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Merel
Ci svegliamo ancora nella stessa posizione di questa notte ma non sento più quello che pensa, è strano. È strano il fatto che l'uno ha potuto sentire i pensieri dell'altro. Anche se per qualche secondo ho sentito quanto Cameron mi ama, stava pensando a questo in effetti, pensava al fatto che mi voleva di più di così e che avrei ceduto presto, ma che se non fosse stato così avrebbe aspettato una vita intera: quello che gli importava ero io e non il sesso con me, quello passava in secondo piano.
È stato con talmente tante ragazze che a volte mi sento come se non fossi all'altezza delle sue aspettative, ci sono ragazze nella scuola che si sono scopate anche i ragazzi più brutti solo per fare pratica, perchè una volta che lui le avrebbe scelte avrebbero dovuto saperlo fare, io invece non so come si fa. So quello che si vede nei film, cioè non ho mai messo in pratica, ma quello che vedo dovrei essere in grado di rifarlo, spero. So molte cose a riguardo, ma questo perchè esiste internet e esiste anche Rose, alla quale non si può dire nulla che si mette subito a pensare a doppi sensi, a volte mi stupisco del fatto che ne trova anche un terzo di doppio senso, a volte invece salta fuori con fantasie assurde ed è molto curioso da parte di un adulto parlare di queste cose con un adolescente. Le mie conoscenze sono solo teoriche, di pratiche non ne ho nemmeno nei sogni.
È il secondo giorno a Londra e ci stiamo preparando per andare alla Royal Ballet - la mia scuola...cioè ex scuola.
Qualcuno è in ritardo e io so quanto Madame odi i ritardatari, dice che sono persone poco serie e raccomandabili e che per questo non faranno carriera. Ho addosso vestiti comodi che usavo anche quando frequentavo questa scuola. Finalmente arrivano tutti così la prof ci conta e ci mette sul bus che ci porterà alla Royal.
Una volta arrivati vedo i miei vecchi compagni e gli vado addosso, lo stesso ovviamente fa Matt.
«Non sapevo che fosse una che fa cose simili!» sento dire a Crystal in un tono da ragazza odiosa e viziata, come del resto è sempre.
«Avevo una vita anche io una vita sai? E in ogni caso parla in inglese altrimenti non ti capiscono.» le dico con lo stesso tono che lei ha usato contro di me.
Entriamo al suono della campana, Cam si siede con gli energumeni tra il pubblico, le fatine insieme agli altri prendono posto sul palco. Facciamo tutti riscaldamento nell'attesa di Madame, quando fa la sua entrata tutti le rivolgiamo il saluto e lei inizia con appello e controllo materiale. Nonostante io avessi proibito cose troppo aderenti o scollate e soprattutto i tacchi, Crystal aveva avuto il coraggio di metterli in ogni caso, così quando arriva il suo turno nell'elenco viene sgridata.
«Credi di essere a casa tua? Lo capisci l'italiano no? Perciò guardami non fare finta di nulla. Mi sembra che Merel abbia fatto il suo lavoro avvertendo gli altri dell'abbigliamento da dover tenere, eppure tu te ne sei fregata, ti sembra rispettoso?»
Crystal la guarda con aria di sfida. «Tu che sfidi me? Non ci siamo signorina proprio non ci siamo! Togliti le scarpe e i jeans avanti» l'avevo avvertita.
«Come scusi?»
«Ho detto: togliti scarpe e jeans, cos'è parlo in arabo? Se vuoi lo faccio, ne sono capace, per me non è un problema. Te lo ripeto per l'ultima volta spogliati, se non lo fai ti siedi.» Crystal fa per andare a sedersi.
«Crystal non ti conviene credimi. Fa come dice.» dico io in tono da baby-sitter.
«Neanche per idea, non mi spoglio davanti a tutti. Non ho nulla da nascondere perchè sono praticamente perfetta ma è questione di decenza e rispetto.»
«Crystal! Attenta a quel che fai!» va a sedersi ignorandomi al che Madame le va incontro le leva le scarpe e le spezza il tacco, poi con le forbici - che non si è ancora svelato l'arcano mistero del fatto che le ha sempre in tasca- le taglia i pantaloni. Crystal si alza scioccata e Chantal, ovvero la Crystal di Londra, ride insieme a tutti gli altri e commenta «Ho sfidato anche io Madame e ho concluso che non mi sarebbe servito. Tu sei come me, ti credi chissà chi, ma in realtà qui in questa classe sei uguale agli altri. Accontentati di essere uguale perchè c'è chi supera tutti» e rivolge a me un sorriso che ricambio. Chantal ha capito tempo fa che il suo posto doveva essere identico a quello degli altri e non poteva credersi superiore in questa classe. Crystal si siede indispettita e arrabbiata. Parte una canzone di Zara Larsson, Bad boy, questa canzone dà una forza assurda e sincronizza tutti perchè ha passi specifici e semplici da eseguire. Quelli della Daisy's stanno dietro poco a noi della Royal, si mi considero una di loro, lo sono sempre stata e sempre lo sarò. La prof assegna a turno il compito di coreografare ma improvvisare non viene bene a tutti.
«Gli hai insegnato tu, vero?»
«Si, quel che potevo si!»
«Bel lavoro, ben fatto ma carente. Attenzione ai punti deboli di tutti d'accordo? Hai visto lei? Ha le ginocchia legate e quei passi vanno bene però esegue lo stesso l'esercizio senza accorgersene. Ognuno deve essere in grado di capire da solo cosa può e cosa non può fare.» annuisco e fa ripartire la musica.
L'idea di dover insegnare ai ragazzi cosa fare è molto strana. La lezione procede bene, per quanto bene possa essere visto che Madame continua a sgridare tutti. Ad un certo punto prende in mano la situazione e dà una coreografia da eseguire che si basa su una mia canzone che ho scritto con Piper e un altro paio di persone. La canzone si chiama Private, cioè privato in italiano, parla del fatto che in una società come questa è difficile avere qualcosa di privato e che nessuno si accontenta più di una risposta monosillaba, tutti vogliono sapere sempre di più della vita degli altri. Non capisco cosa dovrebbe fregarmene del vedere il tuo animale domestico, il panorama, il cappuccino...non mi escludo dalle persone che lo fanno, tuttavia non trovo un senso al far vedere a tutti che stai bevendo un caffè...dico, ma chissenefrega no?
Madame continua a lamentarsi e gli energumeni ridono vedendo che le ragazze della Daisy's fanno una fatica assurda a continuare, io ci andavo piano e questo credo che lo abbiano capito, Madame non scherza, in effetti però ha ragione a non scherzare, questo è il lavoro che probabilmente faremo, non è solo una passione, noi studiamo per vivere di questo.
«Forza su, muovete quelle chiappe, avanti sul palco anche voi.» Madame si rivolge agli energumeni e loro, tutti loro, sbiancano, incluso Cam che però è già bianco di suo. Li fa alzare e salire, gli fa fare riscaldamento e poi li mette sotto a prendere noi.
«Se volete fare un buono spettacolo dovete avere il numero esatto di ballerini maschi, tanti quante sono le femmine. Questo fa buona scena e anche se non andate d'accordo nello spettacolo dovete far sembrare che siete fratelli, anzi gemelli, dovete pensare alla stessa maniera, se qualcuno sbaglia o dimentica i passi qualcun altro deve provvedere a sostituirlo immediatamente.»
Ci fa fare quella che chiamiamo cascata di fiducia, ovvero il maschio dietro e la femmina davanti che si butta all'indietro e lui la prende. Lo faccio anche io con Cameron. Un paio di ragazze cadono ma non si fanno nulla, tutti gli altri prendono le ragazze...anche se nel modo sbagliato.
«Non importa come le prendete, l'importante e che voi lo facciate. Quali sono le regole di un partner?»
«Non bisogna cambiarlo ma averne uno di scorta è sempre meglio, con lui non si balla si danza con armonia e precisione, bisogna che conoscano i punti deboli dell'altro in modo da poterli compensare.» dicono tutti quelli della Royal come fosse una poesia.
«Perfetto, tenetelo sempre a mente e non sbaglierete. Adesso giù dal palco ragazzi, qui sotto forza.» li fa sistemare appena sotto il palco e le ragazze le fa mettere sul bordo per farle saltare. Alcuni si guardano scambiandosi occhiatacce come pre dire "o mi predi, oppure sei morto", guardo Cam lanciandogli uno sguardo d'intesa e lui ricambia. Devo letteralmente cadergli tra le braccia. Parte la traccia musicale, una che non riconosco, poi ci dà il via per "cascare", io mi butto quasi subito, certa che Cam mi prenda. E infatti lo fa, il salto non è molto alto, sarà di un paio di metri niente di che, ma se si cade ci si fa male. Non lo hanno fatto tutte e la cosa fa girare le scatole Madame.
Allora uno dei ragazzi dice ad una delle ragazze «Credi davvero che ti lascerei cadere? Wow che poca fiducia, insomma non ti lascerei mai cadere anche se fossi la mia nemica peggiore.» la ragazza arrossisce si chiama Laura.
«È un buon discorso direi. Anche i nemici non lascerebbero morire una persona, tutti hanno sentimenti.» si dirige verso il ragazzo gli sussurra qualcosa poi va sul palco e spinge giù la ragazza che tira un urlo, Mirco la prende al volo e lei le si butta con le braccia addosso ancora tremanti.
Suona la campanella dopo altre quattro ore, manca poco che tutti i ragazzi della Daisy's non crollano al suolo. Matt, Cam ed io non siamo stanchi, io e Matthew siamo abituati a quei ritmi, e oggi è stato piuttosto leggero, mentre Cam beh...Cam è instancabile di natura.
Tutti si lamentano per dolori muscolari o ai piedi perciò rallento il passo per arrivare al bus. Arriviamo all'hotel e tutti corrono alla disperata ricerca di cibo e di una sedia su cui posare il culo pensante e lasciare che assorba tutti i dolori. Cam mi tira da parte e mi dice di raggiungerlo in camera, io non ho molta fame a dire la verità, sia quando abitavo qui che ora che vivo in Italia, non mangio molto a pranzo, anzi mangio solo sotto costrizione di Rose o se ho fame.
Salgo in camera e lo vedo sdraiato sul letto con una bottiglia d'acqua in mano, trema.
«Hey che hai? Non hai proprio una bella cera»
«Non lo controllo. Ti prego aiutami, sta succedendo qui, non riesco a gestirlo.»

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora