Mi sveglio sopraffatta da un'incubo liberandomi dall'abbraccio di Cam. Quando ci siamo addormentati non era mica il contrario? Va beh! Non mi ricordo del sogno, rammento solo che era brutto, a tal punto da svegliarmi. Cameron non dormiva ma era lì calmo e tranquillo, mi guardava dormire – mamma che ansia sapere che qualcuno ti osserva – e io lo lasciavo fare. Sono in intimo e anche lui lo è, spero che non se la sia presa troppo per ieri sera. Mi vede col fiatone e mi abbraccia ma io mi alzo sento di non riuscire a respirare, mi manca l'aria. Mi metto la mano al petto come se questo potesse calmarmi, ma infatti non lo fa. Cam si mette in piedi allarmato dal mio comportamento e mi accompagna in bagno. Apre l'acqua della vasca e di peso mi ci butta dentro...ma che?
«Ma che fai?» chiedo tremante, l'acqua mi ha gelato il sangue e le ossa. Io sono inerme, non posso uscire dalla vasca perché tanto mi ci ributterebbe dentro.
«Attacco di panico. Che hai visto?»
«Attacco di che? Non lo so cosa ho visto non me lo ricordo. Non lo ricordo mai, perchè questa volta dovrebbe essere diverso?.» gira la manopola dell'acqua fredda sul tiepido, lascio che mi scorra addosso e mi riscaldi un po. Ho ancora addosso mutande e reggiseno - anche se è più un comodo e morbido top - ma credo che ormai con l'acqua siano diventati trasparenti o talmente aderenti da non lasciare spazio all'immaginazione, però Cam non mi sta guardando lì, punta solo alla faccia. Beh in realtà la nostra vista ci permette di non vedere solo davanti perciò qualcosina vede lo stesso però non sta fissando altro che la faccia, e questo mi fa piacere.
«Attacco di panico: è quando il tuo corpo ha talmente tanta paura che non sa come reagire. E in ogni caso il tuo corpo a quanto pare si ricorda cosa ha visto, ma la tua mente non vuole fartelo ricordare da sveglia.»
«È già successo...ho già avuto questo genere di reazione, di solito dopo poco mi passava» ho ancora il fiatone ma piano piano i miei respiri tornano normali.
«Bene, cioè male...ok non importa. Ehm...aspetta ti porto i vestiti.»
«Sarebbe meglio, grazie» imposto del tutto la manopola sul caldo e aspetto i vestiti. Cam non arriva perciò esco dalla vasca tolgo il reggiseno e le mutande, posando tutto a bordo vasca metto un'asciugamano lungo attorno al corpo. Arriva con una sua felpa e dei pantaloni della tuta miei giustificando il fatto che i suoi non mi andrebbero. Gli chiedo di uscire e lui obbedisce facendo una delle sue battutine: «Comunque bel corpo!» sorride malizioso e io gli faccio il dito medio in risposta, ride ed esce dal bagno, non mi ha portato l'intimo però...beh ovvio, così devo uscire a prendermelo. Tipico dei maschi fanno le cose a metà per vedere fin dove la ragazza si spinge. Beh sai una cosa? Farò in modo che si penta di non avermeli portati.
Esco dal bagno dicendo che li ha dimenticati, lui annuisce scusandosi – se se, lo so che lo hai fatto apposta – io mi chino in modo sexy sulla valigia per prendere ciò che mi serve e lascio che mi osservi il didietro. Poi sculettando raggiungo di nuovo il bagno lasciando cadere l'asciugamano prima di chiudere la porta. Lo sento alzarsi. Chiudo a chiave.
«Merel non puoi fare così e lasciarmi in bianco lo sai vero?»
«Perchè? Che ho fatto?» dico innocente. Sto ridendo come una matta e sto facendo di tutto perchè non mi senta, è troppo esilarante questa situazione.
«Bambolina tu...» tira piano un pugno sulla porta e io mi affretto a vestirmi prima che la sfondi davvero. Poi giro la chiave e lui è lì sulla soglia impaziente e...furente?
