Capitolo 11

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  Casey respirò profondamente l'aria salubre del mattino ai piedi della montagna. Davanti a sé non vide altro che il verde delle fronde e il biondo dei campi ancora da mietere.

  Quella mattina si era alzata di buon'ora, trovando una succulenta colazione ad attenderla sul portico e consumata in compagnia di Nia, poiché il fratello era uscito prima dell'alba.

  Aveva conosciuto i braccianti e le loro mogli e adesso si trovava in mezzo ai raccolti ad ascoltare allegre canzoni e sorridendo entusiasta, insieme alle altre donne chine come lei sul maturo raccolto. Non si era scontrata con alcun tipo di discriminazione o curiosità; tutti, anzi, si erano mostrati gentili con lei, certa del fatto che il loro padrone li avesse informati della presenza di una straniera, intimando, dunque, il massimo riguardo nei suoi confronti. Casey continuava a lavorare e a sorridere, chiedendosi allarmata se da tutta quella cortesia non dovesse aspettarsi qualche scherzo tirato maldestramente. Per tale motivo, qualcuno cominciò a confabulare col proprio vicino, domandando come mai quella giovane dai capelli di fuoco si guardasse costantemente attorno.

  Il sole era già alto e Kyu apparve tra i campi in groppa al suo nero cavallo, vigilando sui carri che ospitavano i sacchi già pieni. Come lo scorse, Casey abbassò lo sguardo, per rialzarlo, poco dopo, limpido e luminoso, esprimendo un'aria timida e interrogativa. Ripensò al discorso origliato la sera precedente, carpendo la difficile situazione in cui si trovava il ronin nei confronti dell'Imperatore, oltre ai tentennamenti amorosi con una donna. Si passò un braccio sulla fronte madida, cercando di scrollarsi di dosso quella fastidiosa sensazione che l'aveva presa tutta la notte.

  All'ennesima alzata di capo, il suo cuore palpitò. Lui si era accorto di lei e la osservava da lontano; i suoi occhi sembravano penetrarle l'animo con sardonica insistenza. Era forse curioso di vedere come se la stesse cavando? Cominciò a tirare via il grano con sincera energia.Che cosa credeva? Che una come lei non fosse in grado di sopravvivere a un lavoro campestre? Si innervosì ancora di più, notando come lui si avvicinasse con aria quasi divertita ... All'improvviso il sole si oscurò e lei si bloccò. Il ronzio degli insetti e il fruscio delle canne scomparvero al suo udito, come se il tempo si fosse fermato. Un lampo balenò dalla cima di una collina e subito il rombo di un tuono si avvicinò in un lento e lungo crescendo, che la immobilizzò con la schiena curvata sul grano. Un altro tuono si accavallò al primo in un suono ancora più cupo.

  Le operaie al suo  fianco si mossero in vista del temporale che stava per giungere, senza che lei  riuscisse a muovere un muscolo. Batteva i denti e sembrava stesse per venir meno. I suoi occhi erano fissi sulle spighe: dilatati; rossi; atterriti. Sentiva una sorta di presenza terrificante pronta ad abbattersi su di lei. Le sue mani tremavano e Reiji si accorse di quell'espressione grave sul suo volto. La guardò turbato e spronò il cavallo nella sua direzione.

  A un tratto i tuoni si placarono e il sole fece capolino da dietro le nuvole dense, che si allontanavano. Casey tirò un sospiro di profondo sollievo, accorgendosi dell'uomo ritto sulla sella davanti a lei. Il suo sguardo, notò, non sorrideva più.

  "State bene, Casey sama?" lei batté le ciglia e lui continuò. "Nia vi attende ai granai per la pausa pranzo!" Detto ciò si allontanò di fretta, senza darle neppure il tempo di rispondere.

  Poco più tardi, si ritrovò all'ombra di un salice a consumare il pranzo insieme a Nia, dallo sguardo perso tra le nuvole e gli occhi illanguiditi nei sogni.

  Casey addentò un cetriolo aromatizzato, rammentando di aver udito anche del suo imminente matrimonio con un giovane benestante. Attese che l'amica si decidesse a confidarsi, intanto che giocherellava con un sassolino tra i piedi.

  "Stai ancora su questo mondo, Nia?" la stuzzicò, infine. La fanciulla si scosse e addentò in fretta il suo pesce fritto, che sembrò rammollirsi sotto il sole appena spuntato.

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