Con le mani incrociate dietro la schiena e il petto rigidamente pompato, Tokugawa tallonava su e giù, flettendo i neri stivali di cuoio. I suoi occhi si deliziarono alla vista dell'inglese dal portamento impettito col bianco panama sulla testa e un bizzarro sorriso di circostanza nascosto sotto i baffi grigi. Si era sorpreso di vedere Jonathan Owen presentarsi da solo nella tana del lupo, evitandogli il disturbo di cercarlo. Rischio che, certamente, l'inglese aveva calcolato con metodica freddezza.
"Sarò concreto nei dettagli, Tokugawa sama" precisò Owen con evidente astuzia. "L'Inghilterra sosterrà il rinnovamento di Meiji. Sappiate che i feudi di Satsuma e Chishu hanno occupato il palazzo imperiale di Kyoto e hanno spinto Meiji a dichiarare la restaurazione del potere politico imperiale. A seguito di ciò, l'Imperatore invierà le sue truppe a Edo. Il daimyo di Satsuma, Takamori, ha obbligato l'assemblea a proclamare l'abolizione del vostro titolo e la confisca delle vostre terre!"
Lo shogun ascoltò con cinica indifferenza ciò che già presumeva sarebbe accaduto. "Meiji, dunque, ha, brillantemente, incaricato un suo alleato per venire a propormi una resa!" lo burlò con un mezzo sorriso di sfida.
Owen assunse uno sguardo laconico. "Io sono solamente un negoziatore!"
"E cosa vorreste propormi, di grazia, dal momento che tutto mi viene tolto?"
L'inglese si fece serio. "Evitereste un forte conflitto e vi verrà risparmiata la vita. Meiji si mostrerà clemente con voi offrendovi una buona opportunità per cooperare col governo imperiale!"
Tokugawa sbottò in una mezza risata di scherno. "Ridotto a un semplice suddito per degradare un governo che vive da più di duecentocinquanta anni?"
"Mettete da parte l'orgoglio e l'onore, Tokugawa, o tutto ciò porterà al massacro di parecchi innocenti!"
"E voi inglesi, che cosa ci guadagnerete?"
Owen fu irremovibile. "L'Inghilterra vuole commercializzare, invece di perdere tempo a sedare una guerra civile. E in questo momento, voi non siete tra gli ascendenti più forti!"
Il ghigno che emise lo shogun fu colmo di stizza. "Ci sono parecchi interessi in gioco!"
L'inglese inarcò un sopracciglio con sottile curiosità. Aveva anticipato i tempi per presentarsi davanti al capo del Bakufu. Il suo sguardo si assottigliò per un istante, sorridendo di velata astuzia. Se raffinava l'ingegno, avrebbe consegnato lo shogun a Meiji; messo fuori gioco Helmut; salvaguardato Casey e fatti fruttare gli interessi del regno britannico.
"Avete incontrato qualcuno di recente, Tokugawa sama? Un inglese, per esempio?" domandò con tono prudente.
A Tokugawa non piacque lo sguardo di Owen, freddo e calcolatore. Era ciò che meno gli piaceva delle spie, quando si mostravano più furbe delle volpi.
"Non vedo come questo possa interessarvi, Owen san!"
Owen annuì scettico, dissentendo il tono difensivo del suo interlocutore. Ogni cosa per lui divenne chiara e distinta. "Ho saputo che avete approvato la richiesta di appalto per la costruzione della prima ferrovia ... a un inglese!"
Lo shogun si corrucciò. "E con ciò?"
"Pensate veramente di riuscire a mantenere così le vostre ascese all'interno del Bakufu?" Jonathan non mantenne più un tono prudente e lo shogun si domandò che cosa stesse architettando il cervello di quell'uomo, dal momento che doveva tenere a bada parecchi interessi, inclusi quelli personali. Non era mai stata sua intenzione portare il suo popolo al massacro, ma essere declassato a un semplice daimyo era disonorevole per il nome che portava. Tuttavia, era consapevole che l'inglese stava valutando con sottile circospezione ciò che la sua mente stava macchinando.
"Se avete qualcosa da propormi, oltre alla mia disfatta, avete la mia attenzione, Owen san!"
Jonathan si sfilò il panama, ma solo per passare una mano tra i capelli per poi indossarlo nuovamente. "Helmut Collins fa pressioni sull'appalto ferroviario così come i suoi finanziatori gli premono il fianco per mettere le mani sul quel contratto, e per come stanno le cose, ha chiesto a voi una collaborazione più incisiva. Lo confermate?"
