Alla fine della lezione faccio un complimento a tutti e loro lo fanno a me. Noto che la prof è rimasta in disparte e che degli studenti si sono nascosti dietro le poltrone per guardare. Gli vado incontro.«Hey! Perchè la prossima volta non vi sedete nelle seconde file come si deve? Sapete si vede molto meglio anche dalla quarta fila.»
Arrossiscono e corrono via come lepri impazzite.
«È vietato assistere alle lezioni per questo si nascondo, io li avrei cacciati.»
«E perchè mai? Il teatro, il cinema, il ballo e anche il canto sono discipline in cui farsi vedere è tutto. Vorrei tanto che non fosse così, ma giudicano da quello che vedono e da quello che sentono e i ragazzi non avranno mai la capacità di salire sul palco a fine anno se non si abituano ad essere guardati e giudicati.»
«Ti lascerò fare vedremo fino a che punto riuscirai ad arrivare!» ma che stronza, per chi mi ha preso, per una stupida?
«Arriverà in alto. E se non ci arriva vuol dire che non ha voluto arrivarci.» Cam!
La prof lo guarda, non gli dicono mai nulla perchè sia lui che Lù sono i figli del preside, non gli rompono quasi mai le scatole per compiti o assenze e ritardi e non parliamo poi se si mettono a difendere qualcuno, in quel momento sei il protetto del figlio del preside, perciò nessuno si azzarda a dire più nulla. Sembra una sorta di dittatura. A beh, certo a me non dispiace essere la protetta di Cam.
Ci avviamo verso il bar della scuola ma lui si ferma davanti alla sua moto...non era venuto mica a piedi? Lo guardo con aria interrogativa...
«Ma non eri a piedi scusa?»
«Si questa è di Stefano mi ha chiesto di lasciargli il quaderno nel vano oggetti.»
«Ehm...ok ma le chiavi?»
«Esistono quelle di scorta sai?»
«Si lo so...sai?»
«Sei una bimba cattiva, non si prendono in giro le persone.» ha lo sguardo di chi vuole giocare a rincorrersi. Infatti scatta verso di me e io inizio a correre. Dopo un po', appena girato l'angolo, mi fermo per mettere la borsa a tracolla così non mi da fastidio se corro e lui dopo due secondi spunta dall'angolo. Ricomincio a correre andando verso il parco e lui mi segue. Sembriamo due bambini che giocano a "ce l'hai".
Arrivo verso il campo di basket e lui mi blocca usando la sua velocità. Hey così non vale però! Mi divincolo per cercare di scappare ma lui dice: «Credi davvero di riuscire a sfuggire al predatore più in alto di tutti?»
In risposta gli tiro un calcio dritto dove non batte il sole e corro di nuovo. Stavolta al posto che prendermi mi fa girare in tondo, come nel basket quando ti accerchiano e tentano di prendere la palla. Schivo quello che posso e contrattacco quando non riesco a schivare. Mi riprende ma stavolta non riesco a staccarmelo di dosso.
«Mi hai fatto male bambolina.» uuuu, era un pò che non mi chiamava così. Non mi dispiace più così tanto, sta diventando quasi una cosa sexy.
«Ora non scappi più èh?» ha la voce sensuale. Come se volesse arrivare...al mio letto.
«Ok smettila di fare questa voce. Sai che non abbocco!»
«Tanto vale provare. È divertente stuzzicarti.»
«Ah ah ah! Davvero molto maturo!»
«Chi ha mai detto che sono intelligente?»
«In effetti...» stavolta lo provoco io. Mi ha lasciata andare nel frattempo perciò posso scappare.
«Ancora? Torna qui andiamo sai che ti prendo lo stesso.»
Corro più veloce che posso, ma lui non si stanca in ogni caso, io ho imparato a stancarmi meno grazie alla gestione della respirazione ma mi stanco dopo un pò, lui invece ha energia infinita.
Fa un freddo cane perciò andiamo a casa di Cam. Saliamo in camera sua dove fa abbastanza caldo e così mi levo scarpe e giacca. Siccome devo fare i compiti mi siedo alla scrivania e prendo i libri, lui mi si avvicina e inizia a baciarmi il collo. Non cedere, non cedere Merl!
«Lasciati andare avanti Merl, basta lottare con te stessa!»
No! Non voglio, non devo, non posso. Però in fondo lo voglio e posso farlo...no vattene via pensiero del cacchio! Se cedo gliela dò vinta e non deve succedere. Rispondi agli stimoli Mel, cacciali via se non li puoi combattere.
«Cameron no! Non voglio scusa.»
«Ok, scusami. Ma scioglierti un pò non fa mica male. Baciarmi di più e farti toccare o tu che tocchi me non vuol dire necessariamente fare sesso. Almeno sai come farlo e arrivi preparata, se ti lasci un pò andare ora quando lo faremo non avrai paura.»
«Lo so mi dispiace, proprio non riesco a lasciarmi andare, il mio corpo vuole e la mia mente anche ma mi blocca qualcosa, anche se non so cosa.» annuisce e mi abbraccia velocemente, si mette sulla poltrona all'ingresso per leggere un libro mentre io faccio i compiti. È molto paziente con me, ma non può forzarmi a fare quello che non voglio fare. Anche se tutta me lo desidera se pronuncio un no è un no punto e basta.
Il pomeriggio e la serata passano in fretta. L'incontro con Cass va a gonfie vele, mi da dei documenti semplificati per poter capire meglio e aspetta una mia risposta anche per telefono. Mi ha detto che ha iniziato a seguire un altro caso, per questo mi dedicherà un pò meno tempo. Sta seguendo due gemelli che sembrano essere già stati in trentadue famiglie e non in molti sono disposti a prendere due in un colpo solo, ha detto che sono angeli ma questo non basta, le persone sono cattive per cui diffidano sempre. Vuole evitare che quei poverini facciano la mia fine e la capisco, sono in due e anche se potrebbero farsi forza a vicenda hanno bisogno di un amore diverso da quello che possono darsi reciprocamente, l'amore che può darti una madre, anche se non è la tua, è molto diverso da quello di un fratello.
Sistemo un pò di cose e mi infilo a letto. Questa volta però aspetto Cameron, un'altra notte senza di lui sarebbe un inferno!
STAI LEGGENDO
Un amore paranormale
RomanceMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...