Ross Lynch

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T/n camminava per le strade di Parigi tranquilla, ripensando alla sua presentazione della mattina, mentre osservava la Senna accarezzata dalla luce pomeridiana del Sole. Le bancarelle di vecchi libri e quadri e dischi occupavano una parte del marciapiede grande della sponda che stava percorrendo.
In lontananza la grande torre, simbolo di Parigi, si distingueva alla perfezione facendole ricordare dove si trovava in quel momento. Aveva già scritto a tutte le sue amiche e i suoi familiari per raccontargli della presentazione della collezione di abiti che aveva realizzato e non poteva essere più contenta delle opinioni ricevute, eppure sentiva di non essere felice al suo massimo. Sentiva qualcosa mancarle, come se fosse una cosa naturale, ma non riusciva a comprendere cosa fosse.
Come quando ti sei dimenticata una cosa e sei già nel portone del tuo palazzo, ti blocchi e capisci di aver dimenticato cosa, senza però ricordare l'oggetto.
La sensazione era la medesima che t/n provava in quel esatto momento senza rendersi conto. Continuava a camminare superando le varie bancarelle fino ad arrivare ad una e sentire un brano, che veniva fuori da un vecchio giradischi che stava suonando un vecchio vinile usato.
"Lucky To Be Me" di Bill Evans stava risuonando per l'aria.
Nella mente di t/n venne portato in superficie un ricordo, una delle prime sere tranquille, dopo che lei e Ross si erano messi insieme, lui l'aveva portata in un vecchio piano-bar di Manhattan dove suonavano il Jazz che le piaceva tanto.
Ross le aveva preso la mano e l'aveva portata a ballare sulla pista dove vi erano varie coppie di anziani che ballavano sulle note della canzone di Bill Evans.
Ross aveva preso la mano sinistra di t/n tra la sua destra e la mano sinistra l'aveva poggiata sul fianco destro della ragazza, mentre la mano destra di lei era appoggiata sulla spalla sinistra del ragazzo. Oscillavano dolci sulle dite della canzone, mentre i loro sguardi erano incatenati. Quella sera, mentre ballavano quella canzone, per la prima volta si confessarono il loro amore in modo così semplice e puro.
Risvegliatasi dal ricordo, t/n comprese cosa le mancava: quel bellissimo e dolce ragazzo di cui era innamorata e che aveva lasciato per Parigi e per il suo sogno lavorativo.
Lo amava, ma da sempre sapeva che non avrebbe permesso a nessuno ragazzo di mettersi tra sé ed il proprio sogno di sempre.
Chiese al signore a cui apparteneva la bancarella quanto costasse il vinile.
"Tredici euro, mademoiselle". Le rispose gentile, t/n prese i soldi e li diede al signore che incartò il disco e glielo diede.
Continuò la sua passeggiata per Parigi fino a quando non fece sera, e decise di tornare al complesso dove si stava stabilendo, pronta ad ascoltare il vinile per tutta la sera, con una bottiglia di vino rosso da finire, ripensando come aveva fatto per tutto il pomeriggio, mentre passeggiava.
Passò da una piccola panetteria e salumeria dove prese una baguette e del formaggio da mangiare insieme e poi prese una bottiglia di vino rosso molto costosa. T/n voleva bere ripensando al bellissimo ragazzo che amava e voleva farlo bevendo, ma lo avrebbe fatto bevendo del buon vino, vino all'altezza del ragazzo.
Arrivata davanti all'entrata del complesso dove aveva preso il bel appartamento da cui si vedeva Parigi e la torre Eiffel, vide seduto sugli scalini dell'edificio un ragazzo accovacciato, mentre si fissava le mani.
"Ross". Disse t/n. Non ebbe bisogno di aggiungere altro per attirare l'attenzione del ragazzo. Indossava una giacca di pelle nera e larga, un maglione grigio e dei jeans strappati. Non era cambiato affatto da quando era partita spezzando il proprio cuore e quello del ragazzo di fronte a lei.
Aveva i capelli scuri, tinti di castano. Gli stavano molto bene.
"Ehi". Disse solo il ragazzo, alzandosi in piedi ed osservandola perso. Ross ammirò la figura di t/n che indossava un vestito in maglia nero, degli stivali neri e un cappellino nero, con la sua innata e solita eleganza che la contraddistingueva.
T/n si avvicinò al ragazzo e poggiò sui gradini la busta di carta marrone con il vino, il pane e il formaggio sui gradini e anche il disco incartato.
"So che forse non mi aspettavi però io non-" T/n non lo fece terminare che si tuffò tra le sue braccia, lasciando il bruno un po' confuso, ma dopo un attimo il ragazzo strinse le sue braccia attorno alla schiena della ragazza.
"Mi sei mancato così tanto".
"Anche tu mi sei mancata, moltissimo. E voglio stare qui con te, tanto non mi cambierà niente per quanto riguarda la musica, nulla. Ma voglio stare con te t/n".
Poi la guardò dall'alto e premette le sue labbra su quelle di t/n, che accolse felice il gesto, facendo durare il bacio a lungo.
"Vieni ti faccio vedere il mio appartamento. Prendi questo". Gli disse, porgendogli il disco incartato, mentre lei prendeva la busta con il cibo e le chiavi.
"Posso vedere?" Chiese Ross, e t/n annuí mentre lo faceva entrare nel portone.
Aperto il disco subito anche la mente di Ross portò a galla lo stesso ricordo che aveva ritrovato t/n sulla Senna.
Si avvicinò alla ragazza e le sorrise sincero, prima di abbassarsi al suo orecchio come aveva fatto in quel piano-bar mentre stavano ballando e le sussurrò il suo amore.
"Ti amo t/n".
Lei sorrise e arrossì:
"Ti amo Ross".

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