Un vasto lampo riempì l'orizzonte, ma Casey non se ne accorse, concentrata com'era a pensare a Reiji insieme alla nobile Kyoko, mentre era chinata con Aiko a intrecciare covoni.
"Daijobu, Keshi chan?" (Tutto bene, Casey?) - le domandò la donna, notando l'eccesso di rabbia che riponeva la giovane nel legare le spighe.
Lei emise un sordo brontolio. Quella legatura non voleva saperne di riuscirle. "Perché gli uomini pensano sempre di sapere ciò che vuole una donna? Quando ci provano fanno fiasco da tutte le parti!"
Aiko, dapprima, sbatté le palpebre all'inaspettata confidenza, poi scoppiò a ridere. "Forse, perché si esaltano quando sono concentrati in una conquista!"
A un tratto, il cielo si striò di nuvole e una nebbia ghiacciata avvolse le cime e le valli. Aiko si corrucciò. "Se pioverà non potrò prendere le erbe medicinali per il piccolo Jiro!"
Casey si raddrizzò al tono preoccupato della compagna. "Dove devi raccoglierle?"
La donna le indicò l'antro ai piedi di un monte. "Laggiù. Hanno fiori bianchi e foglie lunghe e sottili. Ne preparo decotti per la tosse di Jiro kun!"
Casey lasciò il covone e si strofinò le mani. "Vado io a recuperarle. Tu aspettami al fienile!"
Aiko non fece in tempo a obiettare che vide l'amica correre lungo il sentiero, recante alla boscaglia ai piedi della montagna. Come la raggiunse, si arrampicò su un costone per raggiungere l'interno della grotta. I suoi occhi si illuminarono alla vista dei fascetti di piccole piante con i fiori bianchi, che puntellavano l'ingresso. Ne raccolse quanto più poté. Il temporale, intanto, imperversava, col rombo dei tuoni che sembravano lontani e vicini allo stesso tempo.
Da lontano, Kyu vide Aiko correre verso il fienile, ma non c'era Casey con lei. Si diresse, col cavallo, verso la donna.
"Dov'è Casey sama?"
"E' corsa alla grotta per raccogliere le erbe per Jiro kun!"
L'uomo voltò lo sguardo verso la montagna. Il cielo si andava tingendo di nero. Un barlume nel più profondo dei suoi occhi mostrò quanto fosse allarmato. Guardò Aiko. "Vado a prenderla! Tu torna a casa!" Spronò, dunque, il cavallo verso la valle.
Quando Casey tornò sui suoi passi verso l'uscita, un lampo le esplose sul volto e una saetta tratteggiò il cielo, accompagnata da un sonoro rombo di tuono. Il grido che emise, colpì le pareti della caverna, suscitando uno stormo di nottole, che fuggirono squittendo. Indietreggiò impaurita. Strinse, disperatamente, le orecchie tra le mani, voltando le spalle all'antro.
Il nitrito di un cavallo si udì ai piedi del costone ma lei non lo sentì, così come non udì la voce che la chiamava insistente. Strinse gli occhi nel momento in cui un'ombra umana la afferrava per le spalle, scuotendola.
Il suo corpo era talmente rigido che a Kyu parve di toccare la roccia dura. Si pose dietro di lei, non riuscendo a scrollarle le mani dalle orecchie. La avvolse in uno stretto abbraccio e se la tirò indietro, fino a toccare con la schiena la parete oscurata. Si lasciò, poi, scivolare sul pavimento, conducendola con sé in quella che gli parve la migliore protezione umana da poterle fornire.
La pioggia cadeva costante e il vento ululava a tratti con raffiche violente, immergendoli nell'oscurità dei fragori assordanti. Lei strinse gli occhi con le mani ben salde sulle orecchie; il suo corpo tremava nel tentativo spasmodico di isolarsi da quei colpi secchi e forti, che le flagellavano i sensi.
