GLI OCCHI DEL RONIN

Capitolo 3

I due viaggiatori giunsero, finalmente, alla locanda che li avrebbe ospitati. Le loro camere erano semplici e ben disposte come richiedeva la moda occidentale, per via dei tanti stranieri che albergavano nella capitale. Avrebbero potuto alloggiare negli alberghi di lusso messi a disposizione per i ricchi europei, ma Owen preferì dare poco nell'occhio, convinto, oltretutto, che Casey desiderasse temprare il suo passatempo preferito: il tiro con l'arco.

Non era consuetudine per una lady inglese praticare uno sport da lancio in voga, più che altro tra le schiere maschili del regno britannico. Tuttavia, lei ne era rimasta affascinata sin da bambina, scorgendo le cartoline illustrate che Owen le inviava dai suoi viaggi in India, e fu per espressa richiesta del padre che per il suo tredicesimo compleanno lo stesso Owen, di ritorno dall'Oceano Indiano, le portasse in dono un'intera attrezzatura da arciere.

La vide adagiare, a proposito, il lungo involucro a cilindro su un divanetto di giunco intrecciato per poi precipitarsi a scostare le tende bianche di una larga finestra. Il sole filtrò, illuminando i suoi capelli rossi, fino a riverberare sui larghi cuscini dorati ai piedi di un basso tavolinetto di ebano, in tono con le pareti scarlatte. Queste erano rivestite da dipinti su stampa che ritraevano scene di vita quotidiana, paesaggi e bellissime cortigiane delineate in curve semplici e sinuose. Ogni soggetto pareva avere un movimento quasi reale. Casey rimase affascinata da quei colori piatti, privi di sfumature e ombre, dove l'impatto lucido di un colore era puro.

Owen sbirciava la sua curiosità, disfacendo una sacca da viaggio e preparando uno zaino con l'occorrente per un giorno di cammino.

"L'ukiyo-e, è il nome dato alle stampe illustrate" spiegò, distraendola da quel silenzio irreale che la fece trasalire. Lei si voltò a guardarlo per un attimo, mantenendo un'espressione incuriosita, per poi tornare a immergersi in quei disegni.

"Ne conoscete anche il significato?"

L'amico trafficò nello zaino. "Immagine del mondo fluttuante" rispose, attirando di nuovo l'attenzione della ragazza su di sé, ma questa volta, Casey si corrucciò con un cipiglio visibile su una fronte severa.

"Sapevate, mia cara, che anche il giudice Butler e sua moglie si trovano a Edo?"

Casey trasalì, fingendosi stupita, solo per permettergli di tirare lo spago sulle intenzioni che intuiva fare l'amico con quello zaino.

Teneva una costante corrispondenza con lady Emma Butler, donna tutta d'un pezzo, che aveva impresso un'affettuosa presenza nella sua vita da quando era divenuta una piccola orfana di madre. Ricordava sempre come la donna tremasse d'emozione quando da bambina le correva incontro chiamandola 'zia Emma'.

"Sapevo che volevano girare il mondo, ma recarsi qui è stata una sorpresa!"

"C'è da aspettarsi qualsiasi cosa dalla voglia di avventura che nutre quella coppia!"

Casey tornò a guardarlo con curiosa ostinazione. "Andate da qualche parte, sir Jonathan?"

Il gentiluomo le si avvicinò, battendosi dapprima le mani sulle anche e in seguito congiungendole. Doveva moderare le parole per dirle che l'avrebbe lasciata sola per un giorno. "Devo recarmi nelle campagne di Ginza a trovare una persona" la informò con tono conciliato. "Un uomo che ci darà protezione per il tempo che staremo qui."

Lei sbatté le ciglia, ansiosa. "Protezione?"

"Come ho già narrato, si stanno verificando alcuni incidenti. Lo shogunato vuole rafforzare la sua egemonia sul territorio e Helmut approfitterà di questa confusione per valutare le sue alleanze."

L'apprensione iniziale svanì dal volto di Casey, che mostrò risolutezza anche nella voce. "Vi fidate di quest'uomo?"

"Gli affiderei la mia vita!" rispose l'amico con tono pacato, osservandola con occhi seri e opalini. Casey non lo aveva mai visto mostrare una simile serietà per una persona, come in quel momento. Si sentì un po' gelosa e mostrando una nota di disappunto sul viso lo mise alla prova.