Capitolo 28

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... "Ti stavo cercando, Kyu kun!" Kyoko si avvicinò radiosa e Casey abbassò gli occhi, ritraendosi dall'albero. La nobile prese il giovane per mano, rivolgendo alla straniera un sorriso di cortesia.

"Mi perdonerete se ve lo rubo un attimo, Casey san?"

Casey si sentì mortificata e chinò di poco il capo. "Sono io che sono di troppo, milady. Voi e il vostro futuro sposo avrete, certamente, di che parlare" disse, sollevando il volto e sfoderando un'espressione di beata convinzione.

Kyoko si tirò, così, dietro Kyu, il quale lanciò a Casey un'occhiata nostalgica e stupefatta. Il bagliore dei suoi occhi tradì la sua delusione. Con sconforto strinse le labbra, avviandosi.

Rimasta sola, la giovane si guardò attorno, Nei paraggi non c'era nessuno che conoscesse, così percorse la strada verso il luogo in cui Aiko aveva condotto Jiro, sperando in una meritata fortuna di vedere Nia, circondata com'era da tutti i festeggianti, o anche Naemi, che non l'aveva incrociata dal rito al santuario nel suo floreale kimono e gli occhi umidi di commozione.

Dopo vari tentativi, le riuscì difficile raggiungere la pedana degli sposi e non scorse neppure Naemi. Si soffermò in una bancarella di ristoro, dove veniva offerto del sakè. Ne prese una piccola ciotola di pregiata porcellana e ne bevve il contenuto. Sentì il petto infiammarsi, giacché la dolcezza della bevanda non riuscì a dissipare l'amaro che aveva nell'animo. Si concesse un'altra piccola ciotola e si incamminò nel senso opposto. Desiderava trovare un angolo tranquillo dove rifugiarsi. Ritornò, così, ai piedi del grande ciliegio, finché non dovette allontanarsi per la sonora allegria di alcuni baldi giovani che giunse fino a lì. Girando per pochi spazi, si scontrò con un anziano signore e per fortuna evitò di rovesciargli addosso il sakè.

"Sumimasen, onegaishimasu!" (Mi scusi, per favore!) - L'anziano le rispose con un sorriso gentile e lei si allontanò. Si diresse, dunque, lungo una serie di casette a schiera dai porticati ampi e i tetti rossi e spioventi. Si bloccò di colpo, notando due sagome riconoscibili su uno di quei terrazzini, all'ombra della baldoria; vicini uno di fronte all'altra.

La donna prese le mani dell'uomo e intrecciò le dita alle sue, soffocando in sé i propri slanci.

"Ricordi quando da ragazzino intrecciavi ghirlande di fiori e li ponevi sul mio capo?"

Kyu sorrise. "Nia era invidiosa e mi urlava di fargliene uno più bello del tuo!"

Lo sguardo di lui era divertito, quello di lei, invece, era raggiante, con una punta di malizioso compiacimento.

"Era piacevole quando mi tenevi per mano, Kyu kun. Crescendo non abbiamo mai distolto i nostri sguardi" gli ricordò con gli occhi risplendenti di passione.

Kyu le prese il volto tra le mani. "Ti sei intestardita a piegare tuo padre alla tua volontà, Kyoko. Satou san è una brava persona che frutterebbe parecchi interessi al feudo di tuo padre ..."

"I miei sentimenti non contano, dunque?" ribatté lei, con voce bassa e controllata. "Ho lottato per noi due, Kyu kun! Ho sempre creduto nel nostro futuro!"

"In verità ti sei decisa solo adesso ad allungare il passo, Kyoko chan. E' stato impossibile per me comprenderti ..."

Lei gli gettò le braccia al collo e lo zittì, premendo con forza le labbra sulle sue in un bacio avido. Kyu pensò di provare una forte emozione a quello slancio. Un tempo, forse, sarebbe stato così, magari lo era tuttora, benché non riuscisse a comprendere le sue reali emozioni. La confusione, infine, lo prevalse. La ritrasse dolcemente da sé, notando il collo di lei piegato nell'attesa di un bacio.

Casey osservava immobile; la bocca per metà spalancata; gli occhi assenti, quasi ipnotizzati. Era rimasta così dalla vista del bacio. Aveva sentito qualcosa inclinarsi nel suo cuore. Si scosse e in preda all'agitazione sorseggiò il suo sakè.

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