Capitolo 41

36 6 13
                                        

Il tramonto si diradava all'orizzonte quando Kyu e Casey raggiunsero la carovana, giunta ai margini del passo di Toru. Il sentiero saliva attraverso le fitte boscaglie, dove l'aria era più fresca e rugiadosa.

Smontarono dalle loro cavalcature e proseguirono a piedi. Una mano sventolava oltre le miriadi di teste, segno che qualcuno si era accorto di loro. Poco dopo, Kyu vide giungere Yado. Il ragazzo fece cenno al ronin che Awashima si trovava molto più avanti. Il suo gesticolare giocoso e ottimista fece comprendere a Casey che anche Nia e Aiko, insieme a Naemi e Mao, non dovevano essere lontane dalla loro posizione.

"Anche vostra sorella sarà vicina" disse lei, tirandolo per una manica.

Il giovane affidò i cavalli a Yado e presa Casey per mano si fece largo nella calca, cercando un passaggio più comodo per proseguire senza urtare la gente in movimento.

Casey sentì il cuore carambolarle nel petto, non tanto per l'affanno impiegato in quella salita, dove il cielo tinto di rosso sembrava farsi più vicino, ma quanto per il calore che la mano di Reiji le trasmetteva. Non riusciva a togliersi dalla mente il verde dei suoi occhi riflettere nell'argento cristallino della cascata, mentre attendeva che lei cedesse alla sua richiesta.

Un matrimonio di convenienza? Scosse il capo ansiosa. Sentì poi una leggera pressione nella mano. Kyu aveva rafforzato la presa, stringendola con gentile determinazione, come per timore di perdere quel contatto. Lei non riuscì più a mentire a se stessa. Quell'uomo le stava rapendo il cuore e non osò immaginare in quale stato era destinato a ridursi alla fine di quella menzogna.

In breve tempo, scavalcarono mezza colonna, riuscendo a scorgere Awashima e sua figlia sopra le loro cavalcature tirate per le redini dai samurai del daimyo.

Seguendo lo sguardo dell'uomo, Casey si liberò della stretta e lui si bloccò, voltandosi a guardarla con delusa tristezza. Non aveva intenzione di incontrare Kyoko e ringraziò il cielo per aver scorto Nia e Aiko. Fece cenno al giovane che le avrebbe raggiunte e lui si chinò a un palmo da lei. "Rimanete dive posso guardarvi" le sussurrò con dolcezza vicino alla tempia.

Lei inghiottì nervosamente, sentendo le viscere accavallarsi a quel suono di voce vellutata. Lo sfidò con elegante aria altezzosa. "Sarete voi, questa volta, a rimanere dove io potrò guardarvi, milord!" gli rispose con audacia. Lui accentuò un sorriso complice e, subito dopo, la vide allontanarsi in direzione di Nia.

Come Kyoko scorse il ronin, si fece aiutare a smontare di sella e lo raggiunse con sguardo preoccupato. Awashima, invece, rimase ritto sul suo cavallo, voltando le redini in direzione del giovane.

"Eravamo in ansia per te, Kyu kun ..."

"Sono andato a liberare Jonathan Owen" rispose di filato, prendendola poi in disparte, mentre la colonna avanzava. "So quello che hai fatto, Kyoko chan!" la informò cupamente con una nota di biasimo. "Come hai potuto barattare la mia incolumità con quella di una giovane indifesa?" Il suo tono non era adirato, bensì paternale per smorzare sul nascere il capriccio irrisorio che la ragazza, sapeva, avrebbe mostrato per giustificare le sue intenzioni.

"Hai tentato di far credere che Casey se ne fosse andata scrivendo con stupida ingenuità quel biglietto, apparendo, in seguito, indifferente alle nostre preoccupazioni. Ti è solo importato di te stessa!"

"Avevo intenzione di fare ammenda dopo averlo confessato a mio padre. Ho agito con irresponsabile ipocrisia, lo ammetto, ma ero in ansia per te e non volevo perderti!" protestò lei, impuntandosi con angoscia. Le sue guance si arrossarono ancora di più sotto il calore del tramonto e Kyu provò un'amara fitta, comprendendo quanto anche lei avesse sofferto in quella storia. Le sue azioni potevano sembrare essere dettate dall'amara gelosia assemblata al capriccio di perderlo, ma il ronin sapeva che non era così. Kyoko era una donna dal sacrificio nobile. La testardaggine nei suoi confronti era solo dettata dai propositi che ella nutriva per Ginza.

Le accarezzò una guancia arrossata, e ancora una volta non la percepì esprimere alcuna emozione. Non traspariva nulla dal suo essere, ponendo una barriera di freddezza, affinché nessuno potesse leggerle dentro l'anima.

Pensò a Casey e alle volte in cui aveva sfiorato la sua pelle. L'aveva sentita tremare, irrigidirsi, contrarsi. Non era, forse, abituata al contatto umana, non in quel senso, ovviamente, sebbene lui avesse sentito queste sensazioni in lei, ma le trasmetteva e lui le leggeva dentro attraverso i suoi occhi grigi.

"Non mi hai mai amato, Kyoko chan!"

Lei si irrigidì, come se un fulmine le fosse caduto addosso, e lui continuò con occhi che gli si riempirono di apprensione. "Anche adesso, il tuo cuore non riesce a battere sotto la mia carezza ..."

"Non è come pensi ..." ma era il suo ego che veniva ferito.

"Sposerò Casey Bailey!" la informò, a un tratto, lasciandola orribilmente sconcertata.

"Nani?" (Cosa?) - biascicò ansante. "Wakarimasen!" (Non capisco!)

Scosse il capo, frastornata. "Non puoi ... dire sul serio!" continuò attonita.

"Devo, comunque, proteggerla e questo è l'unico modo per farlo fino all'arrivo di Jonathan!"

"Uso-tsuki!" (Bugiardo!) - deplorò lei in un singulto. "Tu provi qualcosa per lei!" Kyu non rispose, confermandole così la verità.

Awashima, che aveva udito per metà la conversazione tra i due giovani, si avvicinò fermando il cavallo a un passo da loro. "Shitagatte, anata wa kettei shimashita!" (Dunque, hai deciso!)

Kyu guardò il daimyo, aspettandosi un ammonimento poco accondiscendente. Non si aspettò certo di scorgere sul volto del feudatario un mezzo sorriso di compiacimento.

"Ci sposerete questa sera, Awashima dono!"

"Dirò ai miei funzionari di preparare le carte."

Kyoko fulminò il padre con lo sguardo. "Non potete acconsentire a questa farsa!"

Il daimyo si rabbuiò. "Proprio tu parli di farsa, Kyoko chan?"

Lei indietreggiò, guardando Kyu con aria amareggiata. "La farai soffrire, ne sei consapevole?" lo incalzò con tono impetuoso. Dopodiché, si voltò allontanandosi.

"L'ho ferita!" sussurrò Kyu con tono dolente.

"Lei ha ferito se stessa più di quanto lo abbia fatto tu, Kyu kun!" lo corresse il daimyo, osservando la figlia montare sul suo cavallo e dare di sprone. Il nobile, infine, si corrucciò. "Devo metterti al corrente delle ultime notizie, ragazzo mio, e non ti piaceranno!"

GLI OCCHI DEL RONIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora