Saliamo le scale e d'impatto si nota un lungo corridoio pieno di porte a destra e a sinistra. Cam si avvia verso la fine del corridoio tenendomi sempre la mano.
«Ti farò il tuor della casa quando non ci sarà nessuno a prenderti in giro»
«Non preoccuparti è solo un cretino»
«Per la verità è il secondo più intelligente della squadra, fa il cretino solo perchè è abituato ad essere il secondo in tutto, e di solito le ragazze che mi scopavo lui se le passava dopo di me.»
«Poverino!» dico ironica.
Fa uno di quei sorrisi che coinvolgono il respiro col naso. Arrivati alla fine del corridoio vedo delle scale in legno, sembrano non avere niente a che vedere con il resto della casa. Lui sale per primo, non credo sia per maleducazione. Arriviamo in cima alle scale, ho contato dieci scalini. Sono molto ripidi per cui anche se sono solo dieci suppongo che ci siamo allontanati di molto dal piano di sotto. La porta è rotta, infatti si deve togliere per entrare non la si può aprire, ora capisco perchè è passato per primo. La sposta e mi fa segno di entrare, poi entra anche lui richiudendosela alle spalle. Noto subito la biblioteca, è alta almeno come due piani normali, e penso subito che abbia due piani di camera.
WOW! Quanti libri, potrei passarci una vita qui dentro, non pensavo fosse un tipo che legge libri.
«Wow!» stavolta lo dico ad alta voce.
«Si, bello è? Diciamo che la notte non ho molto da fare e non posso fare casino dal momento che gli altri dormono e in teoria dovrei dormire anche io.» in effetti ha ragione.
Vado avanti passando sotto un'arcata che mi porta sulla stanza vera e propria, c'è un letto matrimoniale ben fatto, un divano rosso mogano a due posti ma piazza larga, una scrivania abbastanza grande da poter bastare per tre. Sul muro sulla della scrivania ci sono appesi dei disegni e un'articolo di giornale: "Violet, uccisa si, ma da chi?", ha conservato l'articolo che parla di lei, ottimo!
C'è un portatile della Microsoft e un computer fisso della Apple, a sinistra c'è una colonna dove ha impilato dei dvd e ci sono attaccati dei ripiani su cui vi sono appoggiati i pesanti libri di scuola.
Sempre collegata con un'arcata, ma più piccola, c'è un'altra stanza con un letto molto più grande dell'altro e abbastanza strano, poi ci sono un comò grigio fumo e un'armadio, è il triplo della mia cabina armadio, che si estende su tutta la parete di fondo. Girando a destra c'è una piccola porta, la apro e vedo un bagno....Pure!?
Non è ne grande ne piccolo, c'è una doccia, il water, il bidè e un lavandino con la specchiera che ha sui lati due mobiletti. Noto che la doccia ha il soffione idromassaggio e che sulla porta, se chiusa, c'è uno specchio a figura intera. Ben organizzato devo dire!
«Se vuoi puoi sederti!» dice indicandomi il divano.
«In piedi sto bene, sto ammirando la camera. Non che mi lamenti della mia ma questa è grandiosa, anche se il letto che c'è di là stona con il resto e non so a cosa possa servire.»
«Serve al sesso, è più grande e quindi ci si possono fare un sacco di cose senza paura di cadere, anche perchè ha i bordi quindi di cadere non se ne parla.»
Ok sono imbarazzata.
«Ehm...ok, non basterebbe un letto normale? E poi scusa se cadi dal letto continui sul pavimento o al limite ti rialzi e ti sdrai di nuovo stando attento che non ricapiti»
«Si beh, credimi per certe cose quello è più comodo. Te ne accorgerai da sola quando sarà il momento.»
«Hai già progettato di portarmi a letto? Ottimo!» dico alzando gli occhi al cielo. Lui se ne accorge e d'un tratto mi ritrovo sotto di lui stesa sul letto dell'entrata.
«Che fai?»
«Hai paura?»
«No, certo che sei fissato con la storia della paura èh?!»
«Hai ragione scusa!»
Noto solo ora che avevo ragione sul fatto di avere una camera a due piani, infatti c'è una scala vicino a quella da cui siamo entrati.
«Che c'è di sopra?» tira un respiro profondo e si irrigidisce.
«Sicura di volerlo vedere? Lì ci sono...io» che vuol dire che c'è lui? Sono curiosa perciò annuisco, non mi importa cosa troverò voglio vederlo perchè in fondo, si, sono innamorata di lui e devo accettarne ogni parte.
Salgo piano le scale seguita da Cam che ha l'aria preoccupata, mi fermo in mezzo alle scale voltandomi verso di lui.
«Sicuro che ci posso andare?»
«Si, solo che non sono abituato alla gente, tu lasci un'odore diverso rispetto a quello delle altre con cui sono stato. In ogni caso qui dentro di solito ci entro solo io per cui diciamo che, in generale, non sono abituato a sentire un'odore diverso dal mio.»
«Lo so, ho il sangue dolce, non ho i globuli bianchi o almeno ne ho il 23% su 100 quindi il mio sangue attira più di un normale»
«Ecco, ora sappiamo perchè sono dipendente da te»
Faccio un sorriso, poi finisco di salire le scale che scricchiolano e apro la porta.
Appena la apro vedo dei graffi poco profondi incisi sopra, la stanza è buia perciò cerco l'interruttore della luce e una volta trovato sgrano gli occhi vedendo cosa c'è nella stanza. Sembra di essere in un film horror. Le pareti sono piene di graffi e di schizzi di sangue, non oso immaginare di chi sia. Attaccate al muro vedo delle catene molto grosse, le maglie sono spesse e grosse quanto quelle che usano per caricare le navi merce. Vedo anche un frigo in miniatura ma sembra essere anch'esso stato riparato come il muro, è sfondato un po' ovunque. È pieno di toppe dove sono attaccate le catene, non so cosa pensare. Ci sono anche dei pesi simili a quelli che si usano per i carcerati solo che sono quadrate, credo perchè sono più difficili da muovere, che si ancorino meglio al pavimento impendendone il movimento.
Non è molto difficile capire cosa sia successo qui, ci sono due ipotesi: o Cam si è improvvisato una stanza da Jack lo squartatore oppure ci si è legato lui, e dal momento che ha detto di non voler essere un'assassino...penso che la seconda sia la più plausibile.
«Perchè ti fai questo?»

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Un amore paranormale
RomansaMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...