Casey riemerse tossendo dalle acque spumose, che crollavano con fragore su di lei. I battiti del suo cuore si erano fermati, non appena il suo corpo aveva provato la terrificante sensazione del vuoto assoluto. L'impatto con l'acqua gelida, poi, l'aveva fatta sprofondare nella paura della morte. La forza di volontà, spinta da un'estrema audacia, l'aveva condotta a muoversi tra quelle ondate violente fino a sentire i polmoni riempirsi nuovamente d'aria.
Il fiume la trasportò in un moto arrabbiato, come se fosse stata lei con il suo impatto a disturbarne il corso del sonno.
Stremata e in balia di quei moti impazziti e vorticosi, si fece voltare più volte dalla corrente nella speranza di trovare qualcosa cui aggrapparsi. Le forze le venivano meno; sentiva il corpo pesante, le gambe e le braccia erano come spugne inzuppate, incapaci di muoversi.
A un tratto, qualcosa la strattonò, fermando la sua corsa. Arrancò un po' e mise la testa sott'acqua per vedere cosa la trattenesse.
La sua giacca si era incastrata su un ramo sporgente. Non sapendo se quella nuova situazione fosse un bene o un male, riemerse lasciando andare il fiato. Aveva smesso, almeno, di girare come una trottola e il ramo sembrava non volesse mandarla giù, benché l'inquietudine non la lasciasse andare.
Kyu la vide finalmente emergere tra i flutti ondeggianti e scuri. La pioggia rendeva il torrente più minaccioso. Fece correre il cavallo a perdifiato per cercare di raggiungerla, ma poi la vide bloccarsi di colpo. Non era buon segno, pensò impaurito. Qualcosa la tratteneva e qualsiasi cosa fosse, prima o poi l'avrebbe trascinata giù nella foga delle correnti interne che vorticavano paurosamente.
Arrestò il cavallo e senza pensarci si gettò tra le acque, non appena un tuono si fece udire sordamente.
Quel rombo improvviso, in un primo momento, pietrificò Casey, che allo stremo delle forze e con la morte impressa negli occhi, le venne poi da ridere, rendendo quel suono secco e fortemente passivo rispetto alle reazioni avute poco tempo prima. La risata che le salì alla gola per quella miracolosa guarigione rischiò di uscirle isterica, beffando la sua stessa sorte, se non fosse stata per una tosse violenta che le fece inghiottire l'acqua riversata su di lei.
Come si calmò, il panico sopraggiunse e le sue membra intorpidite la fecero tremare freneticamente. Il suo corpo stava collassando per la temperatura gelida, l'intemperia e l'acqua che le penetrava fin dentro le ossa. Le sue labbra, in un tremolio convulso, sorrisero appena; gli occhi grigi riflessi nella tempesta si rilassarono; il suo corpo si armonizzò, dondolando tra le onde. Chiuse gli occhi. La fine apparve così sensuale e dolce, quasi carezzevole ...
"Casey!" Con impeto Kyu le afferrò il corpo, scuotendola. Si era sentito il sangue gelare nelle vene non appena la scorse abbandonarsi a quell'oblio di pace, che attira le anime come una calamita.
"Apri gli occhi, Casey!" La strinse a sé. Il colorito della ragazza era marmoreo e le sue labbra erano divenute violacee. Il giovane sgranò gli occhi impaurito. L'assideramento si stava impadronendo di quel corpo divenuto fragile. La baciò, sperando di trasmetterle un po' di calore.
"Svegliati, Casey!" le bisbigliò tra le labbra, tremando anch'egli. "Tuo marito ti sta abbracciando e tu non te ne accorgi?" ansimò nella morsa del gelo. "Mi farai sentire maledettamente solo!"
Un colpo di tosse la scosse violenta fino a destarsi, meravigliata nel sentire il suo corpo tenuto saldamente, senza che l'acqua le spruzzasse in faccia.
Non appena si scontrò con quegli occhi incredibilmente verdi che la guardavano con apprensione, Casey si ravvide, aggrappandosi alla vita che le stava sfuggendo. Lo abbracciò forte, ma lui faticava a tenere entrambi e se ne rammaricò.
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GLI OCCHI DEL RONIN
Ficción históricaEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...