Smith osservò l'edificio di pietra e legno, dominato ai lati da due torri che recavano lo stemma di Tokugawa. Si avvicinò all'ingresso della palizzata esterna e passò sotto il blasone, che rappresentava un fiore di malvarosa, per poi sostare di fronte a tre sorveglianti con i fucili in spalla, raccolti attorno al focolare. Consegnò una missiva a uno di loro. La guardia scomparve, subito dopo, all'interno del basso edificio. Smith approfittò dell'attesa, allungando le mani intorpidite verso il fuoco in compagnia delle altre due guardie, che lo squadrarono riluttanti dalla testa ai piedi.
Era stato un azzardo recarsi lì. Smith sapeva che il suo signore avrebbe dovuto giocare una mano vincente, mentendo; assecondando; agendo anche a discapito di miss Bailey, pur sapendo che l'ombra che lo perseguitava, costante e fuggente, era sempre in agguato.
Trascorsero quindici minuti, quando l'attesa di Smith terminò con l'arrivo del soldato. Lo shogun aveva, certamente, letto la lettera con condiscendente curiosità o la guardia non si sarebbe fermata a metà strada, facendogli cenno di seguirlo all'interno.
Lo stretto corridoio della palazzina brulicava di funzionari e gendarmi in continuo spostamento: chi per montare la ronda; chi per sbrigare faccende da un ufficio all'altro. C'era un intero sistema dittatoriale di mezzo Giappone lì dentro e la porta in mogano che sovrastava le altre in fondo al corridoio, era quella della stanza padronale del capo del Bakufu.
La guardia aprì la porta cedendo il passo a Smith. Un uomo vestito di abiti occidentali dal taglio francese, di media statura, il viso rotondo e l'occhio cinico, era in piedi a rovistare su alcuni incartamenti in disordine sopra una scrivania. Questi gettò un'occhiata all'ospite e gli fece cenno di entrare, fintanto che ordinava alla guardia di convocargli il comandante Kishu, un attimo prima che la porta si richiudesse.
Smith si mise comodo; le mani incrociate sulla cintola dei calzoni; lo sguardo imperscrutabile e la mascella serrata, ma non si sedette. Era indifferente alla particolare morale della dittatura, benché l'uomo che avesse dinanzi sembrasse sul punto di cedere quell'eredità che si tramandava da secoli. Tuttavia, lo definivano un governatore integerrimo. Smith inarcò un sopracciglio. Integerrimo, a suo avviso, se avesse ridimensionato il potere feudale in cui i daimyo battevano banco. A quel punto, non si sarebbe trovato ai ferri corti con l'Imperatore.
Tokugawa trattenne lo sguardo sull'ospite, inducendolo a sbrigarsi nel parlare, poiché non aveva tempo da perdere con un inglese, la cui disfatta personale era anche dovuta al regno da cui proveniva.
"Lord Collins vi manda i suoi saluti, Tokugawa sama!" assottigliò Smith, con un mezzo sorriso arcigno.
Il governatore si fermò di scatto: una mano sul fianco; i fogli a mezz'aria con l'altra. Raddrizzato sulla schiena, per un istante tenne lo sguardo pensieroso per aria, dopodiché, scosse il capo, sbuffò una riluttante risata e si rigettò sui documenti. Ricordò di aver già visto quella faccia patibolare che gli stava dinanzi.
"So che il vostro padrone vi ha trovato nei bassifondi di Londra, mentre sgozzavate un vecchio signore!" Smith sollevò il mento, inorgoglito dalla sua fama.
"Piuttosto che denunciarvi, ha preferito prendervi con sé come ..." sollevò un attimo lo sguardo sul nordico, non trovando un epiteto che potesse definire quel viscido individuo, il quale pensava di poterlo intimorire. Strinse un occhio, immaginando il sicario nel sostenere una tale presunzione. Era pieno di soldati e poteva far tagliare la gola a quel pezzente anche stando in piedi dov'era, certo che nessuno al mondo si sarebbe preso premura di cercarlo, e l'occhiataccia penetrante che gli rivolse fu colma di disgusto "... guardia personale?" Smith rilassò le braccia con consapevolezza, allentando la tensione.
"Ho offerto a Collins tutte le prerogative necessarie per attuare i suoi proponimenti!"
"E' sorta una difficoltà!"
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GLI OCCHI DEL RONIN
Fiksi SejarahEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...