I quartieri non accennavano a quietarsi neanche di notte, dove i locali notturni erano illuminati a festa per permettere ai forestieri di intrattenersi nei loro ritrovi.
Casey non riuscì a chiudere occhio. Raggomitolata tra le coperte, sbirciava quel quarto di luna che sembrava spiarla curiosa e invadente. Si girò più volte nel letto, ripensando all'incontro con Helmut, che si era concluso percuotendola nell'ansia. I suoi modi garbati erano mutati in scopi genitivi che tempo prima avevano fatto riflettere, persino, il giudice Bailey, invitando se stesso alla cautela.
Quella sera avrebbe dovuto metterlo alle strette; adoperare una persuasione che lo avrebbe condotto a rivelarsi con lei, piuttosto che aggredirsi a vicenda.
Quell'incontro l'aveva, tuttavia, colta alla sprovvista. Non era preparata e lui l'aveva fatta infuriare. Era poi convinta che Jonathan temesse delle ripercussioni violente da parte di Helmut sul suo diniego all'offerta di matrimonio. Sgranò gli occhi nel buio della stanza! Per questo motivo era andato a chiedere protezione? Il pensiero la inquietò fino a tirarsi le coperte fin sopra il naso. Il quarto di luna sparì e il cielo cominciò a schiarirsi.
Quella mattina, preferì farsi portare la colazione in camera. La donna dal kimono rosso, che la sera prima aveva preso il soprabito di Helmut, si mostrò cordiale con lei.
Era salita nella sua camera con un vassoio che comprendeva una ciotola di riso, una zuppa di miso e un tamagoyaki, ossia un'omelette, insieme a una tazza di tè nero fumante. Lo adagiò sul tavolo accanto alla finestra. Casey la ringraziò con un inchino del capo e la donna minuta e sorridente, cui non erano sfuggite le apprensioni della sua cliente la sera precedente, si affrettò a farle cenno di bere il tè. "Caccia via ... paura!" cercò di farsi capire in un inglese stentato, mimando l'atto di bere.
La ragazza comprese le sue parole e la ringraziò nuovamente. Poi la donna si avviò all'uscita, fermandosi, però, nel richiudere la porta. La guardò seriamente. "Quell'uomo ... andato via, a sud" accennò annuendo. "Lui lasciato qui un altro uomo" e corrugò la fronte per meglio farsi comprendere "faccia dura e occhi così ..." strinse gli occhi increspandone i contorni.
Casey si accigliò; la donna, invece, tornò a sorridere e richiuse la porta. Rimasta sola, si precipitò alla finestra e ne scostò di poco la tendina.
Il mercato sotto di lei aveva ripreso la sua frenetica attività già dalle prime luci dell'alba. I suoi occhi saltarono da un angolo all'altro, celeri e attenti, alla ricerca di un intruso che si distinguesse nella massa.
Lo stomaco le si attorcigliò non appena il suo sguardo cadde su una figura ammantellata di nero seminascosta da un palo, alla distanza di due vicoli dalla locanda. Scrutò lo sconosciuto con occhi indagatori, in attesa che si avviasse verso qualche direzione e sperando così di farle tirare un sospiro di sollievo; ma l'intruso non si mosse, anzi levò in alto il capo, come a cercarla con gli occhi e lei tirò indietro la testa, celandosi dietro la cortina a ricami bianchi. Rimase in attesa per alcuni secondi, prima che decidesse di sbirciare, nuovamente, fuori con più cautela.
L'uomo era tornato a guardare la calca in cammino; la sua testa era coperta da un cappuccio, rendendo la sua faccia appena visibile.
Casey si allontanò dalla finestra, prese la tazza di tè e la bevve quasi tutta d'un fiato, non prendendo in considerazione la colazione, giacché lo stomaco le si era chiuso. La bevanda, tuttavia, le placò il senso di affanno che l'aveva colta rendendola lucida nel riflettere.
Era chiaro che Helmut le stava addosso, pedinandola con le più temute intenzioni. La sola conferma a quella certezza fu sufficiente a farla adirare. Strinse le labbra sentendosi rossa di collera. Poi un sospetto le balenò fulmineo. E se avesse avuto intenzione di rapirla? Si gettò seduta sul divano, congiungendo le mani sul grembo in una smaniosa riflessione che la rese più agitata che concentrata. Non pensò, neppure, di mettere il naso fuori da quella locanda; si impose, piuttosto, di aspettare Owen, sperando che l'incontro con quel suo amico fosse andato a buon fine e che quindi giungesse prima del previsto.
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GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...