Cleo's pov.
Erano passate delle ore da quando Jace si finse Superman e sfidò hodge,chiesi di andare con lui e il suo parabatai ma entrambi risposero di 'no, è una cosa fra maschi' e allora rimasi nell'istituto a scambiare quattro chiacchiere con la cuoca della mensa.
«Dov'è?»Urlò Jace
Potrei solamente aver salutato la cuoca ed essere andata con Jace e Alec,ma se mi avessero scoperto, avrei negato il tutto.
«È troppo tardi,ha già la coppa!» Rispose hodge.
Ero nascosta dietro a una massa di scatoloni di legno ma il luogo mi era nuovo, era una vecchia stazione.
« come hai potuto?»
«Volevo essere libero,sono stato troppo in gabbia!»
« eri il nostro insegnante,eri come uno di famiglia!»
Sinceramente,non trovano il motivo per cui urlassero,ma era meglio..non sentivo molto.«i Lightwood avevano fatto un accordo, dove quello da punire per i loro crimini commessi ero io! ero un loro prigioniero!e poi siamo realistici,non puoi vincere contro di me Jace,ti ho insegnato io tutto ciò che sai» lo provocò Hodge.
«non tutto.»
Iniziarono a combattere,ma sembrava un incontro di kun fu panda.«Kun fu panda e le sue leggende» iniziai a canticchiare la sigla del cartone mentre i due si prendevano a pugni.
«Jace è un tipo tosto senza alcuna esitazione,ha dato il massimo per essere un guerriero ShadowHunters!»
Jace prese la sua lama Angelica.
«Uh,ah, Yeah- oh cazzo» aveva ucciso hodge.Pace all'anima sua
«è finita»disse Alec.
«Da dove cazzo è uscito quello?» Non l'avevo visto, si era nascosto?
« no! È un traditore, deve pagare!»
«stavi per ucciderlo»
«Quindi non è morto?peccato mi stava sul cazzo»era vero,si credeva chissà Chi.
«avrei dovuto farlo! ha aiutato Valentine e il clave non ha fatto niente!»
«E che vuoi fare Jace? uccidere ogni ex membro compresi mamma e papà?»
« Non sono i miei genitori»ringhiò Jace.
«ti hanno cresciuto,sono loro i tuoi genitori»
Il telefono iniziò a squillare e appena i due iniziarono a camminare nella mia direzione, uscii allo scoperto.
«Che cosa ci fai qui?»
«Perché tu non la sentivi mentre cantava?»Domandò Jace al suo migliore amico.
Il telefono squillò un altra volta e quando vidi il nome di Ester risposi.
<Kristin sta male>
<Cosa?>
<Non respira>
<arrivo subito preparami il neccessario..sai cosa intendo>
<Ne abbiamo tre>
<Perfetto, arrivo subito>
Chiusi la telefonata e feci per andarmene ma la voce di Alec mi fermò«Dove vai?»
«A Lisbona con un portale,Ester vuole parlarmi.»
«Okay,fai presto» sorrisi.
Feci un portale e entrai ritrovandomi davanti al mio vecchio Istituto.
«Porca troia,che caldo» Lisbona non era proprio dietro l'angolo di New York e avevo dei leggins di pelle.
Sospirai e Raggiunsi l'ufficio di Ester che lo trovai cambiato.
Aveva fatto una pitturazione sul beige con le decorazioni bianche,lo trovai più luminoso.«Dov'è Kristin?» Domandai e Ester aprì una porta.
Trovai la bambina sul divano con sguardo perso, occhi stanchi ed era abbastanza pallida.
«Cleo»mi dedicò un sorriso.
«Ehi,come stai?»
«Buon compleanno!» Urlò abbracciandomi.
Cazzo,me ne ero dimenticata.
Era il mio compleanno..voleva dire,un altro anno passato senza mia madre.«Grazie»
Il telefono squillò,era Alec.
<C'è Valentine a casa di Camille,ti invio la posizione fra qualche instante,il tempio di capire come si faccia..>
<Valentine?>
<Si, vieni subito qui, abbiamo bisogno di te>e terminò la nostra conversazione.«Era solo una scusa per farti venire qui»disse la bambina.
«Scusate,ma non posso rimanere»
«Cosa?e perché no?»Domandò Ester
«Posso uccidere finalmente Valentine.»
«tuo padre?Vai,so che farai del tutto meglio.»
«Ritornerò, promesso.»Salutai le due e ritornai a new York.
Iniziai a correre verso casa di Camille,la vampira che morse Simon...o uccise,dipende dai punti di vista.
Non sapevo in che via fossi,non mi ero ancora ambientata in quella grande città e quindi seguivo la mappa sul telefono.Dopo averlo raggiunto, sentii la voce di Valentine.
«Clarissa.. Voglio che tu sveglia tua madre e so che alla fine vi unirete entrambe a me,è destino»
«Beh,se fossi in mia sorella mi ucciderei prima» feci la mia grande apparizione.
Vidi che gli uomini di Valentine avevano i miei amici,una parola sbagliata e poteva ucciderli
«Oggi è il ventotto ottobre,
Buon compleanno amore di papà.
Pensavi che ne fossi dimenticato?»«Sei il miglior papà del mondo» risposi ironica.
«Allora,ti unisci a noi?»
«Per fare cosa, esattamente?»
«Lavorare con tuo padre e tuo fratello»
«Valentine...non sono nata ieri, sono più intelligente di te, più forte di te e vuoi vedere di cosa sono capace?» Domandai con tono di sfida.
«Allora Jace?vieni con me?» Non rispose e cambiò soggetto.
« se vengo con te, promettimi che non farai a loro del male»disse Jace indicandoci.
« ti do la mia parola»
«Cazzate,Anche ad una bambina di cinque anni hai fatto una promessa e sei sparito nel nulla» sbuffai.
« è una follia! che cosa vuoi fare? Valentine si sbaglia,tu non sei come lui e neanch'io» urlò Clary.
«non puoi saperlo» rispose il biondo affiancando Valentine.
«lasciateli andare»gli uomini di Valentine,sotto suo ordine lasciarono i nostri amici e subito il parabatai di Jace gli andò incontro.
« state indietro, Alec non scherzo»
Valentine aprì un portale e i due entrarono seguito dai suoi uomini.Clary urlò e fece per seguirli ma Alec la bloccò.
« ma che fai?»
«Ti salvo la vita, se entri in un portale non sapendo dove conduca...sei finita Clary»
Lei andò ad abbracciare il suo migliore amico,era sempre intorno quello.
Alec si avvicinò a me e iniziò a guardarmi.
«Stai bene?» Domandò
«Dovrei essere io quella che li chiede,avevi una lama sul collo appena qualche secondo fa»
«A chi importa?»
«A me Alec, importa a me »
«Non sapevo fosse il tuo compleanno» sorrise.
«Neanche io, me ne ero dimenticata» mentii, odiavo il mio compleanno..
Mi ricordava quanto sola fossi al mondo.Passò la mano sulla guancia per farmi una carezza e dopodiché mi baciò dolcemente.
«Dobbiamo festeggiare»

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Damnatus Angelus
FanfictionCleo non era una ragazza come le altre adolescenti di Lisbona, non rientrava nella categoria "sempliciotte" ma era ben altro. complicata e dannatamente bella come un'angelo caduto, la vita le era stata ingiusta e bramava vendetta. Alle luci dell'alb...