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È incredibile, grazie ad un flash back sono riuscita a riportarci a casa. Mi chiedo solo come la prenderà Rose. Ha chiamato la polizia? Le è importato che fossi scomparsa? E il padre di Cameron?
Oddio la testa mi scoppia. Siamo ancora nel bosco in realtà, ma riconosco la strada. L'ho già vista quando ero molto piccola e mio fratello mi ha salvata dalle grinfie di mio padre, almeno per un po'. Mi sono ricordata la strada grazie ad un sogno molto lontano nel mio passato, era l'unica cosa a cui affidarci visto che nessuno dei tre aveva la certezza che la strada fosse questa, come nessuno di noi sapeva la strada per tornare a casa: si sono dovuti fidare di un mio ricordo.
Sento una macchina passare in lontananza. Cam e Violet si guardano e sorridono. Io invece muoio dentro. Voglio tornare a casa ma ho paura che questo finirà. Insomma io adoro Violet, ma chi mi assicura che sia davvero cambiata? E che non mi strapperà Cameron quando meno me lo aspetto? I miei amici mi considereranno ancora tale? Avrò ancora una casa? Cosa ci serverà il futuro? Non lo so, non lo so e ancora non lo so!
Troppe paure, troppe ansie che tormentano il mio cervello già stanco per l'accaduto. Non meno di qualche ora fa eravamo in una specie di bunker, ci volevano usare come cavie, e Cam era morto. Non mi sono nemmeno chiesta come sa morto e a dirla tutta non voglio nemmeno conoscere la verità, potrebbe aver causato lui la sua morte oppure qualcuno potrebbe avergli iniettato qualcosa...in ogni caso non voglio saperlo, è una domanda a cui non desidero dare risposta.
No! Non ce la faccio, non riesco a tornare alla vita di prima. Forse non lo voglio neppure. Ma devo volerlo, per lui e per lei e forse, con un po' di speranza, anche per noi. Faccio piano un respiro sperando che nessuno dei due se ne accorga. Ovviamente non è così.
«Hey, andrà tutto bene. Ti prego non essere angosciata, volevi rimanere lì per sempre?» io scuoto la testa alzando le spalle e facendo una smorfia. Non lo so. In fondo un tempo quella era casa mia.
«No, certo che no. Ma non lo so, tu hai un padre e, per legge, anche se non ti vuole deve badare a te mentre io...io cos'ho? Se Rose decide di darmi via lo può fare e sinceramente...chi adotterebbe mai una scappata di casa? Per inciso: io non lo farei.»
«Questo non significa nulla Merel. Magari Rose non ha fatto nulla, e ti accoglierà come la prima volta. C'è anche una remota possibilità che lei sia già al corrente di tutta la faccenda. Sono scomparso anche io ricordi? Di sicuro non è una di quelle che se ne fregano, sarà andata da mio padre che, presumibilmente, le avrà detto la verità o quello che sapeva.»
«Si e se non glielo avesse detto? Mi toccherà fare tutto daccapo. Rivivere ogni cosa nei minimi dettagli. Per te è semplice, lo so che hai dovuto sopportare così tanto, anche per causa mia, però non dovrai raccontare nulla.» mi siedo su un sasso sul ciglio della strada e appoggio le mani sulla testa con i gomiti sulle ginocchia. Ho versato troppe lacrime nelle ultime ore, talmente tante che non ne ho più.
«Vi lascio soli, ho visto un albero di mele laggiù»
«Quello è un albero di pere» puntualizzo.
«Sssi come ho detto io...va beh vi lascio un po' da soli» poi, la mia migliore amica, si allontana.
«Bambolina vedrai che Rose ti abbraccerà quando ti rivedrà. Credimi, ti vuole un mondo di bene e non credo si lascerà sfuggire una ragazza disponibile, dolce, simpatica e gentile come te alla prima difficoltà. È probabile che ti metterà in punizione a vita ma questo non importa perchè io sarò lì, verrò nella tua camera, per sempre se necessario.» mi metto a ridere e lui mi abbraccia forte. Ricambio dopo qualche secondo. Non appena torna Violet ci rimettiamo in cammino.

Dopo ore ed ore sbuchiamo davanti alla casa di riposo che un tempo era il mio orfanotrofio, chiediamo in giro come tornare a casa e ci indicano un bus che dovrebbe portarci direttamente lì: è stato facile. Saliamo e io, pochi istanti dopo, mi addormento.

Al risveglio sono in braccio a Cam. Appena nota che ho gli occhi aperti mi sorride. Fuori è buio.
Siamo arrivati. Davanti a casa sua, le luci sono accese e ci sono anche le decorazioni di Natale attaccate sulla fiancata e sulla facciata. Mi mette in piedi e mi prende il viso tra le mani.
«Dobbiamo farlo da soli. Va' da Rose e chiamami se hai bisogno, ok?» sospiro ed annuisco perchè so bene che è vero, lo dobbiamo fare da soli, dobbiamo affrontarli singolarmente. Gli lascio la mano incamminandomi verso casa mia, sento il rumore delle mie scarpe sul suolo. Il più bel suono del mondo, finalmente il silenzio spezzato solo da me e non da altri, niente più urla, niente più pensieri, solo un etereo silenzio. Svolto l'angolo ed aspetto qualche secondo, voglio vedere come lo accoglieranno quando lo vedranno. Poco dopo vedo che Lù gli salta addosso e i ragazzi lo salutano a loro modo con pungi e pacche sulla spalla che lascerebbero il segno a chiunque. Poco dopo vedo anche suo padre e sua madre che, tenendosi per mano, lo abbracciano.
Mi rigiro verso il muro e ci rimango appoggiata per qualche secondo sospirando per ben due volte. Forse troppe considerando che sto per tornare a casa e riavere la mia libertà. La famiglia di Cam, sebbene sia allargata, gli vuole bene e non può rifiutarsi di tenerlo con sé, è loro figlio. Ma Rose, lei può benissimo rifiutare di riprendermi in casa perchè io non sono sua figlia, a dire il vero non so nemmeno più di chi io sia. Mia madre e mio fratello sono morti per colpa di mio padre e adesso anche mio padre è deceduto per colpa mia e del mio ragazzo. Lo so che dovrei provare una tale gioia a sentire deceduto e mio padre nella stessa frase, soprattutto per tutto il male che lui ha fatto a noi e ad altri, ma non riesco a capacitarmene. È come se dentro di me si fosse creato un vuoto di malinconia. Adesso è morto e non si può tornare indietro nemmeno a volerlo. Anzi, a dire il vero un modo ci sarebbe, se solo ci fosse il corpo potrei provare a riportarlo in vita come ho fatto con Cam, forse però, è stato il nostro legame, così intenso, che lo ha riportato in vita. Non lo so, e sinceramente non mi interessa saperlo, né adesso né mai, non dovrà ricapitare! Ho migliaia di domande e dubbi, soprattutto ora che siamo tornati, non so come Cam mi tratterà e se mi vorrà ancora come fidanzata ora che Violet è di nuovo qui. Non sono invidiosa di lei, però è così bella e perfetta mentre io sono un disastro deambulante. È stata la prima fiamma di Cameron perciò potrebbe riprovarci sapendo l'effetto che ha avuto precedentemente su di lui? Chi mi dice che la mia migliore amica non tenterà di riappropriarsi del suo grande amore? Ma soprattutto chi mi dice che Cam resisterà e sceglierà me per sempre?
Mi porto medi ed indici sulle tempie ed inizio a massaggiarle. Ho dormito troppo poco ultimamente, il mio corpo è talmente stanco da non reggere più nulla. Immersa nei meandri della mia testa non mi sono accorta di aver camminato fino a casa. Le luci sono spente, controllo l'ora sul quadrante dell'orologio del parco...è presto! Magari è al lavoro. Impossibile, oggi dovrebbe essere il suo giorno di riposo. Qualcosa non va! Cerco la chiave di scorta e apro la porta.
Mi porto subito le mani al naso, c'è un odore terribile, come se non ci vivesse nessuno da un po'.
Accendo la luce ma non va, pensando che sia colpa dell'interruttore provo da un'altra parte...niente! Qualcosa mi puzza, oltre all'aria s'intende.
Mi dirigo in cucina dove so che di solito ha il cellulare. Infatti lo trovo posato sul tavolo apparecchiato e con del cibo sopra, pane e latte. Siccome ho fame prendo il pane ma mi accorgo che è peggio di un sasso. Ok, decisamente qualcosa non va.
«Rose? Rose sono a casa ci sei?» grido sperando in una risposta. Niente.
Prendo il cellulare e lo sblocco, poi accendo il flash per avere una visuale migliore. Non appena accendo il led appare la scritta "low battery", tipico di Rose avere il cellulare scarico.
Noto che c'è polvere ovunque. Allora capisco. Rose odia la polvere, non la sopporta perchè dice che porta un sacco di germi e che ci sono dentro le cellule epiteliali di chiunque, ovvero la pelle morta e la saliva di una persona qualsiasi.
Puzza, luce che non va, polvere e coltelli fuori posto. Raggelo!
Controllo ogni singola stanza della casa e alla fine entro nella sua preferita, il suo laboratorio d'arte. Sgrano gli occhi e mi blocco completamente. Sento le lacrime pulsare per uscire e le labbra che tremano. I quadri sono tutti rotti e le pitture, così come i pennelli, sono rovesciati a terra.
Anche lei è a terra. Ferma, immobile, bluastra e gonfia.
«No!» sussurro in un respiro.
Lo ha fatto. Mio padre lo ha fatto. È colpa mia, gli ho disubbidito, lui me lo aveva detto. Mi aveva raccomandato che avrebbe ucciso qualcuno di caro se mi fossi permessa di insultarlo e di parlargli in modo poco consono. L'ha fatta uccidere. IO L'HO FATTA UCCIDERE!
«È colpa mia, è solo colpa mia. Mi dispiace!» sussurro accovacciandomi accanto a lei. Le mie lacrime ricadono sul pavimento variopinto per via delle pitture. Non so cosa fare, non ho la forza di reagire ma lo faccio, inconsapevolmente mi alzo e mi dirigo verso il telefono di casa...non c'è linea ovvio. Mi ricordo del cellulare che sto usando come torcia. Digito velocemente il numero di Cameron prima che si scarichi.
"Pronto?"
"Vieni subito qui ti prego!" il tono della mia voce è triste e nostalgico.
"Ok, ma Bambolina stai bene? Hai la voc..."
Riattacco, sebbene non per mia volontà poiché la batteria del cellulare mi ha abbandonata. Non ce la faccio, non riesco a tornare di là e guardarla per terra.
Esco sul ballatoio, mi siedo e aspetto con le lacrime che pungono gli occhi gonfi e brucianti.
Tremo, ma non per il freddo, per la paura e la stanchezza. Vedo Cam che arriva con uno dei suoi scatti e dietro c'è Violet che gli grida contro di non farlo mai più perchè potrebbero vederlo.
«Se c'è Merel di mezzo non me ne frega un cazzo se mi vedono oppure no!» entra nel cancello. Mi vede ed inclina la testa. «Lo ha fatto!» annuisco incapace di crederci. Violet sgrana gli occhi e sembra andare in iperventilazione. Dovrei essere io a star male non lei. Fa dei passi indietro.
«Violet che hai?» gli chiede Cam curioso.
«Ni...nie....niente. Perchè?» è più agitata di me.
«Che cosa hai fatto?» sono furiosa. I suo pensieri parlano chiaro.
«Non sapevo che fosse la tua tutrice. Tuo padre mi ha detto di ucciderla perchè sapeva cose che non doveva sapere e io l'ho fatto. Non sapevo chi fosse, per me era una qualunque e c'era anche Rick con me. Mi dispiace...i-io non l-lo sapevo.» balbetta l'ultima frase. La rabbia che ho dentro cresce e muta in ira, le tiro un masso che trovo su ballatoio e la manco.
«Vattene! Vai via non voglio vederti adesso.» le dico. Annuisce e scusandosi un'altra volta se ne va. Faccio un lungo respiro e Cam mi abbraccia.
«Non la perdonerò mai, promesso.»
«No. Non è colpa sua, non sapeva chi fosse o cosa stava facendo. Quando tornerà la riaccoglieremo.»
«Sei troppo buona sai?» faccio un sorrisetto.
«Grazie, ma è così, è la verità. Sotto il controllo di mio padre non era cosciente di quello che faceva, probabilmente non è stata nemmeno lei, ha solo aiutato Rick, conoscendola non ne sarebbe capace. A proposito, mi mancava il tuo sai...sai?» tiro su con il naso, l'ira si attenua. Non è colpa di Violet era soggiogata, stava solo cercando di appagare mio padre e rimanere in vita, sono serena nei suoi confronti, non posso permettermi di essere arrabbiata con qualcun altro ora, è troppo importante per perderla di nuovo.
«Ah ah ah, divertente!» sospira «Come stai?»
«È colpa mia se l'hanno uccisa. Non bene. Prima che tu possa dire che non è vero sappi che lo è, sono io che ho deciso di rivolgermi a quel modo verso mio padre, nonostante questi mi aveva avvertita che se lo avessi fatto una seconda volta non me l'avrebbe lasciata passare liscia ed avrebbe fatto uccidere qualcuno che mi stava a cuore.»
«Tua o non tua la colpa, adesso non conta. Dobbiamo coprire le tracce di questa storia. Ci servirà Cassidiy.» prendo un respiro profondo e mi asciugo le lacrime lasciando che il dolore si allevi da solo.
«Ora andiamo da me e racconto tutto io a mio padre. Tu va dritta in camera mia, lavati o fai quel che devi fare e riposati, ne hai davvero bisogno.» annuisco.
Mi prende in braccio e mi porta a casa sua poi va con suo padre nello studio mentre Lù mi accompagna di sopra, senza però mettere piede in camera di suo fratello.
Mi sistemo, e non appena appoggio la testa sul cuscino mi addormento.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora