Timothée Chalamet

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"Allora lui disse che avrei potuto cercare di dimenticarlo, ma che io sarei sempre stata legata a lui e che sarei sempre stata sua e che avrei sempre avuto bisogno di lui!" Disse t/n, spiegando al ragazzo davanti a lei cio che era successo un anno addietro.
"E tu che hai fatto?" Domandò Timothée, mentre rifletteva su quanto fosse stato coglione il suo ex ragazzo per aver detto quelle stronzate e per essersela fatta scappare, era seriamente stregato dalla ragazza che aveva davanti: così fiera, bella, intelligente, sarcastica. Sembrava perfetta, e senza contare il fatto che avevano tantissime cose in comune.
"Beh, all'inizio ho riso, il cretino ha riso pure lui, poi gli ho tiranto un pugno e gli ho detto che non avevo decisamente bisogno nè di lui, nè di nessun'altro. Per me l'inizio di una relazione non scaturisce dal bisogno dell'altro, ma dall'amore che non corrisponde al fatto che sono dipendete dalla persona. Certo hai bisogno di averla accanto, ma se non la vedi per due minuti non è che muori di 'astinenza', come, invece, intendeva lui". Finì di raccontare, puntando gli occhi in quelli castani del ragazzo.
Le piaceva tanto Timothée. Non era solo un bellissimo ragazzo, ma era maturo, serio, divertente e decisamente non era uno di quei ragazzi che pensava alle donne come qualcosa di loro proprietà e considerando l'ultimo idiota con cui era stata, era una cosa decisamente importante.
"Gli hai davvero tirato un pugno?!" Chiese scioccato il ragazzo, passandosi una mano tra i riccioli castani. Un sorriso si fece spazio sul suo viso a sentire del pugno che quel cretino aveva ricevuto, e che, decisamente, si era meritato.
"Certo, era doveroso in quel momento, anche se mi sono fatta malissimo. Tornando indietro forse non lo farei solo per la lussazione al polso che mi sono fatta, ma la sua faccia è stata epica. Era scioccato, è stata una bella soddisfazione". Raccontò, con il sorriso sulle labbra, mentre si portava il calice di vino alle labbra, per bere un'altro sorso del liquido rosso scuro.
"Una volta ho tirato un pugno ad un ragazzo, che mi stava infastidendo, ero alle elementari e mi sono rotto il polso!" Confessò Timothée, ricordando a grandi linee il forte dolore provato.
"Sarebbe stato divertente vedere la scena di un piccolo te che tira un pugno ad un bambino". Rise lei.
"Non è molto educativo, ma si, probabilmente sarebbe  stato divertente, visto da fuori, perchè per me è stato orribile".
Decisero di pagare il conto e di fare una passeggiata lungo la Senna.
Ci fu una specie di litigio tra i due per la scelta di chi avrebbe pagato il conto.
"Questo servirà a farti vedere che non tutti i ragazzi sono stupidi come quello, prendilo come un risarcimento da parte della popolazione maschile per l'esperienza con quel energumeno!" Disse Thimothée e t/n lasciò perdere, si fece pagare la cena.
Comiciarono a camminare lungo il fiume, le loro teste erano affollate dai pensieri che avevano come soggetto il proprio accompagnatore. Erano entrambi super entusiasti della cena, se avessero potuto si sarebbero trattenuti anche tutta la motte, fino alle prime luci dell'alba.
Timothée si offrì di accompagnarla fino a casa, così fecero. Continuarono a parlare, conoscersi e scherzare per tutto il tragitto. Arrivati davanti al condominio dove abitava t/n erano entrambi molto restii al salutarsi, avevano amato entrambi la compagnia dell'altro.
Timothée alzò lo sgardo sul viso di lei, la vedeva bellissima, e l'unica cosa che voleva fare, era decisamente assaggiare le sue bellissime labbra rosee. Si sporse un po' incerto verso di lei, sperando a tutto spiano di non ricevere un rifiuto. Gli piaceva tantissimo.
T/n capite le intensioni del ragazzo, era super feice, così si sporse anche lei verso di lui, accorciando piano piano la distanza tra di loro.
Poi ad un certo punto, le loro labbra ebbero un contatto, allora l'avviciarsi, le mani di lei che andarono automaticamente tra i sui capelli riccioluti, le mani di lui che le cinsero la vita come spinti da una forza sconosciuta e le loro lingue che si cercarono furono tutte azioni natuali, spontanee.
Appena si staccarono, i loro sguardi si cercarono di nuovo.
"Sono felice di non aver ricevuto nessun pugno!" Scherzò lui, con ancora il fiatone e gli occhi luccicanti.
"E io sono felice di non aver dovuto darlo, la mia mano e il mio polso sono molto sollevati". Rise lei, con gli occhi brillanti, e con ancora il ricordo di quello che avevano condiviso attimi prima, le sue labbra avevano la sensazione ancora del contatto.
"Allora, domani che hai da fare?" Chiese timidamente il ragazzo.
"Nulla speravo nell'invito di un ragazzo ad un secondo appuntamento". T/n sorrise, i due si misero d'accordo per vedersi l'indomani e si lasciarono un secondo bacio, meno intenso del primo e si salutarono con la promessa di vedersi il giorno seguente.

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