Capitolo 25

40 5 8
                                    

La solare veduta che volgeva dall'aspro profilo del monte, sovrastava il frontone elegantemente scolpito del tempio. Gli invitati, che comprendevano i lavoratori di Reiji e quasi tutti gli abitanti del villaggio, erano disposti per tutto il perimetro del giardino circostante, dove alti aceri erano disseminati ovunque, come guardiani.

La campana Daibonsho*, posta in una struttura di legno con i tetti spioventi vicino al cancello, fece udire i sei rintocchi di purificazione.

Gli sposi fecero il loro ingresso attraverso l'imponente porta principale, in legno laccato di colore vermiglio. Camminavano uno di fianco all'altra, seguiti dai rispettivi familiari.

Nia era bellissima, avvolta nel suo Uchikake* dai colori sgargianti e decorato con i motivi ornamentali su cui spiccavano le gru, considerate di buon auspicio per la coppia. Il trucco sul suo viso era ravvivato dal rosso sulle labbra, mentre sull'elaborata acconciatura spiccava la lunga forcina donatale da Casey.

Hiro Ogawa, invece, indossava l'hakama a righe bianche e nere, un haori come soprabito e un kimono nero, decorato con gli stemmi della sua famiglia.

Dietro la sposa avanzava Kyu, che accompagnava la sorella verso il cuore del tempio.

Un mormorio di meraviglia vociferò tra i presenti al passaggio del ronin, impeccabile nella sua eleganza. Indossava un hakama avorio, stretto alle gambe, con stivali neri e martellati negli alti gambali. Una blusa dello stesso colore con ampie maniche, che cadevano a cono fino ai polsi, gli scendeva morbida sui fianchi, fasciati da un grosso cinturone in cuoio bordato da lamine di bronzo e decorato in rilievo da figure geometriche della stessa lega. Non indossava alcun haori, bensì una mantella di velluto blu notte che gli fasciava le spalle, la cui bordatura del collo era imbottita da una larga fascia dorata, mentre l'orlo inferiore si interrompeva a frange lungo la schiena e le maniche. I capelli erano lucidi e setosi con i ciuffi selvaggi che gli incorniciavano romanticamente il profilo; il codino era stato lasciato libero, fasciato da un doppio nastro color pervinca, le cui due estremità fluttuavano al vento, armonizzandone l'eleganza. Tutti gli occhi erano puntati sulla bellezza del ronin, e quelli di Casey non fecero eccezione.

Giunti al santuario, gli sposi si posero davanti al celebrante, il quale agitò sulla testa dei presenti un ramoscello di sasaki*. Un cerimoniere pose, poi, dinanzi agli sposi un vassoio con una tazza di sakè*. Entrambi la presero, scambiandosela per tre volte a simboleggiare la loro unione. In seguito, la voce di Hiro Ogawa spezzò il silenzio emozionante della platea, citando le promesse matrimoniali per entrambi.

Al termine della funzione, il sacerdote donò loro il ramoscello di sasaki. Gli sposi, dunque, dopo due inchini, fecero passare di mano in mano il ramoscello tra i parenti, a sancire l'unione tra le famiglie.

Con l'emozione nel petto, Casey fece alcuni passi indietro, tirandosi fuori dalla calca che acclamava la coppia. Si tenne in disparte a spiare silenziosa e contenta il momento più bello di Nia, radiosa e felice, aggrappata al braccio del suo Hiro.

Su un piccolo palchetto erano presenti il daimyo e sua figlia, con un'alta acconciatura e un kimono verde dai motivi argentati. Non staccava gli occhi da Kyu e anche lui sembrava voltare il capo nella sua direzione, fin quanto la visuale glielo consentisse.

Casey sentì una sensazione di disagio avvolgerle il petto e si ritrasse ancora di più, fino a uscire dal santuario per respirare l'aria fresca che la investì, rinvigorendola.

Rimase per un po' in disparte ai piedi della facciata del tempio. Il vento leggero muoveva le pieghe del suo abito. Esso era bianco, stretto in vita, risaltandone la leggera rotondità dei seni, la gonna cadeva morbida fino ai piedi; le maniche ampie, scendevano a piramide fino ai polsi e i bordi erano decorati da pagliuzze turchesi, che salivano in linee corte e lunghe fino ai gomiti, le stesse linee grafiche salivano dai bordi della gonna fino alle ginocchia, mentre il collo a barca lasciava le spalle scoperte e il suo bordo era orlato da piccole perline blu in cobalto. I capelli erano raccolti morbidamente sulla nuca, lasciando che sfilze di onde ramate le scendessero sulle spalle nude e candide.

GLI OCCHI DEL RONIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora