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Vengo svegliata da un tipo che urla. Continua a gridare "Tutti in piedi, tutti in piedi" ma tutti sono già contro il muro. Ho freddo e l'umidità non aiuta di certo. Il tizio ci porta la colazione, stavolta anche a Cameron. Consiste in una brioches, del pane tostato con sopra la marmellata, un pezzo di cioccolato fondente, del succo di qualcosa e un po' di latte. Il tizio se ne va senza dire nient'altro.
Mangiamo la nostra colazione e siccome il cioccolato fondente non mi piace lo passo al nonnetto, ora che ci penso non so ancora il suo nome cavolo.
«Sai ancora non mi hai detto come ti chiami?»
«Il mio nome è irrilevante.»
«Si beh non per gente come noi» dice Cam.
«Mi chiamo Chuck»
«Bene, piacere Chuck io sono Merel» gli sorrido e lui lo fa di rimando.
«Io sono Cameron» fa un cenno col mento.
La conversazione finisce lì visto che il latte si sarebbe freddato se non lo avessimo bevuto subito. Cam gli cede il suo succo ed io metà del mio latte, lui ringrazia molto e torna a sedersi nell'oscurità della sua cella.
Deve essere quasi mezzogiorno perché qualcuno entra dalla solita schifosa porta cigolante. Alcuni dei prigionieri lo riconoscono e indietreggiano verso il muro, ma non tanto come quando siamo arrivati perciò questo tizio non è così spaventoso. Viene verso le nostre celle ma non ha nessun vassoio con se perciò mi sale il panico. Cosa ci vuole fare?
«Il capo vi vuole vedere, fate i bravi durante il tragitto oppure sarò costretto a parlare con le guardie e non saranno altrettanto clementi nei vostri confronti»
Io e Cam ci guardiamo mentre il tizio ci apre le celle. Poi si rivolge a Chuck «Pronto per la serata di domani?» dice in tono cattivo. Chuck non lo degna nemmeno di uno sguardo, lo ignora solamente. Il tizio mi spinge verso la porta cigolante e su per le scale. Ho paura! Non voglio dover rivelare a Cam di mio padre, non sono pronta e non voglio nemmeno che lo sappia ma a quanto pare ci siamo. L'ora della verità è dietro una porta con inciso un aborto di leone. Il tizio ci dice di aspettare fuori mentre avvisa mio padre. Poi esce richiudendo la porta e ci spinge da dietro. All'inizio non sono proprio convinta di volerlo fare ma adesso non mi è concesso tirarmi indietro, sono sotto dittatura. Appena entriamo ci fanno mettere da parte. Ci sono delle persone bene vestite, con abiti di lusso e truccate a meraviglia, per non parlare dei capelli che, anche ad osservarli al microscopio, non se ne troverebbe uno in disordine. Mio padre è girato di spalle e dice delle cose che per me non hanno senso, alla fine capisco qualcosa come: portateli nella camera delle persone speciali. Altro che persone speciali quelle sono vittime vere e proprie, magari hanno sangue blu o reale o come si dice. Mio padre fa un cenno e spariscono anche tutti i vampiri presenti nella stanza, ne restano solo un paio a cui dice di non girarsi per nulla al mondo. Che hanno di tanto brutto da non potersi girare? Beh non lo saprò mai anche perché i due tizi, un maschio e una femmina, annuiscono contemporaneamente. Vedo che Cam corruga le sopracciglia fissando la ragazza ma le distende subito.
«Vi prego di mettervi al centro della stanza.» ha la stessa voce di quando ero piccola. Inizio a controllare i miei pensieri, lo so è assurdo è passato solo un giorno ma con questa abilità possono passare ore che già sai fare una cosa nuova. In ogni caso i pensieri si schermano con l'andare delle ore e io questa notte sono anche riuscita ad inviare un pensiero a Cam. Lui è più bravo di me...molto più bravo direi, sa già schermare, ricevere e inviare i pensieri...Ok Mel sembra un tutorial di informatica avanzata. Sospiro e faccio io il primo passo, mi avvio al centro esatto della stanza e Cam mi si avvicina stringendomi la mano. In risposta gliela stringo a mia volta anche se non credo sia una cosa positiva fargli sapere che l'uno tiene all'altra. In ogni caso è fatta, mano nella mano persi nella fiducia dell'altro.
«Sapete, io ho un sacco di progetti per voi due. Soprattutto per te Cameron, ho un piano che mi porterà alla soluzione, ovviamente è tutto puramente a scopo scientifico e molto sperimentale perciò spererei di non sbagliarmi per l'ennesima volta poiché non ci sarebbero altre cavie altrettanto forti e adatte, inoltre non c'è proprio tempo per ricominciare da capo.» Cam lo interrompe «In poche parole mi stai dicendo che se dovessi morire tutto questo non potrebbe ricominciare perché non hai più una cavia giusto?»
«In poche parole si, è così!» all'improvviso sento il pensiero di Cameron e non mi piace per nulla.
"No non te lo permetterò"
"Ragiona Mel, se trovo il modo di uccidermi questa cosa finirà mentre se non lo trovo immetterà il mio DNA in qualche altro ragazzo facendogli del male e questo non lo voglio"
"Non lo puoi fare, ti prego. Ho bisogno di te come quando mi hai detto che hai ritrovato la voglia di vivere solo vedendomi"
"Ok bambolina ma..."
"NO, NON TE LO LASCIERÒ FARE. Non per colpa sua"
Sospiriamo entrambi e poi mio padre ricomincia a parlare.
«E per te Merel ho in mente un futuro ricco e prosperoso. Ho fatto l'errore di morderti tempo fa ma ho scoperto tramite degli studi eseguiti sul tuo DNA che hai la stoffa per diventare una buona ape regina. Una metafora s'intende.»
«Ape regina?»
«Si, il tuo DNA mischiato con il suo creerà un esercito di nuovi vampiri, nuovi non-morti immuni alla malattia»
«Malattia? Che malattia?» dice Cam.
«Si caro. Tu, come anche lei, siete degli esperimenti. L'idea di base era di riuscire a creare un cura per una malattia fatale per gli umani, anche un vaccino sarebbe bastato. Ovviamente però queste cure devono essere testate. Il problema è che non tutti possono avere questa cure, e non per una questione economica ma per il semplice fatto che non tutti hanno il DNA adatto alla formazione di globuli bianchi contro questo virus. Tu e lei avete competenze elevate, anche migliori di quelle che servirebbero, ma a quanto pare le cure reagiscono in modo diverso. Su di lei per esempio non ha fatto effetto, le abbiamo iniettato il virus e lei ne è portatrice sana, il suo corpo non le permette di morire o di ammalarsi e in caso contrario trasforma, come il tuo, quello che è cattivo in qualcosa di buono. Mentre con te ne serve sempre di più. Tu saresti l'esempio perfetto ma purtroppo il tuo metabolismo brucia in fretta la cura ed è per questo che subisci certi trattamenti, perché con tali trattamenti noi riusciamo a capire fino a quando iniettarti la malattia.»
«In pratica lo saprete solo quando morirò»
«Non è detto. Il fatto è che il tuo corpo non ti permette di morire, hai assimilato talmente bene il vampirismo che il tuo corpo può essere ampliato all'infinito, imbottito di qualsiasi cosa riuscirebbe sempre ad adattarsi, magari per certe cose ci vuole più tempo ma ce la farebbe e supererebbe la prova a pieni voti.»
«Perché noi? Cioè ok il DNA, ma chi è malato? Non ho mai sentito di una malattia così tremenda.» e in effetti ho ragione, qualsiasi cosa non vada si può sentire al telegiornale o vedere su internet ma di questo non ne so proprio nulla.
«Questo è perché sono in pochi a possederla e anche perché entro 48 ore dalla contrazione sei morto. Voi siete malati e noi cerchiamo di curarvi ma i vostri corpi sono speciali, non assimilano né il virus né la malattia. Se ora vi iniettassimo il virus entro poche ore già non lo avreste più sia che vi si dia l'antidoto sia che non ve lo si dia, e questo perché i vostri corpi sono diversi. Ma del resto abbiamo solo voi due come cavie e questo significa che dobbiamo trovare il modo di farvi ammalare per verificare se la cura funziona davvero perché si può applicare solo a persone non- morte oppure che sono immuni al morso e che hanno la combinazione ideale di DNA, perciò siete solo esperimenti, tutto qui.»
«Siamo solo esperimenti? Te lo faccio vedere io il siamo sol...» blocco Cameron sapendo che non andrebbe a finire bene per nessuno.
«Beh si, lei però è sempre stata qualcosa di più di un semplice esperimento, proprio come Wyatt.»
«Non sei degno di pronunciare il suo nome, lo hai condannato a morire, lo hai fatto morire tu con i tuo esperimenti da scienziato pazzo e io ero solo una bambina che non sapeva cosa fare, dovresti vergognarti.»
«Ritengo di essere stato un buon padre invece»
«Allora girati e guardami in faccia. Fallo papà, girati. O non hai coraggio di vedere chi sono diventata, non hai coraggio di vedere come sono migliorata senza di te?» Mi scendono le lacrime dagli occhi e inizio a singhiozzare.
«Ognuno ha pareri diversi»
«Come fai ad essere così calmo me lo spieghi? Hai ucciso la mamma e poi Wyatt e adesso vuoi uccidere anche Cameron e me solo perché delle persone con un virus che attacca il loro DNA e che è una cosa trasferitagli dai genitori vuoi ucciderci? Che gran padre sei. Uno sempre presente, uno fantastico, uno di quelli che ti portano in bici. Sai una cosa? Biologicamente sarai anche mio padre, ma per me non lo sei mai stato»
«Merel, torna indietro non mi puoi parlare così, esigo rispetto»
«Ma vaffanculo va. Io avevo bisogno di un padre ma non l'ho mai avuto, quindi tu e la tua combriccola di scienziati pazzi andate tutti a farvi fottere e non fatevi rivedere più. Detto questo in cella stavo meglio che qui, almeno non rischiavo di vedere il tuo schifoso fondoschiena di merda.»
«MEREL! FERMATI SUBITO» urla.
«NO, VAFFANCULO TU E TUOI CAZZO DI METODI» urlo in risposta. Poi mi rivolgo alla guardia e gli dico «Io me ne torno in cella, lì si sta meglio. Me lo fai un favore? butta via la chiave.» giro sui tacchi senza nemmeno guardare Cameron che sicuramente sarà scioccato. Apro la porta scendo di corsa le scale e me ne torno in cella da sola senza l'aiuto delle guardie, lo faccio più che volentieri. Chiudermi qui dentro senza dover vedere quell'idiota di mio padre.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora