L'Ambassador era ghermito di clienti stranieri e nuovi affaristi, dopo i provvedimenti che l'Imperatore Meiji aveva siglato sulla riapertura dei rapporti commerciali con l'Europa. In parecchi, infatti, si scapicollarono dall'occidente per raggiungere quella terra asiatica, che avrebbe procurato nuove ricchezze nell'industrializzazione.
Lady Emma guardava Casey con sguardo desolato. Il marito stava discutendo con Jonathan, circa gli affari che la giovane avrebbe dovuto mantenere a Edo.
"James si prenderà cura della tua società, Casey ma ... mia cara, non sopporto di vederti così malinconica!" si agitò la donna, sporgendosi dal divanetto in un angolo illuminato dalle grandi vetrate della hall, dov'erano intente a sorseggiare il tè.
Casey si ravvide e le sorrise debolmente. "Passerà, zia Emma!" la tranquillizzò, sorseggiando dalla sua tazza. "Conoscete quanto me la mia abitudine di affezionarmi a ogni luogo che visito ..."
"O anche a certe persone!" la scavalcò la donna, inarcando scettica un sopracciglio.
Casey adagiò la tazza sul piattino e mostrò un'aria impacciata. "E' evidente?"
La donna roteò gli occhi in aria. "Santo cielo, bambina mia! Non hai neppure preso in considerazione il pensiero di dire al tuo 'principe delle fiabe' quello che provi?" andò dritta al punto.
Casey mostrò un sorriso debole che non le fece nascondere la delusione. "Lui ha già la sua principessa, zia Emma!"
"Te lo ha detto lui?"
"No, ma ..."
"Ma, cosa?! Qualcuno ti ha dato la certezza che convolerà a nozze con ... con ..." e sventolò le mani, incitando la memoria "questa ... come si chiama?"
"Kyoko, zia Emma!" l'aiutò lei con voce calma. "Ed erano già promessi prima che lui si rivolgesse a me. Anche Awashima è stato d'accordo con l'intera farsa e Kyoko ha mostrato pazienza e ..." sbatté le ciglia e serrò la mascella, adirata. Lo aveva intuito dalle parole del ronin e dalle apprensioni della nobile, anche se nessuno glielo aveva mai confermato. Poteva comprendere il gesto di una fanciulla innamorata, minacciata nel vedersi sottrarre l'uomo che amava, senza riflettere con coscienza quanto quel gesto avesse potuto costare la vita di qualcuno, e pure la sua stessa coscienza. Inarcò un sopracciglio all'idea che alla figlia del daimyo, anche se si fosse posta una profonda riflessione a riguardo, certamente non se n'era preoccupata.
La zia tornò all'attacco. "Da quello che mi hai detto, però, entrambi non si sono più visti dal vostro ..."
"Li ho visti io!" la interruppe con sofferenza nella voce. "E credetemi se vi dico che sembravano parecchio intimi!"
La donna si ammutolì, sbattendo nervosamente le ciglia. "Però ti ha salvata e ..." guardò Jonathan da lontano che confabulava col marito, assicurandosi che non la sentisse " ... ti ha scaldata per tutta la notte!" le bisbigliò in un segreto condiviso. Poi si raddrizzò divenendo seria.
"Nessun uomo dalla nobile moralità come la sua oserebbe arrivare a tanto se non fosse interessato, Casey Bailey!" Scosse, dunque, il capo impettita. "Desolata, ma se voleva convincermi avrebbe dovuto trovare un altro modo per scaldarti!"
Casey sollevò di scatto lo sguardo sulla zia. Quella riflessione la confuse, maggiormente. Lady Emma aveva forse dato una buona motivazione e se ne sarebbe convinta, se oltre a quello che le aveva confidato le avesse rivelato di aver avuto l'impressione che Kyu la stesse per baciare. Tacque, ritenendo di aver immaginato una tale sensazione, giacché rimaneva il fatto che il ronin l'aveva lasciata andare senza confessarle nulla. Scosse i riccioli sul viso. Era stata lei, però, a non voler peggiorare la loro incolumità. Si passò, confusa, una mano sul viso. Oltremodo, come poteva essere certa dei suoi sentimenti? L'immagine di lui insieme a Kyoko era così nitida che sentiva male al cuore a furia di pensarci.

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GLI OCCHI DEL RONIN
Ficción históricaEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...