I nuvoloni si accavallavano densi e benché la pioggia avesse dato una tregua, i boati dei tuoni rombavano ancora cupi per le campagne.
Owen correva dietro al giovane ronin, padroneggiando con le redini lì dove il cavallo incontrava terreni tortuosi. Avevano oltrepassato Ginza, giungendo ai piedi della collinetta che saliva al santuario. Lì, scorsero un drappello di uomini avviarsi verso il sentiero che conduceva ai campi. Tra loro, Kyu riconobbe Yado e anche Aiko. Arrestò il cavallo davanti al ragazzo, e la donna parlò per lui.
"Siamo appena scesi dalla montagna, Kyu kun, ma non abbiamo trovato alcuna traccia di Casey chan!" Il tono della donna era ansioso e Yado le diede una pacca sulla spalla per tranquillizzarla.
"Nia chan si trova al passo dei sakura, mentre noi ci stavamo recando alle grotte dove mi procuro le erbe per Jiro. Ho pensato che ... forse Casey chan ..." non riuscì a terminare la frase , che dovette trattenere un singhiozzo timoroso.
Kyu scrutò l'orizzonte addensato e rombante. Dubitava che Casey avesse oltrepassato ettari di campo per raggiungere le grotte. Helmut l'avrebbe scorta sul terreno scoperto. Il suo istinto lo induceva, invece, a seguire il torrente che serpeggiava ai piedi del burrone dove in cima era stato trovato Smith. Respirò profondamente. Sapeva dove quelle acque si sarebbero allargate, al di sotto del passo dei cacciatori. Se i suoi timori, però, erano esatti ... non c'era un minuto da perdere! Guardò Aiko.
"Recati da mia sorella e dille di andare alla villa, che riscaldi la camera di Casey sama!" La donna annuì e corse via, mentre Kyu si rivolgeva a Yado. "Portate Owen san con voi. Cercate alle grotte. E' un'ipotesi da non scartare!"
L'inglese lo affrontò. "E tu dove vai?"
"Seguo il torrente. So dove porta!"
"Vengo con te!"
"Meglio di no!" si oppose il giovane. "E' un luogo molto pericoloso da poter accedere. Da solo farò più in fretta!"
Owen si arrese e lo guardò con apprensione. "Spero ... che tu la trovi, Kyu kun!" Il giovane annuì fiducioso e poco dopo partì al galoppo, scomparendo oltre il pallore delle nuvole nere e i fulmini in lontananza.
Seguì la costa acciottolata del fiume in piena. La pioggia aveva cancellato le tracce e la sera iniziava a gettare le sue ombre. Arrestò il cavallo e mosse lo sguardo in tutte le direzioni, nell'ansimante ricerca di un indizio. Poi il suo fiato si fermò; gli occhi calamitati su un insolito oggetto che sormontava su un cumulo di ciottoli ai piedi delle acque. Scese da cavallo e si chinò a raccoglierlo. Era il tacco di uno stivaletto. Sollevò il capo terrorizzato. E se fosse caduta tra le acque gelide? Senza esitare, rimontò in sella e spronò il cavallo lungo lo stretto tratto di terraferma, che si andava sempre più allargando fino a giungere alla conca, da dove, scintillanti, cascavano le acque dal basso colle roccioso.
Lasciò il cavallo e si arrampicò sul costone che conduceva all'antro della cascata. La luce delle acque irradiava ancora l'interno, sebbene fuori l'oscurità stesse avvolgendo la natura. Kyu si mosse irrequieto in quell'ambiente freddo e umido.
All'angolo di una parete, un fagotto umano era disteso per terra, con le ginocchia tirate fino al petto e i pugni stretti sotto il mento. Kyu si precipitò a inginocchiarsi davanti alla giovane che tremava convulsamente; i capelli umidi e i vestiti fradici.
La prese per le spalle e la sollevò lentamente, cercando a stento di metterla seduta, ma lei continuava ad accasciarsi, come se quella posizione le desse conforto.
La risollevò nuovamente, tenendola in equilibrio per le spalle. Lei non mollava le mani, strette in pugni ben saldi sotto il mento. Le labbra tremanti e violacee; la pelle pallida, quasi esangue.
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GLI OCCHI DEL RONIN
Fiction HistoriqueEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...