Casey sollevò le palpebre tormentate dal calore del sole, che filtrava dalla vetrata della veranda. Le era sembrato tutto un sogno e sorrise estasiata, circondata da quell'inebriante atmosfera che l'aveva avvolta per tutta la notte e che sembrava restia a dileguarsi con le luci del mattino.
Kyu era ritto ai piedi del letto, già vestito e con la katana in mano, quando percepì due occhi che lo scrutavano con affascinante curiosità. Le si avvicinò, guardandola con amorevole affetto. Com'era difficile lasciarla, nuda e illanguidita sotto il lenzuolo che tracciava le sue morbide curve; le braccia tese, pronte a trattenerlo, ove lui non resistette a venirne catturato, adagiando le labbra su quelle di lei, morbide e calde.
"Posso chiederti dove stai andando?" domandò lei con voce fievole.
"Da Jonathan. Starà, sicuramente, cercando Helmut aiutato da oba san!"
Lei fece l'atto di alzarsi ma lui la trattenne con dolcezza. "Non pensarci neppure, mia cara!"
Lei obiettò con lo sguardo ma lui fu impenetrabile. "Ti ho messo alcuni vestiti comodi sul divano, dovrebbero entrarti. Indossali e vai da Nia. Troverai il cavallo già sellato nella stalla ..." la bacio, soffocando la sua iniziativa di ribattere, che si tramutò in un rantolo di protesta.
Casey doveva avvertire Kyu riguardo Helmut, ma avrebbe impiegato troppa energia a fargli capire tutto quel disastro. Kyu, era convinta, non avrebbe giustificato il male che Helmut le aveva recato. Pensò, poi, a Jonathan e un barlume di speranza la invase.
"Lo farai?" le sussurrò sensuale tra le labbra.
Lei cedette e annuì per poi posare una mano sul suo viso. "Stai tremando!" gli bisbigliò quasi con un leggero ansito.
Lui adagiò una mano su quella di lei per sentirla meglio sul suo viso. Adagiò la fronte sulla sua. "Perché non voglio lasciarti!" Chiuse gli occhi, lottando per reprimere il desiderio di sfilarsi gli indumenti e infilarsi sotto le coperte con lei.
"Tornerai presto ... da me?"
"Non ti accorgerai neppure del tempo che volerà!" le rispose, baciandola di nuovo con ardore, per poi sollevarsi e precipitasi fuori dalla stanza con passo rapido per evitare ripensamenti.
Quando, poco dopo, udì il cavallo allontanarsi, Casey decise di alzarsi. Si vestì degli indumenti che trovò adagiati con cura sul divano. Erano un paio di calzoni da cavallerizza con morbidi stivali di cuoio; una camicia di flanella e una giacca da amazzone, di lana e ben modellata in vita, dal taglio fortemente europeo. Quegli abiti dovevano essere appartenuti alla mamma di Kyu, pensò guardandosi allo specchio con approvazione. Raccolse, infine, i capelli, appuntandoli col fermaglio dai ciliegi intrecciati.
Un vassoio era riposto sul basso tavolino, recante alcune ciotole ancora fumanti e una candida camelia a decorarne lo sfondo. Sorrise al gesto del marito di deliziarla con una succulenta colazione al risveglio. Sentendo lo stomaco brontolare, afferrò le bacchette desiderosa di gustarsi quelle pietanze che l'avrebbero di certo rinvigorita, accompagnate dalla splendida veduta del lago scintillante al di là del vetro.
Quando terminò di mangiare, si accorse di alcuni pasticcini alle mandorle adagiati su un piattino. Erano la specialità di Naemi e i suoi preferiti. Radiosa, afferrò il piattino facendo scivolare in una mano i biscotti, sgranocchiandoli nel mentre che usciva di casa per andare a recuperare il cavallo nella stalla.
NOTA DELL'AUTRICE
Nel prossimo capitolo avverrà un rimbalzo di trama
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GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...