«Hey» fa una voce dietro di me.
Ah già il tipo di prima. Ora che ci penso non mi ha nemmeno detto com si chiama.
Lo fissano tutte ma la cosa sembra non dargli il minimo fastidio.
«Ciao, grazie per essere venuto, non pensavo dicessi sul serio prima»
«Si beh... devo prendere seriamente questa cosa o non passerò mai in matematica, e in questo modo aiutandoti ricevo dei punti extra, quindi mi fa comodo. E poi in fondo poteva andarmi peggio che aiutare te.» cos'è un complimento?
«Non ti dà fastidio?» chiedo notando che, mentre passeggiamo verso chissà dove, lo fissano ancora tutte.
«No, sinceramente non ci faccio nemmeno caso sai?»
«Beh complimenti per la pazienza a me sta già dando sui nervi anche perchè sembra che fissino anche me, e io non sono minimamente famosa»
Ride e poi risponde: «Non guardano te o me, guardano noi. Sai in molte hanno avuto l'onore di venire a letto con me. Ora ho smesso e quindi cercano tutte di conquistarmi avere il mio vero numero di cellulare. Sono invidiose di te.» dice in tono comprensivo quasi. Ma poi, invidiose di me? Ma mi hanno vista?
«Invidiose, certo come no.» dico sarcastica e lui si affretta a rispondere: «Credimi è così.»
«ora capisco il motivo del numero di telefono, è falso. Questo vuol dire che se mi fossi fidata di te per davvero, e mi fossi trovata in "pericolo" probabilmente sarei stata vittima di qualunque cosa mi volesse fare quella persona...» sospiro e concludo: «ottimo» alzo gli occhi al cielo mentre lo dico.
«Veramente il numero è vero, se vuoi prova pure a chiamarmi. Ti assicuro che è vero, e che sei una delle poche persone che lo possiede.»
Ah però! Lo scimmione usa parole come possiede e ti assicuro, potrebbe non essere come vuol farsi vedere.
Non fidandomi provo a chiamare il numero e vedo che lui tira fuori il cellulare dalla tasca...aveva ragione è vero il numero. Che figuraccia!
«Bene. Ora ho il tuo numero, come hai detto che ti chiami?»
«Veramente non te l'ho detto come tu non lo hai detto a me»
«Touchè ma se non me lo dici ti salvo come inglesina. Scegli tu.» ma che...
«Merel White» piuttosto che farmi chiamare inglesina gli darei la mia password di Facebook se fosse necessario a farlo smettere.
«Ok. Bel nome a proposito. Io sono Cameron Oaks. Molto lieto.»
«Stai cercando di flirtare con me?» dico inarcando il sopracciglio.
«Oddio no. Sto slo cercando di fare una specie di tregua. Quindi tregua?»
Sono indecisa. Accetto o non accetto?
«Ok ci sto, tregua» dico convinta. Del resto come si può dire di no ad uno che usa l'espressione molto lieto?
Mi chiede di mostragli l'orario e vede che ho due ore buche perciò mi porta alla mensa. Arrivati lì si siede accanto a me nonostante i suoi amici lo invitino a sedersi con lui, ma questo implicherebbe lasciami da sola e al momento, in un luogo così affollato, sarebbe inappropriato.
Mi alzo in cerca di una macchinetta dove prendere una brioches, ma attirata da quelle nella vetrina del bar mi avvicino e ne compro un paio, una al cioccolato e una all'albicocca.
Torno al tavolo, e con gran sorpresa Cameron è ancora lì seduto.
«Vuoi una brioches?» gli chiedo. Annuisce: «Cioccolato o albicocca?»
«Dipende. Quale avevi preso per te?»
«Albicocca»
«Bene allora penso che prenderò quella al cioccolato» ovviamente.
Le ore passano e all'uscita rivedo Cameron.
«Dai andiamo ti accompagno a casa» che vuole fare?
«Questo non rientra nell'essere tutor a scuola.»
«Mio padre mi ha pregato di farlo, forza andiamo»
Non mi bevo la storia del padre che l'ha pregato; finalmente credo di poter dire di avere almeno un amico.
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Un amore paranormale
RomanceMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...