Capitolo 45

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... La musica cominciò a librarsi nell'aria. Alcune ragazze dai lunghi capelli neri e i kimoni bianchi fiorati di azzurro, fecero
sentire il suono dello Shamisen*.

Qualcuno vociferava che fossero delle maiko, ovvero delle apprendiste geishe. In genere, portavano delle complicate pettinature e un trucco elaborato. In quella situazione, invece, apparivano luminose come le fate dei boschi, di cui Awashima aveva chiesto di allietare l'atmosfera con la loro musica.

Quando terminarono l'esibizione, il luogo fu avvolto dai suoni melodiosi dei liuti a tre corde, affiancati dal suono dello shakuhachi, un flauto dritto.

Tanti bei volti erano riuniti assieme, mentre le fiamme dei falò proiettavano la loro luce dorata su di essi.

Casey si accostò a un albero, ammaliata da quel connubio di suoni, che invitavano la natura stessa a danzare, e i suoi occhi indugiarono sulle stelle luminose in cima ai rapidi declivi boscosi.

Dietro di lei una mano si adagiò sulla sua schiena, facendogliela inarcare lievemente. Socchiuse le labbra e trattenne il respiro, sentendo la pelle bruciarle per quanto calore sentì trasmetterle. Chiuse gli occhi. Sapeva a chi apparteneva. Ne conosceva il tocco, leggero e gentile.

Alcune danzatrici dai kimoni gialli si posero davanti ai musicanti, spiegando i loro ventagli e roteando i busti, dove le lunghe chiome manifestavano la sensualità dei movimenti.

"Le danzatrici della cultura chonin trasmettono l'arte di tutto ciò che è piacevole" si fece udire Kyu in un mormorio sommesso fin sopra la sua chioma. La sua voce fu come un fluido carezzevole dentro il suo orecchio. "La loro ideologia appartiene allo ukiyo, dove tendono a cogliere l'attimo in un mondo fluttuante, imprimendo la magia del ninjo sui valori della passione e del sentimento" continuò con lo stesso tono, compiacendosi nel sentirla tremare al suo tocco.

"Owen mi ha parlato dell'ukiyo, tempo fa!" Casey socchiuse le palpebre, lasciandosi trasportare dal suono acuto dello shakuhachi che si confondeva con quello carezzevole del liuto.

"Danzate con me, Casey sama!" le sussurrò, sempre accostato al suo orecchio.

Le sue labbra tremarono. "Non conosco i passi ..."

"Vi guiderò io!"

Si pose davanti a lei, facendole congiungere le mani alle sue per poi sollevarle all'altezza del petto. La guidò con passi morbidi da destra verso sinistra e viceversa. Con una mano adagiata dietro la sua schiena rafforzò la presa, attirandola ancora di più verso di lui. Poi le sollevò un braccio, facendola volteggiare e in seguito la pose di spalle innanzi a sé, allargandole le braccia e aderendo il suo corpo alla sua schiena per poi abbassare un braccio a cingerle la vita per meglio adeguarla a un altro volteggio.

I suoi passi erano morbidi e ben sincronizzati e Casey si meravigliò di come riuscisse a seguire i movimenti dell'uomo, senza inciampare.

Lui eseguì l'ultima sequenza, riponendola nuovamente di spalle davanti a sé. Le fece adagiare le braccia lungo i fianchi e le sue mani scivolarono su quelle di lei, intrecciandone poi le dita con delicata soavità. Sì chinò, dunque, sulla sua tempia e la sua voce le sfiorò i sensi.

"Daisukida, Casey sama!" (Mi piacete, Casey!) - Le parole gli sfuggirono dalle labbra con una sensualità tale da lasciarla stordita.

Lei sbatté le palpebre, incerta sul significato di quelle parole. Certamente, pensò, Kyu aveva voluto complimentarsi con lei per non avergli pestato i piedi. Sì voltò verso di lui con un lieve sorriso sulle labbra. La tensione non si era scrollata del tutto dal suo corpo, ma la vicinanza dell'uomo la rassicurava.

Lui le prese la mano e la sospinse al centro della festa, dove tutti danzavano e bevevano sakè, saltellando tra i bivacchi caldi e fluorescenti.

Casey accettava con delizia le piccole ciotole di sakè, che a turno qualcuno le offriva con ebbra allegria. Il fuoco danzava sulla sua chioma rossastra e in disparte, Kyu accarezzava con languidi occhi quella figura leggiadra che aveva sfiorato tra le note sensuali del liuto e ne aveva percepito le sensazioni.

Adesso lei sembrava divertirsi, apparendo più rilassata; sorridente; alla continua ricerca del suo sguardo, che da lontano sbirciava con approvazione per poi abbassare gli occhi con timida letizia.

Solo quando gli animi si furono calmati e la festa stava giungendo a termine, Nia prese Casey sottobraccio e la condusse all'interno della tenda. Raccolse dell'acqua fresca in un catino e immergendone un panno di lino, lo strizzò premendolo, in seguito, sulle guance accaldate dell'amica, rinvigorendola.

"Credo che tu abbia bevuto troppo sakè, Casey Chan!"

Casey le strappò quasi il panno dalle mani, tamponandolo sul collo e sulla fronte in maniera poco consona, per poi aprirlo e adagiarlo sul suo capo fino a coprirle il viso.

"Sapresti dirmi, Nia, che cosa significa la parola: da ... dai" sbuffò e il telo si gonfiò "ski e poi di nuovo da?"

Nia sgranò gli occhi. "Te lo ha detto mio fratello?"

"Sì!"

L'amica scoppiò a ridere, portandosi le mani alla bocca e dondolandosi avanti e indietro, come se avesse bevuto più sakè lei di un'intera compagnia di baldoria.

Casey si strappò il panno dal viso, corrucciato e rosso. I suoi capelli si erano scarmigliati e la sua espressione buffa fece ridere ancora di più Nia.

"Lo sapevo!" stridette quasi. "Altro che complimento! Si è burlato di me!"

"Ie, Kashi Chan!" (No, Casey!) - tentò di placarla Nia, sventolando le mani in segno di diniego. "Sore Wa son'nani!" (Non è così!)

"Dunque?!"

Nia placò i risolini, tossicchiando. "Sarà meglio che tu lo chieda a mio fratello!" e si alzò con l'intenzione di congedarsi di tutta fretta per non permettere a Casey di ribattere.

"Igo!" (Io vado!)

"Perché vai via?"

La giovane si bloccò, sorridendo all'ingenuità dell'inglese. "Perché tra poco lo sposo verrà a farti visita!"

Casey si sentì sobria del tutto e allargò gli occhi grigi. "Ooh! Aspetta un momento! Passerò la notte insieme a lui?"

Nia fece di tutto per non scoppiare nuovamente a ridere, stringendosi nelle spalle. "Tutti si aspettano che gli sposi si ritirino nella loro alcova!"

"Che cosa?!" si allarmò Casey e l'amica la tranquillizzò.

"È quello che devono credere gli altri, ma Kyu non ti sfiorerà neanche con un dito!" cercò di rassicurarla.

Non era quello a preoccuparla. Il pensiero di rimanere sola con lui per tutta la notte, le fece sentire caldo in tutto il corpo. Era, piuttosto, l'imbarazzo nel gestire una simile situazione che la scuoteva febbrilmente. Non ebbe il tempo di obiettare, che l'amica uscì di soppiatto, lasciandola sola. ...

*Shamisen: strumento musicale a tre corde.


Nota dell'autrice

Spero sia piaciuta la musica caricata in questo capitolo, essendo quella più adatta con cui ho immaginato i nostri due protagonisti danzare.

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