Tokugawa lo guardò astutamente, mettendosi comodo sullo schienale. "Continuate!"
"Il suo maggior azionista è una giovane ereditiera di cui io sono il tutore" scoprì le carte con tono dissimulatore. "La giovane possiede l'oro e un matrimonio con Collins permetterebbe a quest'ultimo di creare una banca, che nel giro di cinque anni si arricchirebbe grazie ai processi industriali provenienti da mezza Europa!" Fece un respiro profondo e strizzò l'occhio alla mascella indurita dello shogun. "Vi ha promesso un cospicuo finanziamento per non dipendere dagli incentivi francesi in cambio della mia testa su un piatto d'argento e di Casey Bailey!" L'azzardo di Owen era mirato a scoprire le reali intenzioni di Helmut, sostenendo, altresì, fino a che punto lo shogun era disposto a rischiare. Non metteva in dubbio che Tokugawa si sarebbe lasciato distrarre dall'esistenza dell'oro; la sua era una partita messa all'angolo, benché il suo tentativo fosse d'obbligo per imposizione di quella negoziazione.
Tokugawa si lasciò sfuggire una smorfia incredula e Owen continuò, indurendo il tono e comprimendo lo sguardo nell'incedere la sua teoria, che aveva uno scopo ben mirato: "Fatto fuori me, lui rapirà la ragazza per i suoi scopi e poi la consegnerà agli schiavisti che si arricchiranno gettandola nei bordelli di lusso e voi" sottolineò, con voce stridente "sarete suo complice!"
Il pugno che Tokugawa impresse sul tavolo fu la conferma della veridicità di quella logica. "Come osate? ..."
"Sono venuto qui per ordine dell'Imperatore e della mia sovrana!" lo incalzò Jonathan, sollevando la voce. "Non crederete sul serio che non abbia preso le mie precauzioni!"
"Casey Bailey è sotto la protezione della monarchia britannica; qualsiasi cosa accadrà a quella ragazza, Sua Maestà la regina Vittoria vi terrà unicamente responsabile. E quando il vostro governo verrà sciolto, può darsi che chieda anche la vostra testa, e qui sono in parecchi a volersi disfare di voi. Questo è l'unico patto che ho stretto con la mia sovrana per accettare un tale lurido incarico!"
Tokugawa scattò in piedi livido in volto. "Siete una lurida canaglia!"
Jonathan sfoderò un sorriso ossequioso, inchinando lievemente il capo al pesce che aveva abboccato all'amo. "Il migliore nel mio genere!"
Lo shogun era con le spalle al muro. Jonathan era stato intuitivo nel suo gioco d'azzardo. Il rischio era enorme, benché inconsapevole della reale minaccia che legava Helmut allo shogun.
Yoshinobu strinse gli occhi, guardandolo attentamente. "Non mi avreste detto tutte queste cose senza avere anche una soluzione, Owen san. Che cosa proponete, dunque?"
"Casey Bailey è in grado di fondare un Istituto di Credito nel regime della legalità e proporre a una persona come voi di occuparsi del settore finanziario una volta che Meiji vi avrà destituito e nominato daimyo della provincia di Edo. Non sareste un semplice daimyo, ma deterreste una posizione privilegiata all'interno della prima Banca di formazione in Giappone. Persino Meiji dovrà dipendere da voi!" rincarò la dose.
Tokugawa sbatté le palpebre. Pareva deliziato a quell'alternativa. Cedere, però, a Meiji, calpestando un'orgogliosa era dinastica ...
Di fronte alla titubanza del suo interlocutore, Owen incise un tono di voce insistente. "Non abbandono chi fa affari leciti con me, e in questo vi do la mia parola di gentiluomo!"
Lo shogun sorrise, celando l'occhio astuto. "Per essere credibile con Collins dovrò arrestarvi!" Bleffava e Owen se ne convinse, ma non poteva cedere.
"Rinunciate, dunque, all'offensiva contro l'Imperatore?"
Tokugawa sbottò a ridere. "I negoziati con Meiji si concludono qui!"
"Casey non deve cadere vittima di Collins!" ringhiò quasi Owen, facendo un passo avanti. In quel mentre, due guardie entrarono e lo afferrarono per le braccia.
"Farò in modo che non tocchi la vostra figliastra, in vista del futuro che mi avete proposto. Siamo, comunque, nel bel mezzo di una guerra ed io devo fare di tutto per salvaguardare il mio regno!"
Owen non obiettò, neppure quando lo shogun ordinò alle guardie di portarlo via. In fondo, ciò che aveva previsto, si era avverato.
STAI LEGGENDO
GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...