Fa per parlare ma non dice nulla e io passo con disinvoltura.
«Sei una provocazione continua e sai di esserlo non è così?» ovvio che e così!
«Forse!»
«Merel sei...» ahahaha sto morendo dalle risate!!!
«Una stronza?»
«Anche. Sai quanto ti desidero, perché mi provochi? Vuoi vedere se riesco a non cedere? E se cedo cosa succede, mi lasci fare?»
«Era un gioco non arrabbiarti, tu non mi hai portato tutti i vestiti e io ho risposto alla provocazione creandone una a mia volta.»
«Ok ho sbagliato, dovevo darti tutto ma non lo fare mai più se hai intenzione di lasciarmi in bianco, chiaro?»
Annuisco. Mi raggiunge e con frenesia mi bacia come se, con questo bacio, volesse sfogare tutto quello che prova.
Si veste anche lui e io chiamo Matt per avvisarlo che stiamo per arrivare.
Prima di andare da lui però Cam ha la buona idea di passare nel bar dell'altro giorno e prendere la colazione anche per lui. È venerdì oggi, e in teoria Cass deve far firmare i documenti a Rose, ancora non sono sicura di cosa voglia fare ma questo non importa. O meglio importa solo che non voglio pensarci.
«È per il sogno che stai così o c'è qualcos'altro?»
«La due»
«Ok, hai intenzione di dirmelo o rimanere imbronciata?»
«La due»
«Merel!» si ferma e mi guarda. Ha le mani unite dietro la testa come se fosse il più figo del mondo. Sbuffo.
«Ok, oggi Cassidy, la mia assistente sociale, andrà da Rose e le farà firmare dei documenti che possono essere di adozione o di rifiuto. L'idea di non sapere cosa Rose abbia in mente mi terrorizza, non voglio andarmene da lì, lei è buona e con voi mi trovo bene. Con te mi trovo bene, non voglio lasciarti perchè mi devo trasferire.»
«Se non vai tanto lontano potrei venire di corsa, soprattutto se mi dici che sei nuda.»
«Ah ah spiritoso!»
«Scusa!» gli lancio uno sguardo, poi citofono.
Matt ci fa salire, lo saluto e gli porgo la colazione, andiamo in cucina e mangiamo i deliziosi bomboloni alla crema e sorseggiamo il latte al cacao.
«Ti ho promesso che avremmo ripulito e quindi lo faremo! Forza diamoci da fare»
Ci armiamo tutti di stracci bagnati e asciutti prendiamo lo spruzzino, la scopa e lo spazzolone con il suo straccio. Cominciamo dalla sala, apriamo le finestre, tiriamo su le tapparelle e iniziamo a togliere la polvere dai mobili. Spazziamo per terra e poi laviamo sperando che i genitori di Matt si sveglino quando avremo finito almeno di pulire il bagno.
«Voi andate a sistemare il bagno, io penso alla cucina così nel frattempo che pulite lì io lavo i piatti.»
Annuiamo e ci dirigiamo in bagno. Dio che puzza! Ci guardiamo facendo una smorfia per il cattivo odore, Cam si precipita ad aprire la finestra e poi iniziamo a spolverare, dopodiché si dedica a pulire il water e io la doccia, chi finisce per primo farà il lavandino. Anche qui spazziamo e laviamo, poi andiamo in cucina dove il lavoro sembra essere di più.
Matt ha già cominciato a spolverare e noi lo aiutiamo. Porto fuori la spazzatura e lavo i bidoni che la contenevano. Finiamo anche qui di pulire e sono solo le dieci e mezza.
Il padre esce dalla camera con un pigiama che è sporco da far schifo e puzza tremendamente di alcool. Cam mi fa un segno e io inizio a parlare con Matt. Non mi piace che debba soggiogarli, anche se lo deve fare per il bene di tutti e tre. Non sono nemmeno convinta che sia il termine giusto, l'ho preso da The Vampire Diaries, nessuno mi ha detto come chiamarlo e io continuerò a farlo così, è più comodo rubare piuttosto che produrre.
Quando entrano in cucina Cam fa segno di sistemarsi i pantaloni come se avesse usato il bagno e il padre sorride a tutti e tre. Matt sembra sorpreso della cosa e lo saluta come faceva tutte le mattine.
«Hey pà!»
«Matthew figlio mio, mi dispiace di essermi dimenticato di te. Ti prometto che non succederà più, ho parlato anche con mamma e siamo d'accordo sul fatto che non devi essere tu a prenderti cura di noi ma il contrario.»
Matt lo abbraccia insicuro, incerto ed incredulo. In effetti tuo padre alcolizzato che viene a dirti che hai ragione suona strano, specialmente se poco prima non sapeva nemmeno dove fosse. Poco dopo esce anche la madre che ripete più o meno le stesse parole. Cam ha fatto un'ottimo lavoro, più tardi lo ringrazierò, benché mi dispiaccia davvero che sia dovuto ricorrere a questo mezzo per aiutare Matt.
Andiamo nella camera patronale e sistemiamo anche quella con incluso il balcone e il bagno privato che fa più schifo di quello patronale. Poi passiamo alla camera di Matt che però è la più in ordine è solo un pò impolverata.
Matt ci propone di fare un salto alla mia vecchia scuola e io accetto...Cameron ci segue ovviamente.
«Abbiamo laboratorio di canto. Farai una sorpresa gigante a Madame, non fa altro che dire che la tua mancanza si sente, sembra un disco rotto. Poi dicono che a scuola non hanno preferenze!»
«Beh, io che cosa posso farci scusa? Non è mica colpa mia!» mi fermo e metto le mani sui fianchi pendendo in avanti come se fossimo in un'anime.
Lui ride e mi accarezza la testa come se fossi un cagnolino, gli tiro una pacca sulla spalla e vedo che Cam gli passa un cinque di nascosto. Così non vale, coalizione!
Arriviamo ed entriamo a lezione, i ragazzi ci vedono e noi facciamo segno di stare zitti e non dire nulla.
È come me lo ricordavo, il solito palco di legno malmesso e le solite poltrone rosse per gli spettatori. Sembra un pò il teatro di High School Musical, ma è bello così. I ragazzi si alzano e iniziano a cantare una delle canzoni che ho scritto io quando venivo a scuola qui, ovviamente è in inglese, io rido e Madame continua a gridargli dietro che non possono fare il mio pezzo perchè non ne sono capaci...è sempre stata cattiva e severa ma in fondo lo dice per il nostro bene ed è una tenerona. Non può certo far uscire da qui persone che cantano da schifo!
Appena arriva il mio pezzo inizio a cantare e mi avvicino al palco. Madame si gira con le mani sulla bocca all'inizio, poi spalanca le braccia e mi viene incontro. Ci abbracciamo e lei si precipita a prendermi un microfono, me lo passa e io salgo sul palco. Gli altri mi abbracciano in quello che potrebbe essere un'abbraccio di gruppo.
Continuiamo a cantare ed eseguiamo la coreografia alla perfezione. Cameron è sbalordito ma io non ci faccio caso, la musica, il testo e poi i miei vecchi amici mi danno una scarica di adrenalina. Matt ci raggiunge e fa quello che ha sempre fatto: il ballerino maschio che sta assieme alla protagonista, cioè me. Non siamo sempre noi i protagonisti, ma nelle mie canzoni è ovvio che sto davanti io, come per gli altri, se la canzone è tua stai davanti tu e gli applausi sono per te gli altri ti fanno da sfondo come è giusto che sia, nessuno si è mai lamentato per questo.
La canzone si chiama Jumper, parla di una ragazza che non riesce a saltare - metaforicamente è ovvio - e gli altri invece la spingono a farlo ma senza provare ad aiutarla o convincerla, cercano solo di obbligarla, finchè un ragazzo non le va vicino e le dimostra che fare quel salto non è così pericoloso come sembra e che potrebbe essere la svolta della sua vita. Ovviamente è tutto una metafora ma suona meglio di come suonerebbe con parole che non sono metafore. Alla fine lei salta ma non grazie a tutti, bensì grazie a quell'unico ragazzo che le ha preso la mano ed è saltato insieme a lei.
Applaudiamo tutti e io tiro Cameron sul palco perchè dopo ogni canzone ce n'è una che scegliamo noi e di solito è da discoteca o roba computerizzata che ti fa venire voglia di saltare e muovere il sedere.
Qualcuno sceglie Back to Heart di Steve Aoki e tutti ci voltiamo verso Jason, lui è quello che ama questa musica e improvvisamente diventa rosso...chissà come mai!
Ci mettiamo a ballare a caso in un gruppo, proprio come se fossimo in una discoteca vera. Cam è spiazzato ma alla fine si scioglie quando inizio a muovere il sedere verso di lui. Si muove bene per essere un'atleta.
Poi qualcuno, davvero non si sa chi, mette Bailando di Iglesias e balliamo anche quella. Madame inizia a dire che è un'ora di lezione non una discoteca ma alla fine ci raggiunge sul palco e si mette a ballare anche lei. Come biasimarla, un'orda di ragazzini contro un'unica insegnante...indovinate chi vince?
La campanella suona, io saluto i miei amici, alcuni piangono addirittura, e lascio Matt nelle loro mani.
Io e Cam usciamo dalla scuola e lui è ancora stupito. Lo so sul palco mi trasformo in un'altra persona e poi con loro è molto più facile.
«Sai ballare...e cantare.»
«Si, lo faccio anche nella scuola attuale sai?» cacchio mi ha preso il suo vizio!
«Lo so ma con loro mi è sembrato diverso, molto diverso. Come se con Lù e il suo gruppo non ci riuscissi.»
«Con loro sono più affiatata. E loro sono i Sunflowers o Girasoli tradotto.»
«Lo vedo che siete affiatati ma sei proprio diversa, come se cantassi meglio con i Girasoli e in realtà è così, canti veramente meglio e balli divinamente, come se vi leggeste nella mente.»
«L'insegnamento qui è diverso. Hai visto che se la coreografia cambia o non c'è proprio ci veniamo dietro lo stesso vero?»
«Già è formidabile come se, anche non avendo qualcosa su cui basarvi, tu fai un passo e gli altri faranno da sfondo alla perfezione»
«Te l'ho detto qui prima ti insegnano a conoscere gli altri e le loro possibili mosse, poi ti insegnano a ballare. Prima ti insegnano ad essere a tuo agio con la persona che odi di più e a riuscire a ballarci insieme creando anche una bella coreografia e poi ti insegnano a ballare e creare passi di danza tutti tuoi.» Troppi insegnano in una frase.
«Meglio che in Italia in effetti. Dovresti insegnarlo agli altri.»
«Non mi darebbero ascolto, qui posso condurre il corpo di ballo, lì se ci provo la prof mi uccide. Qui non esistono manie di protagonismo e se a qualcuno va di far provare al gruppo nuovi passi o passi che gli sembrano adeguati si mette davanti e conduce, cosa che in Italia non puoi fare perchè ti sbatterebbero fuori, può condurre solo la prof»
«Già hai ragione, dovremmo organizzare una gita a Londra così ci porteresti qui a vedere. Magari una settimana a Londra e tutti i giorni si viene qui a fare laboratorio.»
«Si la tua classe che balla? Non ci credo nemmeno se lo vedo»
«In effetti...però potremmo andare in palestra noi. Ci saranno anche qui no?»
«Si ci sono, in quella scuola vanno i selezionatori per i Lakers e altre squadre abbastanza importanti di cui non me ne è mai fregato nulla.»
«Wow, perfetto! Ora però andiamo a mangiare ok?»
Annuisco e gli prendo la mano per guidarlo verso un fast food molto buono.
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Un amore paranormale
RomanceMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...