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Scendiamo dalla giostra che fuori è già buio – il che vuol dire le cinque a Londra – ma questo non ci ferma. Facciamo vedere a Cam la città lì in zona e poi riprendiamo il bus per tornare verso casa di Matt.

Scendiamo dal bus e Matt ci invita ad entrare e cenare con lui, visto che tanto i suoi non mangiano e lui si sente solo. Accettiamo e saliamo, la casa è come la ricordo, solo che puzza di alcool e di chiuso.
«Scusate l'odore, sono delle amebe ultimamente ed io, da solo, non riesco a stare dietro a tutto!» dice aprendo la finestra dispiaciuto e vergognandosi.
«Merl in camera mia non c'è questo odore di chiuso e...chissà che altro, andate pure lì, io vi raggiungo tra un attimo, tempo di apparecchiare e mettere su qualcosa da mangiare.»
Mi dirigo verso la sua camera e apro la porta, è in ordine come al solito. Mi metto comoda sul letto che mi ha vista piangere, ridere, mangiare, urlare, insomma questo povero letto ne ha viste di ogni. Vedo l'orsacchiotto che stringevo sempre quando dormivo qui, lo prendo in mano e lo accarezzo come feci l'ultima volta tre mesi fa.
«Cameron siediti pure sul letto anche tu» dice tornando in camera Matt, è sempre così gentile con tutti.
«Ehm...ok grazie» dice per poi sedersi accanto a me.
«La cena sarà pronta tra qualche minuto. Spero vi piaccia il cibo già pronto, non sono un cuoco, ci pensava mia madre alla cucina, ma come vedete è sul divano a crogiolarsi nella disperazione senza trovare la forza di andare avanti. Ah, se vuoi puoi tenerlo l'orso.»
«Ok, ma penso che tu ne abbia bisogno più di me, inoltre quando verrò a trovarti sarà qui ad aspettarmi! Mi dispiace per tua madre e per tuo padre. Lo sanno che devono mangiare e bere vero? Non possono andare avanti così per molto, non pensano alla loro sopravvivenza?.»
«Lo so, ma sono adulti e devono provvedere a loro stessi, è morto mio fratello ok, perfetto, lo amavo anche io ma non mi sono chiuso in casa, i soldi ci servono perciò devono tornare a lavorare quanto prima e, in ogni caso, loro non possono stare lì così senza reagire. Hanno biascicato solo che non posso capire cosa significa perdere un figlio, si forse, ma anche io ho perso mio fratello eppure non mi commisero davanti alla tv. Ho bisogno di nutrirmi, di vivere, non posso smettere di farlo solo perchè mio fratello è morto. Anche se lo faccio lui non c'è più lo stesso, è morto comunque indipendentemente da come reagisco io. E sono sicuro che lui non vorrebbe che ci stendessimo sul divano a poltrire, non mangiare, non lavarci, non vivere.» mi alzo e lo abbraccio vedendo le lacrime che gli scorrono libere sul viso. Cam si scompone ma non lo abbraccia, ovviamente. Anche lui ha perso qualcuno d'importante nella sua vita, è logico che si dissesti.
«Hey, senti io non ti conosco come non conosco i tuoi genitori, però chiunque muore se non beve e non mangia perciò rimbocchiamoci le maniche tutti e tre e ripuliamo questa casa. E cosa più importante facciamo muovere il culo ai tuoi genitori, hanno due figli, uno è morto è vero, ma l'altro è ancora vivo e ha bisogno del loro amore come qualsiasi persona.»
Spalanco la bocca per la freddezza con cui dice certe cose e poi lui mi guarda e fa:
«Si lo so, sono la persona più stronza che tu abbia mai visto, ma dammi torto! Hanno anche un altro figlio e devono prendersene cura, io ho una famiglia di merda, se non fosse per i domestici non mangerei mai. Perciò adesso puliamo e li facciamo alzare, devono ripigliarsi e anche alla svelta.»
«Tutti i torti non li hai! Ok, beh ci daremo da fare domani vista l'ora. Vado a vedere se la cena è pronta»
Chiudo la porta appena esce e mi ci appoggio sopra.
«Cos'hai in mente?»
«Di fargli ricordare che hanno anche Matthew come figlio»
«E che vuoi fare soggiogarli?»
«Una specie, voglio solo fargli mettere da parte il dolore e ricordargli di Matt»
«Perchè lo fai?» so già la risposta.
«Perchè nessuno lo ha fatto con me. Mio padre mi odia e io odio lui di conseguenza, non voglio che anche loro arrivino a questo punto, è triste pensare che un genitore disprezzi suo figlio.»
«Vuoi fare qualcosa che non è per il tuo tornaconto personale?...Wow, Oaks mi stupisci!»
Mi alza il dito medio e io gli tiro un pugno sulla spalla, lui se la massaggia come se gli avessi fatto male...
Mi alzo in punta di piedi e lo bacio, poi sento che qualcuno spinge la porta e mi stacco subito.
«Ok piccioncini, cena in tavola» sorrido prima a Matt poi a Cam, esco dalla camera e vado in cucina. È sporca e odora di cibo marcio...mi dispiace per Matt deve essere una tremenda umiliazione per lui, di solito è abituato a fare vedere tutto in ordine e profumato mentre adesso fa tutto...schifo. Beh cerco di non far caso all'odoraccio, assaporo il cibo che anche se è in scatola non è male. Rimaniamo tutti in silenzio e la cosa diventa un po' imbarazzante, perciò tra un boccone e l'altro, decido di interrompere questo silenzio.
«Matt, come va a scuola? Hai una ragazza o qualcosa degno di nota?»
«Diciamo che potrei essermi innamorato di Charlotte e che forse lei è fidanzata»
«Con chi si è messa? Con testa di pene Ryan?»
«No, Ryan è a posto che dici? Comunque sta con Alex»
«Oh mio Dio, Alex il fattone?»
«Già, ma lei è pulita, almeno per ora. Non sopporterei il fatto che si facesse. Ci tengo molto perciò voglio provare a tirarla fuori da quel giro finchè non ci è ancora dentro, ma non riesco a staccarla da Alex, non importa se dopo mi odierà, la devo rimettere sulla strada delle persone che non fanno cose illegali. Dopotutto per me lei c'era quando avevo bisogno, certo non ora ma c'è stata.»
«Ti capisco e mi dispiace per lei. Ma perché si è trasformata da arcobaleno a solo nero? E poi in soli due mesi, che è successo?»
«Non lo so, mi pare che sia morto il suo cane e i suoi non ne vogliano un altro, lei sta dando di matto per questo. È assurdo comportarsi così per un cane, allora io che faccio mi sparo in testa?»
«Matt tirala fuori dai pasticci, ok? E devi capirla, il suo cane era l'ultima cosa che aveva di suo nonno. Lo amava così tanto che dopo l'incendio trovò solo quel cane...è normale che ci sita male.»
Annuisce sconsolato. Gli do una mano a sistemare, poi prendiamo le felpe, io la borsa e ce ne andiamo. Tornati in hotel fa piuttosto freddo ed è ancora presto per andare a letto: sono solo le nove. Non avendo il pigiama chiedo una maglia a Cam e lui mi cede una sua felpa. Mi dirigo verso il bagno ma mi blocca e mi dice che se voglio cambiarmi lo devo fare davanti a lui. Che razza di problemi ha? Non lo farò mai!!
«Bambolina non ti obbligherò a fare sesso se non vuoi, ma questo lo devi fare. Anche solo per te stessa, vinci l'imbarazzo. Fammi felice dai!» Cameron Oaks che implora?
«Cam non lo voglio fare mi vergogno, verrà il momento in cui lo farò senza fare storie, ora no.»
«Voglio solo vedere il tatuaggio, ti prego.»
Mi volto e tolgo la maglietta, sento le sue dita slacciarmi il reggiseno ma non togliermelo, infatti tiene i lembi dei laccetti con le mani. Sta davvero solo guardando il tatuaggio, all'improvviso sento che mi tocca il punto dove c'è il tatuaggio e lo accarezza con il pollice. Mi viene un brivido e lui riallaccia il reggiseno. Mi volto senza rimettere la maglia e vado in bagno, chiudo la porta e lo guardo anche io, anche il mio uccellino ora è colorato e pieno di vita. Mi faccio una rapida doccia che mi riscalda e quando esco Cam ci si chiude dentro immediatamente e con lui i miei vestiti. Ovvio! Lo ha fatto apposta...
Mi siedo e accendo la tv, intanto prendo le mutande pulite infilandomele, faccio lo stesso col reggiseno. Ah-ha fregato!
Esce dal bagno e mi fa: «Non è che hai dimenticato qualcosa in bagno vero?»
«Ah ah ah, molto divertente ora dammi la tua felpa...Dio è un contro senso assurdo, fortuna che te la sei tolta prima.»
«In effetti...ma in ogni caso...» mi strappa l'asciugamano di dosso e io rimango in intimo. Mi copro gli occhi con le mani per l'imbarazzo e lui si avvicina. Mi toglie le mani dagli occhi e se le porta sul petto nudo. Sento che formicola qualcosa in me, ma non voglio cedere al mio corpo, la mia testa è ferrea a riguardo, niente sesso...si ok, il mio corpo lo vuole ma finchè entrambi non saranno d'accordo non se ne parla. La stanza è abbastanza calda da poterci stare anche in mutande senza avere troppo freddo. Mi prende per mano e mi fa stendere sotto le coperte, poi si toglie l'asciugamano e scopro con gioia che ha i boxer.
Mi bacia e inizia a far scorrere le sue mani sul mio corpo. Non voglio fare sesso, non voglio fare sesso, non voglio fare...sesso. Merel concentrati niente sesso, non vuoi fare sesso. Le sue mani vagano sulla mia pancia e sulle gambe, sento una strana voglia, come se il mio corpo ne volesse di più. Non ho mai fatto nulla, tuttavia non significa che non so cosa sia la sensazione che sto provando. Merel rifletti, concentrati, vuoi fare sesso! NO, NON VUOI FARE SESSO! Merel riprenditi finchè sei in tempo, fermalo!
Gli metto la mano sulla sua in modo da fermarlo e lui capisce cosa intendo, si ferma e si sdraia accanto a me, non sembra deluso o affranto, riprendo controllo del respiro e mi accoccolo attorno a suo braccio in cerca di calore, lui lo capisce quindi inizia a scaldare il proprio corpo e io mi stringo ancora di più. Lui si gira e intuisco che vuole che stanotte sia io ad abbracciarlo difatti mi prende il braccio e se lo porta davanti, lo stringe per un pò poi io mi addormento, lui non lo so. È così bello dormire accanto alla persona che ami, come se il mondo fosse una cosa stupenda, tutti i problemi spariscono, ci siete solo tu, lui ed i calori che emanano i corpi - specialmente se lui riesce a scaldarlo a piacimento - nel silenzio delle parole ma nel rumore della strada, della città e dei suoi abitanti.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora