei luoghi frequentati dal Signore Oscuro, scappare di qua e di là per intrattenerlo e giocare con lui come se fosse un burattino.
Purtroppo la ricerca degli horcrux non sta andando come dovrebbe ma a loro interessa soprattutto dare tempo all'amica di attendere la profezia, senza di essa saranno sempre legati a quel mostro senza naso.

Esme si allaccia saldamente gli stivali, si sistema il cappuccio e indossa per bene la maschera da mangiamorte.
«Beh? Come sto?» domanda alle persone presenti in salotto facendo una simpatica giravolta.
«Sei comunque meno inquietante della Umbridge» scuote le spalle Fred, che fa annuire non solo il gemello ma anche il resto dei suoi amici.
Lei sì che era fastidiosa, molto più di Voldemort.
«Allora, Esme, se hai bisogno di noi non devi fare altro che-» inizia a parlare Hermione venendo però interrotta dall'amica che sbuffa e annuisce: «Utilizzo il galeone falso che ho in tasca».
«Bravissima, e-»
«Hermione, l'ho già fatto, stai calma» ridacchia per la premura dell'amica e si abbassa un attimo la maschera per mostrarle un sorriso e un occhiolino.

Prende un grosso respiro e socchiude gli occhi per qualche istante prima di materializzarsi ad Hogwarts, in un corridoio vuoto del terzo piano.
Un silenzio religioso attanaglia quel posto e riesce a percepire solamente il vento che sbatte contro le finestre.
Inizia a scendere le scale e si incammina verso la Sala Grande, dove il suo ragazzo le ha detto che prenderanno in ostaggio i professori.
A passo felpato riesce a raggiungere la grande porta in legno di quella stanza che accoglie sempre molti studenti e l'atmosfera è tetra e fin troppo calma.
Non c'è alcuna guardia a sorvegliare la Sala, immagina che siano tutte all'ingresso principale eppure qualcosa le puzza.

Posa una mano sul legno davanti a sé e cerca di percepire qualcosa, addentrandosi nei meandri delle sue visioni e notando come non ci saranno solamente mangiamorte ma anche dissennatori.
Tiene gli occhi chiusi e proprio adesso cerca di ripensare agli insegnamenti che Silente le ha dato per anni: deve accettare se stessa.
Non può entrare lì e pretendere di usare un semplice Patronus, di disarmare qualcuno come se stesse giocando con l'Esercito di Silente.
Draco l'ha avvisata: stanno tramando qualcosa di pericoloso e non saranno semplici maghi ad affrontarla.

Spalanca improvvisamente la porta e trova proprio le persone che si sarebbe aspettata: Bellatrix che tiene puntata la bacchetta contro la McGranitt, Lucius verso Vitious, Piton ma anche Greyback, Dolohov, Rookwood e Draco che la fissa molto seriamente.
«Eccola!» ride di gusto la donna, passandosi la lingua tra i denti e saltellando sul posto «Sapevo sarebbe venuta!»
«Che c'è, Bellatrix, ti mancavo? Non pensavo ti piacessero le donne» scherza beffarda, avvicinandosi a passo sicuro e rimanendo con il volto puntato verso quella folle che mostra un ghigno infastidito alla sua risposta ironica.
Uno dei mangiamorte cerca subito di colpirla ma Esme, semplicemente alzando una mano, blocca l'incantesimo come se fosse la cosa più facile di questo mondo.
Volta la testa verso di lui e con un gesto rapido delle dita lo schianta immediatamente contro il muro.

«Questi ostaggi sono miei, non vostri» afferma seria rivolgendosi a Bellatrix e Lucius.
«Queste persone appartengono al Signore Oscuro» l'uomo stringe i denti con aria rigida, trattenendo la paura che prova nello stare davanti ad una strega che ha schivato e lanciato incantesimi solo con un gesto delle dita.
«E chi sarebbe questo Signore Oscuro? Solo un mostro senza naso.» ridacchia con sarcasmo e in quel momento la folle di Lestrange, presa dalla rabbia per l'insulto rivolto al suo caro Voldemort, cerca di scagliarle uno Stupeficium che però viene respinto con il palmo della sua mano.
«Lasciateli a me o qui si metterà molto male per voi.»
Nessuno risponde ma fanno tutti un passo indietro.
Draco la guarda con occhi attenti e preoccupati, perché nonostante sappia della sua potenza gli viene spontaneo tenere a lei e temere per la sua incolumità.
Punta furtivamente lo sguardo verso una finestra alla sua sinistra e poi la guarda nuovamente, indicandole quindi da dove faranno il loro ingresso altri nemici.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora