𝐋𝐗𝐕𝐈𝐈

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Esme è sbocciata nel momento in cui si sono confessati il loro reciproco amore.
Dire le cose a cuore aperto è ciò che rende più leggeri.
Si sono rifugiati nella Stanza delle Necessità e davanti al fuoco scoppiettante hanno fatto l'amore per tutta la notte, avvolti da una coperta sgualcita e colmi di intensi sentimenti.
Dopodiché si sono dedicati ore intere a parlare e chiacchierare, come se lì fuori non ci fosse alcun Voldemort, come se lì fuori non ci fosse nulla se non loro stessi.

«Quindi, Esme, dopo la scuola cosa vorresti fare? L'Auror, giusto?» domanda Draco mentre sono ancora nudi e abbracciati davanti al camino.
«Sì, mi piacerebbe molto seguire le orme degli Smith. Tu vuoi rimanere con la tua eredità, giusto?»
«In realtà stavo pensando ad una cosa ultimamente» confessa con un sospiro, passandole le dita tra i capelli e riflettendo un attimo su quell'idea che gli fluttua nella mente da qualche giorno «Sai, volevo parlartene.»
«Dimmi, amore.»
«Prometti di non prendermi per scemo?»
«Sei già un grandissimo idiota, non puoi peggiorare la situazione» ridacchia prendendolo in giro e lasciandolo parlare, curiosa di cosa abbia da dire.
«Beh, tu farai il corso per diventare Auror, giusto? Quindi pensavo che non posso rimanere senza fare nulla mentre tu sei a giocare a fare la moschettiera» anche lui assume un'espressione più giocosa, sistemandosi su un fianco e guardandola mentre è preso ad accarezzarle i capelli e il viso «E penso che, anche se basterebbe la mia eredità per mantenermi, sarebbe noioso non fare nulla.»

Sul volto di Esme si apre un sorriso lucente e sorpreso, vuole assolutamente saperne di più: «Avanti, non tenermi sulle spine, dimmi tutto!»
«Potrei lavorare al Ministero, magari ai piani alti come all'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, sarebbe un lavoro prestigioso e-» non fa in tempo a finire la frase che la ragazza si è buttata sulle sue labbra fiera di lui, prendendogli il viso con le mani e mugolando contenta: «Ah, oggi vuoi farti proprio amare, Draco!»
«Se avessi saputo che ti avrebbe fatto questo effetto ci avrei pensato prima» ammette con una risatina, ricambiando il suo bacio e facendola stendere su di sé.
Adesso è lei ad accarezzargli i capelli, e continua ad osservarlo con quel luccichio negli occhi: «Dimmi di più, voglio sapere i tuoi piani!»
«Immaginami a dirigere l'Ufficio e stare al tuo stesso livello al Ministero.»
«Sarai un grandissimo guastafeste» ride divertita e continua a passare le dita tra le sue morbide ciocche, guardandolo e sentendosi sempre più innamorata «Quindi vuoi lavorare?»
«Sì, non mi va di rimanere solo a Villa Malfoy tutto il tempo.»
«E allora hai deciso di venire a rompermi anche a lavoro?»
«Mi sono abituato ad averti attorno, signorina Smith» ridacchia divertito e le stampa un bacio sulla guancia mentre continua a stringerla.

Ad un tratto però a Draco viene in mente un altro discorso, e decide di farle qualche domanda dal momento che sono in vena di parlare di loro stessi e, oltre al futuro, anche il passato sa essere molto interessante.
«Dimmi un po', principessa degli Incantatori, come ha fatto la tua famiglia a nascondere le sue origini?»
A questa domanda Esme inizia a raccontargli i particolari delle sue origini, che lasciano il giovane biondo incantato.
«Quando Artù morì si dice che Merlino decise di dileguarsi, soprattutto per via di come i babbani avevano iniziato a vedere il mondo magico con riluttanza. Rimase in contatto con uno dei cavalieri fedeli al re e diede a lui Excalibur che era stata protetta dalla magia dei suoi incantesimi. È inutile dirti che questo cavaliere è proprio l'antenato di Allyson.»
«Sir Bedivere, giusto?»
«Esatto! Portò la spada alla Dama del Lago, e solo dopo varie generazioni essa fu recuperata.»
«E perché solo dopo varie generazioni? Perché non l'ha tenuta lui?»
«Merlino era un chiaroveggente, e aveva percepito che un giorno sarebbe nata una persona capace di sconfiggere il male che avrebbe rischiato di mettere in ginocchio il mondo magico e babbano.»
«Sei tu, giusto? Mio Dio, Esme, queste cose nei libri di storia non ci sono!»
«Non devono esserci o non sarebbe più un segreto, no? Hanno fatto credere che Excalibur non ci fosse più, nacquero tantissime leggende in merito, racconti fantastici che hanno permesso di tenere la verità, che veniva tramandata di generazione in generazione.»

PROPHECY || He deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora