Capitolo 98

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Casey non aveva importunato la convalescenza di Helmut, rimanendo sempre informata dal piccolo Jiro sulle sue condizioni di ripresa.

In quei giorni rimase al fianco di Kyu, o per meglio dire, fu lui che non si allontanò da lei: l'accompagnava in banca; la riprendeva nell'ora del pranzo; la viziava con bagni caldi e cene deliziose, perdendosi, infine, a contemplare il tramonto adagiarsi rossastro sui suoi capelli e sul suo volto riscaldato dal tepore infuocato del sole, per poi fare l'amore con lei desideroso di sfinirla.

Dopo la caduta degli ultimi ribelli, la banca iniziò la sua attività, grazie anche alle manovre finanziarie di nobili e funzionari imperiali che, incoraggiati dallo stesso Imperatore, desideroso di avviare una ripresa economica a Edo, indirizzarono parte delle loro finanze nel depositi bancari, investendo persino dei capitali nelle strutture di nuova costruzione e incitando così gli investitori e le aziende ad avviare un rapido processo d'industrializzazione.

Una mattina, Casey bussò alla porta della casa di Aiko. L'amica la accolse con un sorriso raggiante, che alla ragazza incuriosì parecchio. Si sentì tirare dentro per i gomiti e in pochi istanti, oltre al calore dei bracieri accesi, fu investita da risate fanciullesche e allegri schiamazzi provenienti da una delle camere attigue all'ingresso.

Si diresse verso quelle voci, impalandosi, subito dopo, nel vedere un Helmut in forma smagliante, in ginocchio sul tatami, fingere un duello con stecchi di bambù insieme al piccolo Jiro, e come quest'ultimo, fingendo un affondo sul petto dell'adulto, gli saltasse poi addosso tempestandolo di solletico dappertutto ...

Casey sgranò gli occhi a quel sorprendente cambiamento di umore e si voltò a guardare l'amica, in attesa che le svelasse l'arma adoperata per compiere quel miracolo.

"Che cosa ... gli hai fatto, Aiko?" A Casey, tuttavia, non sfuggì la strana luce che brillava in quegli intensi occhi neri.

"Sono accadute tante cose piacevoli, Casey chan!" le rivelò Aiko con timida dolcezza, che alla ragazza intenerì il cuore.

Dopo un po', sul suo volto si dipinse un sorriso lievemente sgomento e tornò a guardare l'uomo, che accortosi della sua presenza frenò gli avventi del bambino per mettersi seduto sulle ginocchia; le spalle ben dritte e le mani sui fianchi, proprio come facevano i samurai prima di una battaglia. Jiro lo imitò, assumendo nella stessa postura uno sguardo serio e fiero. Entrambi, poi, scossero le spalle, trattenendo una risata.

"Sono felice che tu ti sia ripreso, Helmut!" lo canzonò lei con un mezzo sorriso di biasimo. Aiko fece cenno al figlio di seguirla fuori per lasciarli soli e quando Casey udì l'anta richiudersi si avvicinò al giovane in due falcate e lo afferrò per il colletto, sollevandolo forte verso di sé.

"E' inutile avvertirti che se ti prendi gioco di Aiko e suo figlio, sarà lei stessa a impalarti con i suoi pugnali!"

Helmut le prese gentilmente il polso per farle mollare la presa e la guardò con un sorriso che lei non gli vedeva sul volto da tanto tempo. "Non ho intenzione di prendere in giro nessuno, tanto meno Aiko!" si passò una mano tra i capelli per ricomporsi e tornò a guardarla.

"Mi ha narrato la sua storia, fino all'inganno del cognato." Si impensierì. "Pensare ... " strinse i denti, trattenendo la rabbia " ... che mi sono reso complice!"

"Non potevi saperlo!" lo consolò lei, scorgendo il suo tormento.

Lui la guardò di scatto con occhi sbarrati. "Tokugawa aveva minacciato di farti del male se non gli davo il tuo oro. Prenderti in ostaggio, inoltre, gli garantiva una via di fuga verso l'ultima resistenza navale che gli rimaneva, desiderando di portare con sé persino Aiko!" Strinse un pugno.

"Mi sono adirato quando Jonathan ti ha portato a Edo. Lo volevo evitare. A quel punto ho dovuto inscenare la mia finzione!"

"Lo avevo notato!" si fece udire lei. Sospirò, quindi, con aria curiosa. "Hai rivisto l'uomo che ti minacciava per conto dello shogun?" domandò dubbiosa.

GLI OCCHI DEL RONIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora