Capitolo 12

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  Le basse case di legno si allungavano per la via principale di Ginza, costernate da bassi muretti di tufo imbiancato. Le bancarelle si allineavano fino alla piazza principale, attorniata da alberi secolari dal fogliame rigoglioso. Addobbi e festoni colorati adornavano gli yatai, pronti a offrire prelibatezze per la festa della mietitura.

  Nia discuteva animatamente con ogni conoscente che incontrava, per poi tornare a conversare con l'amica, continuando a passeggiare. Nei suoi occhi scintillava un'allegria schietta, ma Casey udiva poco le sue parole, giacché i suoi pensieri erano rivolti a quegli istanti vissuti alle cascate. Non riusciva a scrollarsi di dosso la virilità di quel corpo schiacciato al suo ...

  "Siamo arrivate!" la scosse Nia, prendendola per mano e trascinandola all'interno di un negozio per corredi nuziali. Una donna bassa e magra strinse gli occhi a mandorla in un saluto cordiale, sparendo, subito dopo, nel retro.

  "Hiro Ogawa ed io ci conosciamo da sette anni. Siamo, praticamente, cresciuti insieme ..." stava narrando la fanciulla con sguardo limpido e sognante, stentando il suo inglese, percettibile nel suo accento.

  " ... Un giorno sarà a capo dell'azienda di cotone della sua famiglia, essendo l'unico erede maschio ... Mio fratello ha acconsentito al matrimonio non appena Hiro kun gli ha chiesto la mia mano ..."

  La padrona del negozio, intanto, fece capolino dalla porta sul retro con un grande pacco tra le mani. Lo pose sul bancone e lo aprì, mostrando alla sua cliente il contenuto di raffinata elaborazione.

  "Il mio abito da sposa!" rivelò Nia in un timido sussurro.

  Casey rimase affascinata dai colori variopinti della lucida stoffa, che raffiguravano ruscelli, alberi, fiori, ventagli e gru. Insinuò una mano dentro lo scatolone a toccarne il tessuto. Era in broccato con l'imbottitura in cotone.

  "I colori indicano il desiderio della donna di apprendere le tradizioni di colui che sposerà e farle proprie."

  "Una cosa sola!" sussurrò Casey, estasiata.

  "Hai!" (Sì!) - affermò Nia, prendendola sottobraccio e adagiando il capo sulla sua spalla.

  "Urechii!" (Sono contenta!)

  "Di cosa?"

  "Che ti piaccia il mio Uchikake*. Anche tu avrai un bel kimono da indossare" e fece cenno alla venditrice di mostrare il secondo pacco, che prese da sotto il bancone. Nia lo aprì e tirò fuori un kimono rosso con fantasie vivaci ricamate sui bordi lungo le maniche dalla linearità elegante.

  "Questo furisode* l'ha fatto commissionare mio fratello, questa mattina, per te, Casey chan!" rivelò Nia con voce sbarazzina.

  Casey ebbe un sussulto al cuore. Le sue mani tremarono al tocco sul tessuto setoso dell'abito. I suoi pensieri andarono oltre le immagini delle cascate. Scosse il capo e la luce che filtrava da una finestra danzò sulla sua fronte.

  "E' un dono troppo prezioso, Nia. Non posso ..."

  "Nani? So, so, dekimasu!" (Cosa? Oh, sì che puoi!) - la incalzò l'amica. Tuttavia, non le sfuggì il turbamento dell'inglese. "Solo per il mio matrimonio, Casey chan!" cercò di convincerla con sguardo supplichevole.

  Casey, infine, cedette. "Conterò i giorni!" acconsentì, accarezzandole una guancia con sentito affetto.

  Il viso di Nia, poi, si rischiarò quando da un cortiletto sbucò un giovane alto, magro e dallo sguardo sorridente. Indossava un haori nero fino alle cosce, stretto in vita da un sottile obi * grigio, che gli conferiva un aspetto elegante.

  "Hiro kun!"

  Casey le fece cenno di raggiungerlo, mentre lei avrebbe atteso il suo ritorno all'interno del negozio. L'abito le era rimasto tra le mani, morbido e fresco. Le piaceva il rosso, anche se non aveva mai colto l'occasione di indossarlo. Un simile colore non si addiceva alla società austera londinese. Certamente, in quel luogo doveva avere un significato particolare perché Reiji lo scegliesse fra tanti. Si accorse che la negoziante le sorrideva maliziosa.

  "Furisode wa seishun no shochodesu" (Il furisode è simbolo di giovinezza) - le rivelò con tono birichino. "Iro" (Il colore) - e con l'indice indicò il vestito "to sono hotai wa, yuga-sa kan'no-sei o sazukemasu!" (e la sua fasciatura, conferiscono grazia e sensualità) - continuò accortasi dell'attenzione della ragazza, che con bocca aperta e occhi attenti cercava di catturare il significato linguistico di quelle parole. 

  "Aka wa josei e no jotaijo o arawashimasu!" (Il rosso rappresenta un invito silenzioso per la donna!) - concluse sghignazzando.

  "Ooh!" esclamò Casy, con occhi rigorosi e increduli. "Soshite dare ni?" (E verso chi?) - cercò di farsi comprendere.

  Strinse gli occhi, stizzita. Che cosa aveva in mente quel ronin? Farla apparire come un fenomeno da baraccone da offrire al primo offerente? Adirata, avvolse l'abito e lo ricacciò con decisione nello scatolone, osservando, poi, con occhi torbidi la venditrice.

  "C'è poco da ridere, mia cara signora!" brontolò a denti stretti. Vedendo che questa non la smetteva di ridacchiare, si voltò verso la porta, guardando Nia, che teneramente si teneva per mano con il suo futuro sposo. Ne immaginò lo scambio di parole: tenere, docili, talvolta allegre, di proponimenti futuri ed eventi prossimi. Erano due innamorati, i cui occhi dell'uno brillavano alla vista dell'altro. Casey abbassò tristemente lo sguardo. I suoi eventi futuri, invece, non avevano nulla di roseo. Stava fuggendo da un pretendente impazzito; il suo tutore sembrava aver cancellato persino la sua ombra; un mancato samurai si faceva beffe di lei e come ricca ereditiera lavorava nei campi asiatici alla mercé di temporali furiosi. Forse non avrebbe mai vissuto una situazione simile a quella che stava vivendo Nia. Lei era al sicuro; protetta; amata. Il suo sposo si sarebbe preso cura di lei. Helmut aveva ragione. Era vecchia. Nessun uomo si sarebbe interessato a lei, se non per la sua eredità. Sentì lo stomaco comprimersi nel vuoto per la solitudine che la colse. 

  Vide poi l'amica salutare il giovane e correre verso di lei. Sospirò profondamente, sforzandosi di assumere un'aria allegra e confortante.

  Non appena l'amica la raggiunse raggiante, afferrarono i due scatoloni e si diressero, parlottando allegramente, verso casa.

*Uchikake: Kimono da sposa giapponese, ovvero una specie di soprabito che viene indossato sopra il kakashita, il vero kimono nuziale.

*Furisode: kimono elegante di seta pregiata.

*Obi: cintura

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