𝐋𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈

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Esme finge di essersi ammalata, di aver avuto un incidente alla gamba che l'ha costretta a rimanere a casa per qualche mese.
Non è contenta di quella scelta, non è contenta di lasciare solo il suo Draco ad Hogwarts, ma ha preferito dargli ascolto e fare come da lui suggerito.

A casa non fa altro che guardare il vuoto fuori dalla finestra, picchiettare le unghie contro il vetro e sospirare mentre pensa a Draco.
Soprattutto quando il cielo si fa scuro e le stelle e la Luna iniziano ad illuminare il paesaggio, ecco che alza gli occhi in alto e le viene in mente il suo amato con il quale era solita osservare le costellazioni.

«Tu sei Eltanin, Esme!» esclamò un giorno Draco verso la sua ragazza con un sorriso stampato in volto.
Lei stranamente non conosceva quella stella e aggrottò la fronte a quel suo commento, chiedendogli a cosa si riferisse.
«È la stella più luminosa della costellazione del Dragone, quella che ha ispirato il mio nome.»
«Mi stai dicendo che sono la tua stella più luminosa?»
«Perspicace come sempre.»
Lui per la prima volta arrossì facendo apparire sul volto di Esme un sorriso pieno di tenerezza, trovandolo ciò che di più bello potesse immaginare.

Lo ricorda eccome quel rossore, così come ricorda ogni particolare delle loro giornate assieme.
La madre infatti si rende conto del suo pessimo umore e le si avvicina mentre è in cucina, il corpo poggiato alla vetrata del balcone ad osservare il cielo.
Si siede davanti a lei e la guarda amorevolmente, passandole come suo solito una tisana a base di malva e valeriana per aiutarla a rilassarsi.
«Pensi a Draco, vero?» le domanda con delicatezza, facendola voltare e annuire brevemente «Ti starà pensando anche lui, ne sono certa.»
Lei sospira e rimane qualche attimo in silenzio prima di rivolgersi alla donna: «Come mai non lo odi più?»
«Non l'ho mai odiato, Esme, ero solo preoccupata di come potesse essere. Avevo paura potesse essere come il padre» confessa con calma e sincerità, trovando costruttivo confrontarsi con la figlia e parlarle «Anzi, adesso lo considero un bravo ragazzo e non vedo l'ora di conoscerlo di persona.»
La figlia sorride a quel pensiero e trova davvero bello il fatto che la sua famiglia lo abbia accettato.
«Poi dopo quello che ha fatto per te, beh... è veramente un ragazzo impeccabile.»
«Lo è, mamma, dico sul serio» afferma con voce innamorata per poi farsi sfuggire una risatina «Io ho sempre ragione!»
«Attenta a come parli, sono tua madre» fa finta di rimproverarla, ma chiaramente accenna un sorriso anche lei.
Nota nei suoi occhi un certo luccichio quando parla del fidanzato, e trova incredibile il fatto che un Malfoy ci tenga così tanto ad una Smith al punto da allearsi con lei e farle da spalla, al punto da ignorare le critiche e l'educazione dei genitori.

«Vuoi parlarmi un po' di lui? Sai, vedo che sei contenta quando lo fai» la madre continua a sorridere e invita la figlia ad aprirsi piuttosto che soffrire in silenzio, dal momento che per mesi non potrà vederlo.
«Oh, beh, da dove posso incominciare? Potrei dire tante cose su di lui.»
«Dal suo aspetto!»
«È davvero bello, mamma. Ha gli occhi che sembrano due pezzi di cielo, ha i capelli morbidissimi ed è davvero alto rispetto a me» strozza una risatina divertita al pensiero della differenza di altezza che vi è tra loro e poi riprende a parlare «Ha un buon profumo e si veste sempre bene.»
«Ah, ma qui abbiamo una piccola Esme innamoratissima!»
La ragazza arrossisce visibilmente a quelle parole e si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, annuendo con un lieve sorriso.
Sì, è innamorata di Draco come poche cose al mondo.

A questo punto, inizia a parlare a perdifiato e mentre descrive il suo Draco sembra così contenta ed euforica, la mette di buon umore.
«Poi abbiamo tante cose in comune, lo sai? Ci piace leggere gli stessi libri, è uno studente davvero eccellente e...oh, lui sa giocare benissimo a Quidditch a differenza mia!»
«Cara, vorrei ricordare che tu a malapena sai tenere la scopa in mano.»
Entrambe ridono ed Esme si toglie la collana in smeraldo, porgendola con delicatezza alla madre per fargliela vedere: «Me l'ha regalata Draco in quinto anno, da quel giorno non l'ho mai tolta».
La madre spalanca appena gli occhi nel vedere quanto sia preziosa e bella, sembra molto costosa: «Ma è vero smeraldo».
«Mi ha detto che l'ha presa pensando a me visto che Esme vuol dire smeraldo.»
Arrossisce di nuovo a quel pensiero e la rimette al collo con premura.
«Tesoro, non hai mai reagito così per nessuno, sembra che tu stia bene solo a pensarlo.»
«È normale, mamma, lui ha sempre fatto belle cose per me.»
«Quindi vuole togliersi il marchio nero?»
«Sì, mi ha detto che non vede l'ora di farlo» annuisce e la madre sorride contenta a quella notizia, apprezzando sempre di più quel ragazzo ogniqualvolta lo senta lontano dal mondo costruito dal padre.

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora