Cleo non era una ragazza come le altre adolescenti di Lisbona, non rientrava nella categoria "sempliciotte" ma era ben altro.
complicata e dannatamente bella come un'angelo caduto, la vita le era stata ingiusta e bramava vendetta.
Alle luci dell'alb...
"Non saprai mai quanto sei forte, finché essere forte è l’unica scelta che hai." Bob Marley
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Alec's pov. 🌕
«Jace,Jace!» urlai il suo nome.
«Che cosa c'è?»
«Fa' più attenzione,diamine. Mi stavi pestando quasi un piede!»
«Non fare la femminuccia e combatti!»
Ero in allenamento con il mio migliore amico,Jace,il quale non prestava molta attenzione dell'avversario e il momento era uno di quelli. Jace era un tipo apposto,il tipico ragazzo che ogni ragazza avrebbe voluto come proprio fidanzato. Alto, capelli biondi, muscoloso e un filo di barba dorata che gli incorniciava la mascella spigolosa. I suoi occhi erano particolari, era affetto da eterocromia: i suoi occhi erano entrambi celesti ma quello di sinistra era 1/3 marrone e alla ragazze faceva impazzire.
Lo definivano più 'sexy'
Era Pronto a combattere ad ogni momento del giorno,anche nel bel mezzo della notte. La differenza fra me e il mio amico era piuttosto nota,non solo esteriormente. Io non ero molto piazzato,ma avevo una corporatura ben definita. Avevo dei capelli scuri sul nero,che curavo ogni mattina, l'aspetto era la prima cosa che le persone notavano. I miei occhi erano chiari,sul verde Anche se, variavano molto in base al clima e diventavano celesti.
Non avevo la barba, neanche un pelo e per questo Jace mi prendeva in giro per il mio viso da 'bambino'.
Era il mio 'Parabatai' e non c'era un solo termine che racchiudeva tutto il nostro rapporto... Era al mio fianco da quando eravamo soltanto dei bambini, combattevamo assieme, era la mia spalla e io la sua mente.
Io ero molto organizzato, cercavo un rimedio a tutto ed ero persino un calcolatore seriale; A differenza di Jace che rimediava utilizzando la forza ,era una persona molto impulsiva e non ragionava mai. Anche per questo eravamo un meraviglioso duo e nessuno al mondo sarebbe riuscito a separarci.
Passavamo intere giornate a divertirci, a pestarci ogni santo giorno ma nessuno dei due faceva del male all'altro. Eravamo legati per la vita, era la mia anima.
Sorrisi al mio amico e gli sferrai un gancio destro che lui schivò Mi prese dal bavaro della camicia e fece un mezzo giro per rovesciarmi sul pavimento. Afferrai la sua caviglia e lo tirai a me.
«Ragazzi,la mamma sta per fare un annuncio» disse mia sorella Isabelle entrando nella sala d'addestramento interrompendo il nostro combattimento
«Arriviamo Izzy» rispose Jace mettendosi di nuovo la sua maglietta,feci come lui e poi seguimmo mia sorella fino alla zona che prese il nome come 'centro di comando'.