Capitolo 26

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Scossa, quasi turbata, per quel corpo maschile, improvvisamente, stretto al suo, Casey sollevò, istintivamente, le mani, adagiandole con timido tocco su quel petto solido. La morbidezza del velluto le riscaldò le dita, percependo nel giovane i battiti del cuore, che le parvero frenetici quanto i suoi.

Le voci delle fanciulle si avvicinavano, sempre più vivaci, fino alle tavolette. "Se rimaniamo immobili non ci scopriranno, Casey sama!" Kyu si appiattì ancora di più al corpo di Casey, inalando l'odore dei suoi capelli, che sapevano di lavanda. Era una sensazione che aveva già provato: la morbidezza del suo corpo; il profumo dei suoi capelli ... lo estasiarono.

Lei sentì il respiro profondo del giovane su di sé e un brivido intenso le scese lungo la schiena e le gambe. "Forse ... dovreste mostrarvi ... per gentilezza!" articolò, non riuscendo più a distinguere la realtà che la circondava. Avrebbe voluto voltare la guancia su quel petto e poggiarglisi contro con completo abbandono. Le sue gambe erano paralizzate a contatto con quelle di lui, solide e piantate, mentre acute sensazioni le avvolgevano il corpo e si infittivano sul ventre. Sentì le gote accaldate, quasi in fiamme, e temette che lui la vedesse.

"Non voglio vedere nessun'altra, in questo momento!" riferì lui, in un sussurro quasi infastidito.

Casey, però, aveva visto Kyoko cercarlo. Le sembrò difficile che lui non l'avesse notata.

Le voci si allontanarono sghignazzando e Kyu sbirciò fuori. Avrebbe dato chissà cosa per rimanere nascosto con lei per tutta la sera, continuando a nutrirsi del suo profumo.

Anche Casey si sporse. Kyoko non era nei paraggi. Si mossero, così, dal loro nascondiglio, uscendo da dietro la griglia. Kyu si assicurò che non ci fosse nessuno in giro. I partecipanti stavano scendendo il sentiero delimitato da folti alberi boschivi. Si intravedevano gli ultimi che chiudevano la fila. Prese Casey per mano, tirandosela dietro allegramente, per raggiungere il gruppo. Aveva voglia di divertirsi quella sera; ballare per tutta la notte con lei; schiamazzare insieme a sua sorella e far scoprire alla giovane inglese quanto fosse bello vivere a Ginza ...

Dopo pochi passi, però, la voce di Kyoko che lo chiamava, li bloccò. La giovane era insieme al padre. Entrambi erano posti di fianco al giardino. Certamente, non scorgendolo nella calca, avevano atteso che si materializzasse, come, infatti, avvenne.

Con uno strattone istintivo, Casey liberò la mano dalla sua presa e lui si voltò a guardarla con un'espressione delusa nel volto.

I due nobili li raggiunsero. Il daimyo aveva uno sguardo zelante, mentre la figlia mostrava cenni di apprensione. Casey si sentì in colpa. Ovviamente, alla donna non piacque vedere il ronin in sua compagnia e lei poté percepirne lo stato d'animo. Tuttavia, non volle, neppure, mettere in cattiva luce il giovane con falsi malintesi e così, sfoderò il migliore dei suoi cordiali sorrisi, accompagnato dall'eleganza che una lady inglese potesse mostrare in momenti di difficile imbarazzo. Prese i due lembi del vestito, li sollevò leggermente, inclinò le ginocchia per poi chinare il capo e il busto, eseguendo un inchino di rispettosa riverenza, come se si fosse trovata dinanzi alla regina Vittoria in persona. Raddrizzatasi, congiunse, infine, le mani in un portamento talmente elegante, che Awashima rimase affascinato dalla raffinatezza e la grazia con cui si presentò la giovane straniera.

Casey aveva sentito parlare del daimyo, riconoscendolo nell'uomo che aveva scorto con Kyu sul palco allestito al villaggio per informare la folla dei proponimenti di Meiji. Si presentò, dunque, senza inclinare la sua etichetta. "Mi chiamo Casey Bailey e sono in viaggio con il mio tutore ..."

"Doitashimashite!" (Il piacere è tutto mio!) - la scavalcò il daimyo, con un tono accondiscendente, che le lasciò intendere di conoscere la sua provenienza.

GLI OCCHI DEL RONIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora