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Mi sveglio ma non sono nella cella. Sono distrutta. Ho pianto per buona parte della notte, alla fine sono crollata solo perchè il mio corpo era esausto ed avevo terminato le lacrime. Mi tiro su di botto. Se non sono in cella, allora dove sono? Come ci sono finita qui? E, cosa non meno importante, dov'è Cameron?
Non sono legata o rinchiusa, infatti non appena spingo la maniglia la porta, si apre. Esco. Cerco qualcuno ma il corridoio è deserto. Lo percorro fino alla fine, ci sono già stata dunque so che strada percorrere. Il fatto che non ci sia anima viva mi lascia titubante al punto che lo è anche la mia andatura. Più che titubante sono in allerta, perchè se non c'è nessuno nei paraggi vuol dire che sono impegnati a fare altro...a tenere sotto controllo qualcuno. Raggiungo le celle ma Cam non c'è, a dire il vero sono completamente vuote e chiuse, come se le avessero destinate ad altri. Mi dirigo di sopra e, con fare rabbioso, spalanco la porta della sala del trono. Con mio stupore ci vedo una sfilza di guardie e mio padre seduto lì, che si crogiola nella sua beatitudine dell'essere il capo.
«Merel, buon giorno cara. Non sei stata avvisata per caso? Vi ho fatto assegnare una camera di prestigio in modo da rendervi il soggiorno più confortevole.»
«O perchè vuoi un nipote!» sussurro a bassa voce tra me e me. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
«Dov'è?» mi fermo un secondo «Lui dov'è? Cosa hai fatto a Cameron?»
«Assolutamente nulla mia cara. Tu e lui siete di inestimabile valore, non vorrei mai che vi capiti qualcosa di terribile. Lui è stato già scortato nella suite.» poi si rivolge ad una delle antipaticissime guardie presenti «Sii gentile Andrew, accompagna la mia secondogenita dal suo compagno per favore.» lui annuisce e mi poggia una mano sulla schiena dandomi la direzione. Ma in che razza di modo parla? Sembra che sia nell'antico medioevo. Mi viene da domandarmi se ce la faccia oppure no, perchè a questo punto io dubito fortemente che ce la faccia!
Questo tipo gigante mi lascia davanti ad una porta e io ci entro. WOW! Beh è una bella camera. Vedo Cam che scende dalle scale presenti, ha in mano uno...spazzolino? Chi glielo ha dato? Pagherei oro per averne uno anche io. Lo lascia cadere e con uno scatto viene da me abbracciandomi forte, io ricambio l'abbraccio.
«Pensavo che...insomma io credevo che...oh ma chissenefrega, stai bene?»
«Non si vede? Di sopra c'è un bagno che è favoloso, nemmeno so descriverlo. E c'è anche un letto matrimoniale. Per non parlare del riscaldamento, della tv, la luce elettrica...» lo interrompo «Lo sai che ci hanno messi qui per un motivo vero?»
«Si lo so, vogliono che tu rimanga incinta.»
«Già» abbasso lo sguardo, mi siedo sul letto e sospiro.
«Ma hey, non lo farò non preoccuparti d'accordo? Non voglio che il mio primo figlio, o figlia, rimanga nelle loro mani e che non sappia nemmeno della nostra esistenza, non se ne parla proprio. E inoltre...» si ferma per tirarmi su il viso con le dita «hai sedici anni Merel. Nessuno vuole un figlio a sedici anni e io non ti farò rimanere incinta. Quando, mi correggo, se avremo un figlio mi assicurerò che sia tu a volerlo ok?»
«Dovremmo volerlo entrambi no?» sorride ed annuisce «Si entrambi. Ora vieni qui.» dice e mi abbraccia. Rimango avvolta nelle sue, gelide ma confortanti, braccia per interminabili minuti. Poi capto il pensiero di qualcuno nelle vicinanze e sento che si dirige qui. Cam capisce che mi sono sconnessa dal suo pensiero perciò mi guarda e dice «No, rimani collegata alla sua testa, se viene qui sarà perchè vuole dirci qualcosa, voglio sapere se dice il vero oppure no.» annuisco e lui mi stampa un bacio in fronte. Oddio! Ho percepito i pensieri di...
«Violet!» dice Cam quasi con disgusto.
«Non troppo entusiasmo. Il capo ha ritenuto che fossi io a dovervi dare le regole per rimanere in questa stanza, ha detto che in questo modo riuscirò finalmente a capire che devo lasciarvi stare come coppia perchè siete carini. Si, ha notato il mio attaccamento e la mia infatuazione verso di Cam...» lui la interrompe correggendo il Cam con Cameron, lei sbuffa e riprende il suo monologo «...si si come vuoi. Dicevo, il mio padrone, ha notato che, sebbene mi abbia cancellato ogni ideale o qualsiasi cosa io pensassi, non ha potuto eliminare i ricordi. La mia infatuazione, così la definisce, è un problema perchè sono una rivale molto qualificata per prendere il suo posto e per cui devo allontanarmi da te, da voi.» abbassa il capo, sembra davvero dispiaciuta ma non posso fare a meno che sbattergli in faccia quello che mio padre le ha chiesto di fare: venire qui e dirci di fare sesso giorno e notte finché non rimango incinta. Per quanto lei mi stai antipatica, ha ricevuto un bel colpo basso da parte di mio padre, insomma poverina, prova ancora qualcosa per Cam - come potrebbe essere diverso in fondo? Merel lo hai guardato? È bello ed è anche gentile, ovvio che piace a tutte - e lui la manda qua sbattendole in faccia che non può amarlo...è crudele, anzi meschino.
«Si, corretto, in pratica vi devo elencare le regole, da lui stabilite ovviamente, che vi permetteranno di rimanere in questa suite e faranno capire a me che oramai, io con lui, non centro più nulla.» abbassa lo sguardo poi lo rialza e fa un sorriso, che per la prima volta è sincero.
«Mi dispiace. Intendo per quello che mio padre ti ha fatto passare e per quello che stai passando ora a causa mia. Sei una delle persone che potrebbe sopravvivere e riprodursi, dunque potresti stare con Cam e dare a lui quello che vuole, il problema è che ci sono io adesso. Dio, devi provare un tale odio verso di me.»
«No, non odio te ma me stessa. Sono stata io che gli o permesso di cambiare radicalmente le mie idee e per questo me ne rammarico, è stata colpa mia. Prima che arrivasse lui mi ha accolta qui e mi ha viziata come fossi la figlia che avrebbe voluto sempre avere, io, ovviamente, gliel'ho lasciato fare ma ho sbagliato. Poi sei arrivato tu e io volevo solo poter tornare indietro ma il processo era già cominciato, non potevo riavvolgere il nastro. Senza accorgermene mi sono innamorata di lui e viceversa, il problema è che io ho presto abbandonato quelli che erano gli ideali di Violet per lasciar spazio a quelli di tuo padre e così ho perso non solo me stesa, ma anche il mio primo vero amore.» sbuffa e alza le sopracciglia, poi riprende la sua solita espressione, come se le avesse impartito anche questo, come se le avessero detto cosa dire.
«È come essere vittima di bipolarismo in pratica» conclude Cam «hai le tue idee, i tuoi ricordi, il tuo tutto ma è segregato dentro di te e non puoi tirarlo fuori, appartieni a loro e se un minuto prima sei te stesso, il minuto dopo sei quello che vogliono loro.»
«Bene. Basta depressione e passato. Dunque le regole sono le seguenti: dovete rimanere in camera sempre, eccetto quando non saranno le guardie a scortarvi al di fuori, dovrete finire i pasti che siate affamati o no, finché non avrete svolto determinate funzioni vi sarà proibito dormire. È tutto. Domande?» ehm...si. Te ne bastano mezzo milione?
«Che vuoi dire con "determinate funzioni?"»
«Semplice. Siete qui, come penso sappiate, perchè suo padre vuole un'erede e questo comporta che finché non volgerete quelle attività vi sarà vietato dormire. Il letto, il pavimento e più o meno ogni angolo della camera è dotato di un microfono, un sensore di movimento e uno di quegli aggeggi che si usano per controllare le funzioni vitali delle persone: siete sotto controllo in pratica. Tuo padre vuole che facciate sesso ogni sera. Ora ho altro da fare scusatemi.» ed esce sculettando sui tacchi, ironicamente, viola. Mentre la guardo la luce mi acceca per un secondo, torno a guardare Cameron sorpreso quanto me, sento montare un'emozione che non riconosco nel mio petto.
«Ma che cosa siamo in un porno? Ora decide lui quando dobbiamo farlo? Voglio uscire da qui!» mi metto a piangere. Ecco l'emozione di poco fa che esce sotto forma di lacrime, la prigionia in questa camera è tre volte peggio che quella della cella.
«Hai ragione, è assurdo. Siamo passati dall'essere degli esperimenti a delle cavie e adesso siamo diventati pure degli sforna bambini. Ti porterò fuori da qui te lo prometto, intanto però ci conviene fare quello che dicono. Merel mi dispiace ma non abbiamo scelta. Ti giuro che finirà presto. Guarda il lato positivo delle cose, ok?»
«Lato positivo? Lato positivo, certo. A te non fa differenza, a te piace no? La sai una cosa? Anche a me piaceva prima di tutto questo. Preferivo quella lurida cella piuttosto che stare qui e trasformare la mia vita in un film porno. Non ti cambia nulla, non sei tu che rimarrai incinta, tu te la spasserai e basta e io? Io invece che fine faccio? Per me questo è peggio che essere stuprata, mille volte peggio. Sono costretta a fare una cosa che non voglio fare e che dovrebbe essere un momento intimo davanti a microfoni e spie di chissà che tipo. No, io non ce la faccio mi dispiace. Farò in modo che non tocchino te per questa mia decisione, ma non posso starci. Non gli permetterò di trasformare una cosa così intima e bella in un altro incubo.» mi asciugo le lacrime ed esco infuriata dirigendomi nella stessa stanza di prima: la sala del trono.
Piuttosto mi uccido, ma non voglio finire in un film porno, non voglio essere il suo burattino mi dispiace. Spalanco la porta. Cam mi ha seguita, mi chiedo se dopo le mie crudeli parole sia ferito o arrabbiato o chessò io.
Mi faccio largo tra la folla che è ancora lì e lo raggiungo, gli poso una mano sulla spalla per farlo voltare e lui ne resta sorpreso.
«IO. TI. VOGLIO. VEDERE. MORTO.»

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora