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Mi sveglio con un'incubo che continuo a non ricordare, mi assale la stessa sensazione di ieri, Cam è qui di fianco che tenta di calmarmi ma io proprio non ci riesco. Cosa mi spaventa tanto da provocarmi attacchi di panico? Perché all'improvviso mi vengono questi attacchi di panico? E perchè solo a Londra? Non ce la faccio più è l'una di notte e voglio dormire. Voglio risposte che non arrivano mai, non so cosa fare, forse se le avessi questi incubi finirebbero.
Continuo affannosamente a cercare di smettere ma non ce la faccio. Mi alzo. Mi siedo. Mi sdraio. Sono cinque minuti che va avanti e Cam non sa cosa fare perchè io non sto ferma un'attimo. Alla fine disperato quando mi sdraio per l'ultima volta e lui mi blocca sul letto e mi bacia. I respiri iniziano a tornare normali per fortuna.
Mi avvalgo della facoltà di parola non appena si sposta da me.
«Perchè tu sai come fermare queste crisi?»
«Le ho avute anche io. Sai quando ti trasformi la cosa non è immediata. In pratica inizi a cambiare da un giorno all'altro, diventi più forte, più veloce, la vista cambia e l'udito inizia a sentire cose che non dovrebbe riuscire a sentire come l'acqua della villa dall'altra parte della strada e tutte le voci delle persone. Se non sai controllarli ti assale il panico perché senti le conversazioni di tutte le persone e vedi più lontano di quanto non dovresti vedere, a parte la forte emicrania, non riesci a stare in piedi, l'udito conta molto per l'equilibrio. Ma la cosa peggiore di tutte è che la fame ti passa e al suo posto...» lo interrompo per dirlo io: «Ti viene sete»
Annuisce e sospira poi continua: «Si la sete fa schifo...non sapendo di cosa hai sete inizi a bere acqua su acqua o in generale qualsiasi cosa si possa bere ma la gola è secca lo stesso e non sai perchè. A me poi è successo di notte. Il mio naso ha sentito un'odore che non avevo mai sentito prima, sono andato in bagno e ho visto che gli occhi erano rossi non più azzurri, mi sono spaventato a morte pensavo fosse uno scherzo ma così non era, ho seguito l'odore che stranamente mi piaceva e sono arrivato in strada davanti ad una persona che stava perdendo sangue dal naso. Capisci? Solo semplice sangue dal naso, avevo voglia di prendere quel sangue e così l'ho fatto, l'ho aggredita ma quando ho sentito le sue suppliche l'ho lasciata andare e ho chiamato l'ambulanza, poi sono corso in casa. Mi sono messo a piangere, non riuscivo a respirare, e come mi ha sempre detto mio padre se non riesci a respirare trattieni il fiato. L'ho fatto. Ho trattenuto il respiro ma non mi sentivo svenire anzi,mi sentivo bene, meglio di quando respiravo.»
«Perchè ogni tanto respiri e ogni tanto no? Ho notato che corri per delle ore senza aver bisogno di respirare e poi quando cammini respiri, non capisco il filo logico.» Divago tentando un'altra domanda.
«Dopo te lo spiego. Arriva l'ambulanza e la donna quando si riprende dice che un bambino l'aveva assalita, aveva gli occhi rossi e le vene del viso evidenti. Da allora l'hanno chiusa all'ospedale psichiatrico e io ogni tanto la vado a trovare. Sai le catene che si sono al piano di sopra della mia camera? Ecco quelle servivano perché se riuscivo a capire che stavo per trasformarmi allora andavo lì e mi incatenavo per non far del male a nessuno. Ho imparato a controllarmi piuttosto velocemente ma proprio quando iniziavo a capire come funzionava qualcuno un giorno mi prelevò da scuola e mi portò in una specie di bunker sotterraneo in un laboratorio. Mi hanno legato e poi mi hanno iniettato qualcosa che faceva male e sentivo che stavo iniziando a trasformarmi ma non riuscivo a muovermi e non sarei potuto scappare. Quando mi hanno lasciato andare ero più forte di prima, arrivato in casa ho rotto la porta della camera. Io li chiamo ampliamenti...mi iniettano delle sostanze che mi rendono più forte, veloce, che mi potenziano, e così ho dovuto cercare un modo che mi permettesse di non "esplodere" e di riuscire a controllare subito ciò che era nuovo, l'ho trovato ma fa male. Mi rompo un'osso e torno normale tanto guarisco in meno di cinque minuti perciò posso permettermelo.»
«Mi dispiace in confronto a me ne hai passate di peggiori, devo ammetterlo. Un ragazzino di 14 anni contro tutto ciò che era normale. Ti sei trovato a dover affrontare di nuovo tutto quello che era il mondo con occhi diversi, con un te diverso. Io non credo ce l'avrei fatta.»
«E cosa facevo scusa? Mi deprimevo? No, dovevo trovare una soluzione, anche dirlo agli altri non sarebbe servito e col tempo ho capito che meno sapevano meglio era.»
«Ti prego cambiamo discorso ok? Non voglio farti rivivere le cose che hai dovuto passare»
«Ok, torna a dormire, provaci»
Mi rimetto a letto stesa e mi copro, dopo qualche minuto mi riaddormento.
Il sonno è tormentato, mi giro e mi rigiro, apro gli occhi vedo che sono le due e trentacinque e vedo che Cam mi sta guardando, richiudo gli occhi per provare ad addormentarmi ma niente, è come se qualcosa mi volesse tenere sveglia, ma non so cosa. È tremendamente stressante non riuscire a dormire.
Niente continuo a girarmi e rigirarmi. Mi alzo e vado in bagno sempre con lo sguardo di Cam addosso, lui però non si muove e non capisco il perchè. Dopo essere stata in bagno vado a baciare Cam ma...svanisce, nel nulla come se si vaporizzasse. Poi mi affaccio alla finestra e vedo che c'è gente in strada ovunque sono in pigiama, mi volto verso l'orologio e lampeggia come se non ci fosse la luce, provo ad accenderla e non va, niente luce. Apro la finestra ed esco sul balcone, mi alzo in piedi sull'inferriata e poi mi lascio cadere giù...
«Aaaaaaaaaaaaaaa» grido svegliandomi di nuovo di soprassalto. Non respiro, quindi è questo il sogno che mi ha fatta spaventare prima e ieri notte.
«Merel che hai?» chiede Cam preoccupato
«Il sogno, io ho...io mi...tu sei...»
«Se parli a monosillabe non ti capisco, respira e cerca di dire frasi che abbiano senso anche per chi non è nella tua testa ok?»
«Ho visto il sogno. C'eri tu, c'ero io e c'era anche tanta gente, ma non c'era la luce. Mi sono svegliata perchè non riuscivo a prendere sonno, sono andata in bagno e tu non ti muovevi, mi guardavi ma non reagivi, così ti vengo vicina come per baciarti e tu svanisci...puf! Niente più Cameron. Il bello è che non mi allarmo anzi, mi affaccio alla finestra come se fosse tutto normale e vedo un sacco di gente per strada in pigiama che si dirige verso un luogo bene preciso ma non so dove. Guardo l'ora che lampeggia, accendo la luce e non funziona, apro la finestra vado sul balcone e mi butto, sotto gli occhi di tutti, come se qualcosa mi spingesse a farlo e poi mi sono svegliata.»
«Ok calmati, prima o poi vedrai, anche perchè vanno tutti in una direzione, per adesso stai calma.»
Piango. Non so perchè ma penso che il mio cervello sappia cosa le persone inseguono ma non riesca a farmelo vedere perchè mi sveglio sempre prima.
«No, hey non fare così. È sono un brutto sogno. Ci sono qui io adesso, non sei più lì e non farò puf te lo prometto. Vieni qui!» mi avvicino a lui e lascio che mi consoli e mi coccoli. È straordinaria la sua capacità di sdrammatizzare sempre, non se ne accorge nemmeno credo ma lo fa. Aggiunge un pizzico di ironia ad ogni occasione, anche quando non sarebbe il caso. Del resto lo amo anche per questo, lui è lui e non cambierà mai.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora