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Cameron
Cazzo! No cioè CAZZO! Ho fatto sesso con Merel White, la mia ragazza...solo cazzo! Non pensavo che l'avremmo fatto, voglio dire mica facile portarsi a letto una come lei, non è mai stato il mio obiettivo principale è solo che mi piace stare insieme a lei. Non è tutto qui: mi piace stare con lei perché è folle e squilibrata, ed anche se è timida, in certe occasioni, perde questa timidezza e fa comunque quello che le pare, è una ragazza favolosa sotto ogni punto di vista, è tutto ciò che per me si può chiamare vita. È appiccicata a me e sta dormendo, non voglio lasciarla nemmeno un secondo perché ho paura che possa scappare come l'altra notte e non posso proteggerla se mi scappa dalle mani. Ormai è un pensiero fisso, voglio anzi devo proteggerla ma non mi spinge a farlo un fottuto tatuaggio anzi, mi spinge a farlo il fatto che non voglio mai più pensare ad una vita senza di lei, anche se per Merel non sarebbe una cattiva idea. Sono abbastanza per lei come lei lo è per me, ma il fatto è che sono pericoloso e non posso garantirle sicurezza al cento per cento perché, per quanto io mi sforzi, ci sarà sempre una parte, più o meno grande, che vorrà succhiarle tutto il sangue dolciastro che ha nel corpo. Scaccia il pensiero Cameron! Non la uccideresti mai, neppure se fossi nei panni del mostro che è dentro di me.
«Cam tu non sei un mostro!» mugugna. Come diavolo ha...ah già i pensieri!
«Quella profezia non funziona come dovrebbe»
«Credo che quella sia un modo estremo per far smettere la lettura, secondo me dobbiamo gestircela noi e non mi sembra vada tanto male, non ci leggiamo i pensieri in modo costante, riusciamo a controllarlo, forse dobbiamo solo aspettare che le nostre teste si abituino ad essere collegate»
«Probabilmente hai ragione, come al solito. Sei un piccolo genio bambolina»
«E tu sei un'idiota che si crede un mostro ma in realtà è uno stra figo»
«Beh grazie, so di essere bello, ma non piacerei a nessuno se fossi trasformato»
«A me piaci lo stesso, voglio dire ti sei visto allo specchio? Hai degli occhi fantastici e le vene sono bellissime soprattutto perchè il cuore si annerisce e si vede il sangue che parte da lì e va in tutto il corpo.»
«Se lo dici tu allora ti credo...uh aspetta no, fa schifo comunque.»
«Ma finiscila.» mi da uno schiaffo sulla spalla e si alza dimenticandosi di essere nuda. Mi viene un sussulto a vederla nuda, ho imparato a controllare le mie funzioni lì sotto ma vedere lei è tutta un'altra cosa. Beh ok, il punto non è questo, devo riuscire a trattenermi perché sono nudo pure io. Passa davanti allo specchio e vede che è nuda perciò si copre con le mani come fosse un istinto «Mi sembra un po' tardino per coprirsi, ormai ti ho vista»
«Mettiamola così: tu dici di essere brutto quando sei trasformato, io lo sono quando sono nuda.» fa il broncio e si chiude in bagno. Esce dopo venti minuti. Sono le sette, ci siamo svegliati talmente presto che abbiamo tutto il tempo per fare con calma. È il sesto giorno che siamo qui, ed anche il penultimo di quelle schifo di lezioni. Che poi alla fine non sono poi così schifose anzi, conto che servano davvero a far avvicinare le fatine ai ragazzi sarebbe una pubblicità pazzesca per la scuola e per la squadra, soprattutto visto che nessuno a scuola ha un corpo di ballo con anche dei palestrati al suo interno.
L'unica sfiga è che dovrò rivedere mio padre e questo non mi va giù, soprattutto da quando ha ripreso a farmi quelle cazzo di siringhe con quel liquido merdoso all'interno che fa un male cane. Avevo proprio bisogno di staccare da lui e dai suoi litigi sullo sport. Secondo il suo obbrobrioso parere non dovrei avere una ragazza perché porta via tempo agli allenamenti, cosa che, fra parentesi, è assolutamente falsa. Vado in bagno, mi lavo, mi infilo i vestiti e faccio la barba, pensavo che sarebbe durata per una settimana e invece no, capisco le donne che devono farsi la ceretta...che scocciatura!!! In realtà a me poco importa, peli o non peli intendo, in fondo il buco è quello e se non lo centri è perché sei un pivello o uno sfigato non perché i peli ti hanno ostruito l'accesso.
Andiamo a lezione e una volta finita ci dirigiamo tutti verso un fast food per cibarci di qualunque cosa si possa ingerire. Non appena abbiamo finito ci portano in un museo di cui non ho proprio interesse. L'unica cosa che mi trattiene dal dire che è un posto di merda, come del resto quasi tutti i musei, è lo sguardo di Mel. Le si legge in faccia la meraviglia. È tutta strana, si meraviglia di qualche insulso quadro. Che poi li abbia disegnati o dipinti qualcuno di importante è una cosa irrilevante, fanno schifo lo stesso.
Per fortuna inizio a intravedere le scritte Exit, e man mano che camminiamo si fanno più grandi e più presenti. Alla fine c'è il solito negozio dei souvenir del cavolo, ti derubano anche per una fottuta cartolina. Mel adocchia un pupazzo strano, è un quadro pupazzo. Cioè non so come definirlo è morbido ma è fatto a forma di quadro e ce n'è uno dipinto sopra, probabilmente uno di quelli della mostra. Lo guarda, lo fissa, lo studia. Alla fine glielo strappo dalle mani e vado a pagare così potrà fissarselo quanto le pare quando saremo lontani da questo posto. La raggiungo e mi fa il broncio «Ecco, ora è tuo così lo potrai fissare anche fuori da qui, basta che ce ne andiamo.» continua a guardami male «Ti prego sono solo dei quadri trovi le foto su internet andiamo via» fa gli occhi al cielo e senza dire una parola mi accontenta. Usciamo, aspettiamo gli altri. Fuori si congela ma per fortuna io ho una specie di riscaldamento automatico. Vedo Mel che trema perciò l'abbraccio; si stringe a me per avere più calore possibile. Vedo due ragazzini che fumano. Non so che cosa diavolo ci trovi la gente di bello nel fumare e rovinarsi i polmoni, parlerò anche da atleta ma a me, personalmente, fa schifo anche solo l'odore. Gli altri pian piano escono e io prego soltanto che si muovano.
Una volta usciti tutti andiamo in uno stupido parco, lì le prof ci lasciano vagare per conto nostro dicendoci che se volevamo tornare in hotel potevamo farlo, ovviamente metà della classe ha scattato qualche foto all'ingresso e se n'è andata.

Giriamo un po' il parco e ci sediamo su una panchina vicina ad una fontana molto bella...ed è strano che lo dica io. Dopo quella che mi sembra una mezz'ora buona, passata a fissare delle stupide piante che esistono anche in Italia, ci alziamo e torniamo a piedi verso l'hotel. Ad un certo punto lei rallenta per la stanchezza credo, perciò me la carico in spalla stile sacco di patate e le do una pacca sul sedere.
«Mettimi giù!»
«No sei lenta»
«Non è vero!»
«Si che è vero ma è comprensibile, tranquilla ti porto io» inizia a tirare calci e pugni allora le blocco le gambe.
«Non mi fai male con quei pugnetti, al massimo un po' di solletico, smettila tanto giù non ti ci metto» sbuffa e si rassegna almeno così sembra.
«Allora se proprio devo stare quassù mi metto in una posizione decente perché così mi va il sangue al cervello; già sono matta di mio, non vorrai mica peggiorare la situazione...spero!»
«Ok, aspetta.» la metto per terra e la faccio salire sulla mia schiena, le sfioro il sedere e lei sussulta non aspettandoselo.
Arrivati in hotel la porto fin sopra le scale perché mi accorgo che si è addormentata. Non so come sia possibile in questa posizione, sta di fatto che ci è riuscita.
È dolcissima! Cam che fai perdi colpi? Beh sinceramente perdere colpi per lei va più che bene, perderei qualsiasi cosa per lei. La metto a letto cercando di non svegliarla ma purtroppo si sveglia. Mugola qualcosa ma è troppo confuso per capire cosa dice. «Non ho capito nulla sai?»
«Mmm, mi spogli tu per favore?»
«E c'è da chiedere?» dico in tono scherzoso.
Mi avvicino a lei, le tolgo prima le scarpe poi la giacca e poi passo ai vestiti.
Cavolo ma chissenefrega della cellulite che ha, è perfetta lo stesso. Le metto una mia maglietta e la copro, mi svesto anche io e dopo mi sdraio.
Che bello tra meno di ventiquattrore rivedrò mio padre...muoio dalla felicità!

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora