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Sono scesa a fare colazione prima di vestirmi, così ho lasciato spazio a Cam nel caso avesse voluto lavarsi. Salgo e dico a Rose che andrò da sola a scuola, in questo modo ci andrò insieme a Cam.
Arrivo in camera e lo vedo seduto sul letto col mio pc in braccio. È bello anche quando ha l'aria triste.
«Ehm...ti dispiace...» dico indicando la porta: «dovrei cambiarmi e sai voglio usare la mia privacy ancora per un pò»
Scoppia a ridere e io gli faccio cenno di stare zitto, Rose ha il sonno pesante ma quando è sveglia ci sente benissimo.
«Scusa. E ok, ti lascio il tuo spazio, ma non credere che non diventerà anche mio, nella vita bisogna imparare a essere generosi...specialmente con alcuni individui.» fa un sorriso ammiccante, l'occhiolino ed esce ghignando per l'espressione che ho fatto.
Finisco di vestirmi, oggi ho messo una maglietta a maniche lunghe leggera e dei leggins non troppo stretti anche loro leggeri. Fa stranamente caldo, o almeno io sono abituata alle temperature "polari" di Londra, piove sempre e l'umidità non scherza. Esco dalla camera e Cam sta giocherellando col suo cellulare seduto vicino allo stipite della porta.
«Ok ho finito, non ho voglia di truccarmi, perciò accontentati.»
«Te l'ho detto, tu sei bella anche con un sacco della spazzatura.»
«Grazie! E così quello è il tuo famoso cellulare finto.»
«Già. Il numero che hai tu appartiene a questo.» tira fuori un Samsung vecchissimo forse uno dei primi.
«Wow quale onore. Perchè non ti piace dare il tuo numero di cellulare alle persone?» mi siedo accanto a lui visto che c'è ancora tempo prima di uscire di casa.
«Sai che non lo so. Penso perchè le persone si nascondono dietro a dei messaggi e questo non lo sopporto, se hai qualcosa da dirmi me lo vieni a dire di persona, non attraverso delle lettere fatte di pixel hd.»
«Interessante teoria. Però è vero, è più facile dietro un cellulare parlare di certe cose, e credo che la gente lo preferisca, è anche semplice fraintendere però.»
«Si, ma non ti posso prendere a pugni tramite il cellulare.» inclina la testa e fa uno di quei sorrisi che definisco da cretini.
Lo guardo e mi metto a ridere, si, è decisamente uno che farebbe a pugni con qualcun altro.
«Beh si, ti ci vedo sanguinante.»
«Ah beh grazie! A parte che devo stare attento, le mie ferite guariscono quasi subito per disperdere meno sangue possibile visto che mi serve come risorsa di cibo, perciò colpisco sempre per primo.»
«Ovviamente...»
«Che c'è? È vero. E per tua informazione non ho ancora ucciso nessuno tranquilla»
«Sul serio? Voglio dire davvero non hai mai ucciso nessuno?»
«No, cioè ci sono andato vicino le prime volte che ho bevuto il sangue dalla vena, ma poi ho scoperto che negli ospedali buttano via tonnellate di sangue perchè non è idoneo e perciò ne rubo qualche sacca»
«Ma non è sangue malato Cam?»
«Si e no. A volte è solo pieno di fumo, droga o alcool, niente di che. Eh si, a volte è malato ma il mio metabolismo assume il sangue e le tossine che contiene trasformandole in "veleno" se vogliamo chiamarlo così.»
«Perchè come lo devi chiamare scusa?»
«In realtà non ne ho idea, ma non è proprio un veleno, può uccidere certo ma solo se il corpo dell'altra persona ha meno di dieci anni. In generale o ti trasforma oppure ti manda in shock anafilattico, ma si stabilizza immediatamente, senza bisogno di chiamare i soccorsi, è un'autodifesa, lo shock ti fa dimenticare cosa è successo. So che alcuni vampiri hanno la capacità di dosare il loro veleno e quindi sono in grado di fare ciò che gli pare: uccidere, salvarti la vita, stordirti o semplicemente trasformarti.»
«Tu lo sai controllare?»
«Mmm...non tutti, so guarire e uccidere, trasformare è già nel DNA, lo sai fare anche se non sai come fare...si è un contro senso, mettiamola così è un'istinto creare altri della propria specie.»
«Salvare la vita alle persone è già di per sè un pregio e uccidere credo sia naturale. In fondo devi mangiare in qualche modo, è il ciclo della vita, vero è che se uccidi persone anziane è meglio che bambini, o comunque gente che ha tutta la vita davanti ed una probabile famiglia.»
«Io non voglio uccidere. Non sono un'assassino, piuttosto muoio di fame, se per sopravvivere io che sono uno ne devo uccidere due ogni giorno allora faccio prima a uccidere me stesso.»
«Ti vuoi molto bene vedo»
«Non è questione di volermi bene o no, lo vedo più come uno stile di vita. Già di mio sono un essere schifoso che per vivere deve cibarsi della cosa che tiene in vita altre persone, se poi mi metto ad ucciderle divento a tutti gli effetti un mostro. E già lo sono ai tuoi occhi e a quelli di Lù, non voglio esserlo anche ai miei. Quando mi guardo allo specchio voglio vedere una persona diversa da un mostro.»
«Non pensavo che per te fosse così difficile essere questo. È parte di te ed è questo che ti rende incredibile, il fatto che tu abbia i mezzi e il motivo per farlo, ma non lo faccia. Credimi cambia tutto, è incredibile come cambi tutto, come tu sia una persona diversa dalle altre.»
«Sono una macchina per uccidere, ma se scelgo di non mettere benzina non funziono»
«Bella metafora! Mi piace quello che sei, mi piace chi sei.»
Ed è vero, amo come la pensa e amo lui. ODDIO! Cosa ho appena detto...ho detto di amarlo, che in fondo è vero. Mel lo conosci da poco più di un mese e mezzo...
Oh mamma! Ma che ho? Perchè sono così tanto presa da lui è folle. Faccio un respiro profondo e mi alzo.
«Dobbiamo andare, tu esci dalla finestra però.»
«Si e tu con me!» coooosa? in meno di un secondo mi ritrovo in braccio a lui e non posso fare a meno di aggrapparmi al suo collo. Siamo atterrati nel cortile, sono ancora viva, pazzesco.
«Sei pazzo? Potevo morire»
«Nah, non lo avrei permesso» mi fa l'occhiolino e ci avviamo camminando verso la scuola. Giuro che se rifà una cosa del genere rischio di morire, magari non per lui ma d'infarto.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora