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Rimango sola con Rose e col ticchettio degli orologi seduta al tavolo della cucina.
Credo sia la stanza più sacrificata di tutta la casa, non è piccola anzi è abitabile, ma è la più spoglia, non ha decorazioni sui muri al contrario della sala e del piano di sopra, è dipinta solo di bianco. C'è una serie di fornelli con in mezzo la piastra, un frigo a doppia porta, un forno alto e subito sotto la lavastoviglie che ovviamente è vicina al lavandino, quindi vicina anche al forno...è organizzata male come cucina ma se per ora la casa è ancora in piedi vuol dire che funziona tutto a meraviglia.
Non vedo il freezer, è strano ma in Italia si usa averlo collegato al frigorifero perciò penso che la doppia porta del frigo serva a questo, uno è il frigo e l'altro è il freezer...almeno spero, io amo io gelato.
«E così hai viaggiato molto giusto? Me lo ha detto l'assistente sociale, spero non sia un problema, perchè se lo è lo rimuovo dalla mia mente.»
«No, non è un problema e si chiama Cassidy, in certe occasioni mi ha davvero salvata. Ma preferisco non parlare delle mie esperienze passate e pensare solo a quello che succede ora, se non ti spiace.» dico fredda sperando che non si offenda.
«Non c'è problema tesoro. Ow se ti dà fastidio il modo in cui ti chiamo dimmene uno tu, non sono brava a dare i soprannomi perciò sono aperta a suggerimenti» ignoro la sua proposta e rispondo invece con una domanda: «Quanti bambini o ragazzi ti hanno affidato? E avrò compagnia nella stanza? Ho notato due letti e devo fare mente locale di dove sistemare la mia roba e della divisione dello spazio e...» mi fermo vedendo la sua espressione triste, poi sposta lo sguardo dal pavimento verso di me e inizia a parlare.
«Sei la prima persona disposta a farsi adottare, me ne hanno date tre in affido come sistemazione temporanea. I turni che faccio sono molto pesanti e quindi devo optare per ragazzi che già sanno cavarsela autonomamente, che non abbiano problemi a dormire soli la notte, o a doversi preparare o anche solo scaldare qualcosa da mangiare, ma per ora nessuno si è voluto fermare qui. Beh si sono fermati qui, ma in quanto affido ai loro 18 anni se ne sono andati, ed è comprensibile, vivere con una che vedi poche volte al giorno e che si prende cura di te lasciandoti un bigliettino con scritto "la pasta è in frigo scalda quella" più o meno a sere alterne dà fastidio e quindi badare a se stessi qui o badare a se stessi in una casa propria scelgono la seconda. Con te però ho intenzioni serie, voglio adottarti, non più solo affidamento, non voglio vedermi sparire un'altra persona sotto gli occhi.» gli occhi le diventano lucidi e capisco che ho toccato un tasto dolente.
«Ok, facciamo un patto ci stai?» chiedo non molto fiduciosa nella risposta.
«Ci sto, sentiamo!» wow non me l'aspettavo credevo dicesse dipende o cose simili. Meglio così, ok Merel poni la tua condizione.
«Ok. Tu non fai domande a me sul mio passato e io non le faccio a te a patto che una delle due non voglia aprirsi con l'altra anche solo per sfogarsi di sua spontanea volontà. In questo modo non ci scontreremo su questo.» espongo decisa.
«Ok ci sto. Mi piace questo patto. Ma sul resto non esitare a chiedere, qualsiasi cosa sesso, scuola, amore, soldi, se vuoi una mano nei compiti....tutto quello che vuoi anche su di me. Dunque riguardo al nome come ti devo chiamare?» bene già mi piace come la pensa, prima impressione superata a pieni voti.
Mel concentrati ti ha fatto una domanda devo risponderle...si ma come?
«Se vuoi puoi chiamarmi Mel, o beh chiamami come ti pare basta che non ti salta in mente di chiamarmi amo o teso e per me è ok.»
«Non sia mai!» dice con tono scherzoso.
Ci guardiamo e scoppiamo entrambe a ridere, mi piace Rose è simpatica e gentile più delle altre persone.
«Dunque vieni ti mostro il resto della casa, ti va?» si in effetti sono curiosa.
«Si mi va, sono curiosa di vedere come hai sistemato le altre stanze»
Lei annuisce e mi mostra il piano terra.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora