Un pugno batté con irascibile cipiglio sulla porta di legno di un maniero abbandonato sulle montagne a nord della capitale.
"Non solo Takeki è fuggito in Hokkaido, ma non ha mandato nessuna nave a prendermi!" Il tono rauco e adirato di Tokugawa fecero vibrare gli assi portanti, ma non smossero i quattro fedeli samurai alti, ben messi e dagli sguardi rigidi, posti all'ombra dei quattro angoli della stanza. Due di loro appartenevano alla Shinsegumi, gli altri due, invece, alla Denshutai, i corpi scelti dello shogunato.
L'espressione dell'ex shogun era tracciata dal corrugamento di una fronte pensierosa. Voltò il capo verso l'ospite, che sedeva al centro della stanza dallo scarso mobilio.
"Avevate la ragazza e ve la siete fatta scappare! Siete persino fuggito con la coda tra le gambe non appena il vostro mastino vi si è aizzato contro!"
Il tono irato di Tokugawa non irrigidì Helmut neppure nell'animo. Immobile e muto; il viso spento e livido; chino in avanti con i gomiti adagiati sulle ginocchia e le mani penzoloni nel vuoto, ove era immerso il suo stesso sguardo.
"Quello che sconcerta maggiormente è la vostra arrogante alterigia, che non vi ha neppure consentito di ingraziarvi quel consiglio di amministrazione quando vi hanno proposto collaborazione!" Si portò le mani dietro la schiena e ridacchiò sommessamente. "Quella carogna di Owen aveva ragione! Ho puntato sul cavallo perdente!"
Helmut sbatté le palpebre, come destatosi da un inconscio dormiente. "Casey ha dimostrato tutta la sua abilità dopo anni di studi ..."
Tokugawa scoppiò a ridere. "E' siete stato fregato in pieno!" Tornò, dunque, serio. "Adesso, dovrò trattare con Owen la mia liberazione o, almeno, il mio esilio" digrignò a denti stretti. "Non mi farò ridurre, però, a un rango inferiore e non rinuncio a quell'oro!"
Helmut sollevò preoccupato lo sguardo su di lui. Non aveva più nulla che lo legasse a quell'uomo, ma quelle ultime parole gli ricordarono il suo ruolo. Se non fosse stato per i suoi fedeli guerrieri che, trovandolo confuso a vagare per le campagne, lo avevano prelevato per condurlo innanzi al loro signore con sonori pugni e percosse, sarebbe già lontano a cercare il sicario. Francamente, non pensava neppure a come togliersi da quella situazione. Non gli importava del suo destino. L'unica cosa gli importava era sapere Casey al sicuro.
Nella sua mente martellavano ancora le parole della ragazza. La conosceva. La sua innocenza, affine a un'accurata educazione, non l'aveva mai corrotta nella menzogna. I suoi occhi erano stati sempre gentili. Pensare che le sue azioni non erano mai state dettate da alcuna rivalsa nei confronti dei Bailey, anche se, ammise, fu una motivazione perfetta per proteggerli dai suoi errori. Tutta quella serie di malintesi gli avevano, comunque, mostrato una parte di verità che lo resero orgoglioso di aver fato parte della famiglia del giudice Edward Bailey ma che, tuttavia, non bastava a rendere orgoglioso se stesso. Certo, se avesse confidato i suoi sentimenti, tempo prima, non si sarebbe trovato intrappolato in quella ragnatela, dove il suo ego, all'inizio avvincente, appariva, adesso, calpestato dalla sua stessa idiozia. Doveva rimediare a tutti i suoi sbagli e dare una soluzione a quell'enorme problema.
"Dobbiamo attirare la giovane inglese in una trappola!" stava dicendo Yoshinobu, facendo sollevare il capo a Helmut, bloccato nelle sue meditazioni. Deglutì, ma dovette continuare a fingere.
"E come pensate di fare? E' partita con Owen ..."
"Ie!" (No!) - lo bloccò Tokugawa. "La loro nave è stata vista riapprodare in tarda serata di ieri."
Helmut maledisse Owen per quella scelta inopportuna.
Uno dei quattro samurai si fece avanti. Era alto, robusto, la mascella quadrata sotto una barba ispida e nera. I suoi occhi erano freddi e stretti come quelli di un assassino. Tokugawa gli si avvicinò.
"Kasuke sun è imparentato con una donna di Ginza. Troverà il modo di persuaderla per attirare la ragazza ..."
"E poi che farete?" incalzò Helmut, visibilmente agitato, per quegli avvenimenti che aveva maledettamente predetto.
"Owen dovrà scendere a patti se vorrà rivedere la sua pupilla viva, oltre a consegnarmi il suo oro, e ovvio!"
"Non ci riuscirete!" lo avvertì l'inglese. "Casey è protetta da un uomo che sembra sapere il fatto suo!"
"Kyu Reiji?" sghignazzò Tokugawa con sfrontata allusione. "Non è un ostacolo! Se quel moccioso decidesse di seguire le orme di suo padre, farlo tacere sarà semplice!"
Helmut fece l'atto di alzarsi, ma una mano lo bloccò premendo sulla sua spalla destra. Si voltò a guardare quella mano grossa e callosa di un samurai dal volto stranamente coperto, che lo agghiacciò con occhi inespressivi ma minacciosi. Helmut allarmò lo sguardo, riconoscendo l'iride gelida di quegli occhi. L'ombra!
"Non avete, dunque, bisogno di me, Tokugawa. Non ci guadagnate nulla con la mia presenza dato che se Owen mi trova, questa volta, mi uccide!" Cercò di perdere tempo, distraendo lo sguardo da quell'ombra.
Yoshinobu gli rivolse un sorriso sarcastico. "Sembrate emotivamente coinvolto, amico mio!"
"Vi sbagliate!" si oppose lui con tono acceso.
Lo shogun fu irremovibile, mostrando un'espressione compiaciuta. "Non ho bisogno di ulteriori ostacoli, Collins. Ritenetelo un dono, farvi assistere a una vendetta che non siete riuscito a consumare!" Già, perché nelle mancate riflessioni anche lo shogun era convinto di questo. Helmut si maledisse. Quella storia non sarebbe, affatto, finita bene. A quel punto scattò in avanti, ma la mano sulla spalla lo irrigidì saldamente.
"Avete intenzione di uccidere Casey?!" gli urlò atterrito.
"E Owen, sì!" aggiunse Tokugawa con tono calmo e raggelante. "Dopo che avrò avuto l'oro, così che voi possiate entrare in quella società di banchieri stranieri come predisposto sin dall'inizio e io poter ottenere la flotta navale che i francesi mi hanno promesso per muovere guerra contro Meiji!"
Corrugò poi la fronte, ammonendolo con severità. "Dovreste ringraziarmi per darvi un'altra possibilità in questa faccenda. Vedete di non deludermi anche questa volta, Collins!"
NOTA DELL'AUTRICE
Consiglio di fare attenzione ad alcuni passaggi del capitolo, poiché anticipano che a breve ci sarà un rimbalzo della trama
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GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...