Florence Pugh🏳️‍🌈

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Ci tengo a dire che spero di non urtare la sensibilità di nessuno scrivendo del lockdown in questi termini "leggeri" e "positiv". So che è stato un periodo complicato e non voglio in nessun modo togliervi importanza. Quello che ho scritto è solo per fini narrativi. So che è stato, ed è ancora, un periodo difficile per alcuni più di altri. Ci tengo solo a precisarlo e a chiedere scusa se questo può ferirvi. <3

T/n non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, per rispetto verso tutte le persone che non avevano vissuto la reclusione nella sua stessa maniera, ma quando la vita ritornò verso la normalità si trovò a sentire nostalgia del lockdown. Lei e Florence avevano passato quei mesi nella beatitudine della reciproca presenza ed era stato un sogno.
Avevano passato il tempo a leggere, vedere film, filmare i video culinari di Florence, sentire musica ed ogni sera mettevano un album musicale e ballavano. Sceglievano gli album più romantici e lenti che conoscevano così da avere una scusa, non che ne servisse una, per ballare abbracciate e mentre si beavano della presenza l'una dell'altra, t/n capì che mai nessun'altra sensazione che avesse provato nella sua vita, avrebbe potuto raggiungere quello che provava avendo Florence tra le braccia, ne tanto meno quello che provava nei suoi confronti.
Avevano avuto quella quotidianità che entrambe credevano impossibile, cosiderata l'agenda fitta di impegni di Florence, ed entrambe si trovarono a rimpiangere quei momenti in segreto. Si erano sentite come una coppia normale, che faceva cose normali, senza correre contro il tempo e stare ad orari di aerei, giorni sui set e quant'altro.
Quando la vita cominciò a ritornare verso la normalità e le loro agende ritornarono ad essere incompatibili con un po' di tranquillità, il peso dell'assenza incominciò a farsi sentire nella mente di entrambe.
Erano state due settimane senza riuscire a condividere più di un solo pasto veloce al giorno assieme, che una delle due doveva lavorare. Dopo una giornata estenuante di lavoro, t/n stava tornando a casa, più tardi del solito, dopo essere passata a prendere del vino: i suoi programmi prevedevano lo stare sul divano e bere. Fossero state ancora chiuse a casa, avrebbero ordinato cibo messicano, messo una playlist di Bossa Nova e avrebbero bevuto dei cocktail al mango e ballato.
Ma Florence era sul set. T/n non la sentiva dalla mattina, aveva provato a chiamarla durante la giornata ma si erano sentite solo di sfuggita e Florence le aveva detto che probabilmente sarebbe stata impegnata fino a tardi.
Quando aprì la porta di casa, una leggera musica la accolse con un profumo delizioso di Tamales ad aprirle lo stomaco.
"Florence" chiamò, mentre si toglieva la giacca e si diresse in cugina con il vino in mano, "sei qui?".
"Sorpresa!" disse la bionda venendole incontro, con un gran sorriso sulle labbra, che t/n aveva tanta voglia di baciare, "ho ordinato il solito, con i cocktail". La guardò raggiante, mentre t/n osservava il tavolo apparecchiato a lume di candela.
"Tu, mia piccola Flo, sei un angelo!" le disse t/n, stringendola tra le braccia, prima di baciarla.
"Lo so, volevo un po' della nostra normalità: queste settimane sono sembrate mesi e volevo solo te" le disse dolce, porgendole il cocktail. Era tutto quello che entrambe volevano, e di cui avevano bisogno: un cena, un po' di romanticismo e l'una dell'altra.
"Anche io ho pensato fosse passata un'eternità" le confessò t/n, dopo aver gustato un sorso della bevanda al mango.
Si sedettero al tavolo e si gustarono il cibo e la persona di fronte a sè, poi dopo aver finito il cocktail con la testa leggera, si presero per mano e si alzarono.
Avvolsero la braccia l'una intorno al corpo dell'altra, po' accaldate dall'alcol si strinsero, dondolando sui propri piedi seguando il ritmo della chitarra. Si sentivano normali, familiari: la musica, il sapore del mango ancora sulla lingua, le mani dell'altra sul proprio corpo, tutto sapeva di casa.

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