Kyu immerse il volto nei capelli di lei, tenendola stretta al suo petto nel tentativo di tranquillizzarla. Riuscì a insinuare le mani dietro la sua nuca e le fece mollare la presa sulle orecchie, sostituendole con le sue.
"Tra poco passerà!" le sussurrò gentilmente. "Concentratevi sulla mia voce!" Assunse, poi, un'espressione indulgente. "I temporali non sono nostri nemici. La terra ne ha bisogno o non coglieremmo alcun frutto. I loro boati ci ricordano quanto la natura sia viva intorno a noi!"
Fu investito dal profumo dei suoi capelli. "Che cosa vi spaventa, Casey?"
Il volto di lei, trasfigurato nell'orrore, ebbe un tremito. Si voltò lentamente verso di lui; gli occhi le si riempirono di lacrime. Appoggiò le mani sulle spalle del giovane; lasciò ricadere la testa sul suo petto e tra i singhiozzi emise il suo sfogo.
"La soffitta era sempre buia ... illuminata dai lampi ... il legno scricchiolava di continuo e i tuoni sembravano urlare come fantasmi. Helmut mi ci rinchiudeva per spaventarmi ... Avevo solo quattro anni ..."
Kyu non si mosse, aspettando che lei si rilassasse. "Quando allontanerò le mani, desidero che ascoltiate la natura esprimere il suo dolore, Casey sama."
Come lasciò le sue orecchie, un tuono la fece reagire, invece, con violenza. Rimase avvinghiata a lui e si rifiutò di lasciarlo. Il braccio sinistro di Kyu fu sotto la sua testa e le dita dell'altra mano si appoggiarono leggere e timide sulla sua schiena. Lei si lasciò andare, sfinita ma protetta, sentendosi sempre più debole, come se il sonno stesse per impadronirsi di lei.
Quando tutto si placò, Casey era abbandonata tra le braccia del giovane. I lineamenti del suo volto erano più distesi, quasi sereni. Con un dito, lui le scostò alcune ciocche ramate dalla fronte e poi scese lungo la guancia, fino a sfiorarle il contorno rosso e carnoso delle labbra semichiuse. Indugiò su di esse, piene e invitanti, fino a ritrarre la mano e indurirne il pugno, rimproverandosi per avere osato toccarla.
Dopo un po', lei si mosse e aprì gli occhi, dapprima lentamente, poi allargandoli, imprimendo nello sguardo una nota di vergogna. Era avvolta dalle braccia del ronin. Il freddo iniziale era stato sostituito dal calore di quel corpo solido e protettivo, che l'aveva tenuta al sicuro, come in una sfera.
Si mosse incerta e confusa. Lui sembrò non volerne sapere di destarla da quel lieve tepore, che aveva avvolto entrambi. La morbidezza del suo corpo lo aveva inebriato per tutto il tempo. I suoi occhi verdi si accentuarono nella sensualità e nella sofferenza, al pensiero che avrebbe dovuto lasciarla andare.
Adagiò una mano sul suo viso. "Il temporale è andato via, Casey sama!" Il sussurro della sua voce fu una continua carezza per lei, che lottava dentro di sé per destarsi dal calore di quella mano. Si diede un contegno, facendo leva sulla parete e sollevarsi, così, da quel cono umano che l'aveva protetta.
"Aiko sta aspettando le erbe per il piccolo Jiro" disse, afferrando il fascio d'erba finito in un angolo. Kui la imitò, senza però rinunciare a prenderla per mano nel guidarla fuori dalla caverna. Al suo tocco, la sentì tremare e chiuse gli occhi in un affanno euforico, certo di non essere visto.
Fuori, l'aria era piena del profumo del nardo; il sole era apparso a illuminare la natura a tratti iridata con tutte le sfumature dell'arcobaleno; la rugiada gocciolava dalle foglie e i fili intrecciati delle ragnatele scintillavano sui cespugli.
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GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...