Il violento temporale aveva proseguito per tutta al notte e il giorno seguente. Non aveva dato tregua ai due viaggiatori intenti a raggiungere la capitale, nonostante le difficoltà del cammino.
"Sei esausto, vecchietto?" urlò una voce, voltandosi dalla sua cavalcatura verso il compagno, il quale a rilento faceva avanzare il proprio cavallo.
Con una mano, il più anziano si tenne il cappello ben calcato sulla testa; con l'altra teneva saldamente le redini; l'acqua grondava tra le falde del suo panama.
"Non saresti in grado di mangiare la stessa polvere che ho mangiato io per tutta una vita rimanendo sempre in piedi, ronin da strapazzo!"
Il giovane gli fece, poi, cenno col dito a indicare la luminescenza di una costa. "Tra poco giungeremo a Edo, vecchio mio!"
Il compagno annuì vigorosamente, sollevando di più il bavero dell'ampio cappotto per proteggersi dal vento e dalla pioggia.
Era appena trascorsa la prima ora del meriggio quando Kyu e Jonathan arrestarono i loro cavalli davanti alla locanda di Naemi. Il vento si era finalmente sopito, benché la pioggia continuasse a scendere.
Come l'inglese entrò nel locale, la vivacità del luogo lo sommerse tra camerieri e commensali, senza per questo far sparire dal suo volto il sorriso da buon arrivato.
Appena uscita dalle cucine, Naemi si scontrò con quel sorriso tra il beffardo e il giocondo, nascosto dalla curva dei baffi grigi e ben modellati. Owen allargò le braccia per accoglierla. "La mia locandiera preferita avrà di certo preparato il mio piatto preferito!"
La donna si lasciò abbracciare con affetto, stentando a tenere a bada il suo animo preoccupato. Sbirciò il nipote, dietro Owen, che entrando si stava dando già un gran da fare a cercare qualcuno con occhi trepidanti.
"Avete fatto buon viaggio ... sì?" chiese lei quasi impacciata. "Immagino abbiate fame ... Vi faccio preparare un tavolo ..."
"Affamati, eccome!" elargì l'inglese, sfilandosi il soprabito umido e il cappello che porse a un fattorino. Si lisciò poi il panciotto con le mani. "Non prima, però, di aver salutato la mia diletta!"
Nel mentre, Kyu, finito il suo giro di ispezione tra i tavoli, si accostò alla zia con sguardo grave.
"Dov'è Casey sama?"
La donna si raddrizzò, come punta da un'ape, e batté le mani. "Prima mangiamo!" e li sospinse con tutta fretta verso il tavolo più vicino. Comportamento insolito che allarmò il nipote.
"Oba san!" la chiamò con un mormorio costante.
"Sarà certamente in camera sua. Vado a farle una sorpresa!" annunciò Jonathan, avanzando l'atto di avviarsi verso le scale.
"Non la troverete!" urlò quasi la locandiera, stringendo i pugni al petto e imbronciando il viso paffuto per trattenere l'inquietudine. Jonathan tornò indietro. L'atteggiamento della donna allarmò anche lui e il suo sguardo si fece severamente serio.
"Che cosa è successo, oba san?"
"Wakaranai!" (Non lo so!) - rispose lei con tono rauco e triste. Sollevò lentamente gli occhi sul nipote. Le labbra serrate si ammorbidirono e la sua voce tremò.
"Piccola chan è scomparsa da ieri mattina!"
Gli occhi del ronin brillarono di una luce minacciosa, mentre il petto di Owen smise di muoversi al racconto che la donna espose quasi tutto d'un fiato.
" ... i ragazzini sono tornati poco prima di voi, riferendomi che l'inglese non si è fatto vedere all'Ambassador, mentre Yado sta perlustrando le campagne con tutti gli uomini che Awashima ha messo a disposizione, inclusa parecchia gente di Ginza!" Le lacrime la colsero e Kyu l'abbracciò per consolarla. Si voltò, poi, a guardare Jonathan. Questi teneva una mano sul petto, l'altra a serrare lo schienale di una sedia. Sembrava stesse cedendo al peggio.
Il giovane gli posò una mano sul braccio e lui lo guardò atterrito. "Non posso perderla!" confessò a denti stretti. "Non posso deludere colui che me l'ha affidata!" Il suo sguardo, poi, si perse nel vuoto. "Che razza di tutore sono stato per non essermi curato di lei?"
Naemi si senti di redarguirlo. "Se mi avessi parlato prima di piccola chan, certamente, l'avrei protetta diversamente. E' tardi, adesso, per piangersi addosso!"
"Da quando sei andato via," si fece udire Kyu "lei ha imparato ad affidarsi a se stessa e a difendersi. Ha passato situazioni spiacevoli senza mai arrendersi!"
"Se Collins le avesse fatto del male," continuò "si sarebbe presentato in città, invece di sparire o non avrebbe un alibi!"
Naemi si corrucciò. "Yado sta cercando nel 'passo dei cacciatori', perché è lì che hanno trovato un uomo ferito!" Le sue parole catturarono l'attenzione dei due uomini. Lei annuì con vigore e fece loro cenno di seguirla super le scale.
"Non ho mai visto questo Collins, ma l'individuo ferito è occidentale. L'ho sistemato in una camera singola."
Giunti nella stanza, la donna accese un lume e si portò innanzi al letto. Lo sconosciuto dormiva profondamente, seppur col volto tratteggiato dal dolore.
"E' il tirapiedi di Helmut!" digrignò Jonathan tra i denti.
"Ha perso molto sangue per una ferita da spada" disse Naemi.
"Casey non sa usare la spada ma solo l'arco" rifletté l'inglese.
"Quest'uomo ci ha aiutati a fuggire dall'Ambassador" si impensierì Kyu. "Credo che abbia aiutato Casey sama a fuggire e nella colluttazione sia rimasto ferito!"
Jonathan si voltò di scatto a guardare il giovane con speranza. "Avrebbero trovato anche lei, certo! Forse è riuscita a fuggire!"
"E Collins la sta cercando!" gli fece eco il ronin.
"Piccola chan ... imparato a conoscere campagne di Ginza!" tirò su col naso Naemi.
"Ha, dunque, un vantaggio su di lui!" ribadì Owen.
"Fuori ci sono parecchi tuoni" mormorò preoccupato Kyu. "Ha imparato ad accettare la loro natura ma non a gestire del tutto la paura!"
"Per questo rimane nascosta!" sussurrò poi pensieroso.
Owen lo scrutò con sorprendente ammirazione. "Le hai persino insegnato a convivere con questo timore ... che si porta dietro sin da bambina?"
Il ragazzo chinò gli occhi impacciato e la zia trovò adorabile quel tenero tentativo del nipote di tenere nascosto il sentimento profondo che lo legava alla giovane inglese.
La locandiera, infine, sobbalzò. "La zona dov'è stato trovato quest'uomo è pieno di crepacci che scendono fino al torrente. Mi domando ... lasciando perdere i crepacci" e scosse il capo, scacciando l'immagine funesta di Casey che precipitava in una fossa " se io fossi un animale braccato da cacciatore ... dove andrei a nascondermi?"
Kyu sollevò lo sguardo sulla zia e le sorrise fiducioso. "I torrenti portano sempre da qualche parte!" Afferrò, dunque, Jonathan per un braccio e se lo tirò dietro.
"Sagashimashou!" (Andiamo a cercarla!)
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GLI OCCHI DEL RONIN
Fiction HistoriqueEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...