Sento la pressione delle mani di Cameron che cerca di svegliarmi. Mugolo perché non ho voglia di farlo, ho bisogno di dormire. Allora sento che mi solleva e mi mette sul dorso della pancia la borsa. Qualcuno gli urla qualcosa contro e risponde a tono. Scende dall'aereo con me in braccio.
«Ti metti a fare il cavaliere Cam?» gli grida Filippo.
«Ah ah ah! Che facevo la lasciavo lì?»
«Sarebbe da te farlo. O almeno, lo sarebbe stato»
«Flip, le persone cambiano. È così sbagliato se cerco un po' di stabilità?»
«No, solo che non è da te, tutto qua.»
«Lo so ma lei, lei è la mia stabilità, non ho mai provato cose del genere prima, non per mia sorella e soprattutto non per una ragazza. Ho sempre pensato di essere uno di quei tipi che vanno avanti a troie per tutta la vita» si ferma e mi rivolge uno sguardo che intuisco solo da quello che riesco a leggergli nella testa «invece ho trovato lei. Mi fa stare bene sai?»
«Davvero è quello che provi per lei? Sembra quasi che tu non sappia come dirlo.»
«Già, l'unica cosa che posso dirle è Ti Amo, perché non hanno inventato altre parole, non c'è niente più sopra di questa parola.»
«Merda amico, non pensavo fosse così importante per te questa ragazza, sembra quasi che ti stia ridando la vitalità che avevi un tempo...»
Schiudo gli occhi lui mi sorride e sussurra «Si è così» i suoi occhi vengono attraversati da una scia di blu ma tornano subito a colorarsi di quel rosso ormai familiare, innocuo.
Mi mette in piedi assicurandosi che abbia le forze per rimanerci e, anche se sono un po' intontita, lo rassicuro che posso farcela. Andiamo a ritirare le valige e poi usciamo. Vedo che Rose mi sta aspettando e le vado incontro, la abbraccio e lei ricambia. Carichiamo le valigie nel portabagagli e saluto gli altri. È più o meno l'una di notte e ora che arriviamo a casa saranno le due. Fortunatamente domani è domenica e non c'è scuola, anche se il jet-leg è solo di un'ora è si fa sentire lo stesso.
Una volta arrivate a casa vado a farmi una rapidissima doccia senza lavare i capelli. Poso le valigie vicino alla scrivania e decido che le sistemerò domani mattina...cioè domani pomeriggio...ok ok quando mi sveglierò. Metto il mio pigiama e mi sdraio in attesa del sonno.Cameron
Arrivo a casa. Evviva faccio i salti di gioia. Tutti i genitori sono contenti dell'arrivo dei propri figli, il mio invece è contrariato, quasi fosse indispettito dalla mia presenza. Gli vedo una siringa in tasca e capisco subito che si aspetta che lo segua; questa volta no, sono stanco e voglio dormire. Per una cazzo di volta che ho sonno me lo deve lasciar fare. Lo guardo velocemente e mi stampo l'immagine in testa così potrò analizzarlo in seguito. Sollevo le valigie e vado dritto in camera, lui non mi segue...ok, strano. Ok va beh, meglio così almeno riuscirò a riposarmi. Prima di dormire però sistemo le cose da lavare nel cesto della lavanderia e mi dirigo al piano di sopra. Mi fa sempre uno strano effetto venire quassù, mi ricorda il periodo in cui ero costretto a starmene le ore chiuso e incatenato qui dentro. Ma del resto non posso mica tenere di sotto un mini frigo contenente sacche di sangue. È anche vero che non faccio salire nessuno in camera mia, ma nell'eventualità che dovesse venirci qualcuno è ben nascosto e al sicuro, infatti di solito la porta del piano di sopra è chiusa a chiave. Mi ricordo della prima volta che Merel è venuta qui, cioè ce l'ho portata io ma lei è salita e ha visto...beh quello che ha visto, eppure non è scappata, aveva solo un'espressione dubbiosa e curiosa stampata sul viso. Non volevo coinvolgerla in questa vita, nel mio schifoso modo di vivere, ma alla fine ci si è tuffata a capofitto da un trampolino molto alto per cui se io mi fossi tolto da sotto e non fossi stato pronto a prenderla sarebbe morta o peggio sarebbe diventata una cosa incontrollabile. Bevo la mia sacca di sangue e guardo allo specchio l'effetto che mi fa, vene in rilievo, occhi stra rossi e muscoli che fremono. Sembro un cazzo di vampiro della serie tv, non c'entra molto con la verità però; le vene si vedono in tutto il corpo, il cuore si incendia del medesimo colore, i muscoli si gonfiano e per quanto riguarda gli occhi...beh cambia solo il colore dell'iride.
Torno di sotto cercando di non pensare alla mia immagine riflessa. Spulciando tra i panni sporchi della valigia trovo la carta del preservativo che ho usato il primo giorno. Non so perché, volevo tenerla perciò la metto nel cassetto della scrivania, voglio ricordarmi quel giorno perché la sua verginità non è come quella di tutte le altre che mi sono preso, la sua è speciale, unica. Sposto il casino che c'è sul letto buttando tutto per terra - mi pentirò di aver gettato a terra ogni cosa perchè mi toccherà risistemare tutto - e mi sdraio sopra al letto. Non lo ricordavo così comodo ed accogliente.
Dopo pochi minuti riesco finalmente a prendere sonno ma sono ancora vigile e infatti mi scorrono davanti le immagini di me e Merel mentre scopiamo, dei suoi sguardi stupiti per ogni cosa, ha la straordinaria capacità di stupirsi di tutto senza mai spaventarsi, gliela ammiro molto perché se anche io ne fossi in grado probabilmente riuscirei a non essere così spaventato da me stesso. Ok sì, l'ho detto, sono spaventato da me stesso! Non so bene come tuttavia mi spaventano le cose che posso fare perché grazie alla forza e alla velocità potrei fare quello che voglio, decidere sulla vita di qualcuno, non lo faccio solo perché vedo allo specchio il sangue e il suo effetto e...non voglio che altri vedano quella cosa. Il sonno piano piano si impossessa del mio corpo, per favorirlo cerco di rilassarmi e non pensare più a nulla lasciando che entri a far parte di me completamente.

STAI LEGGENDO
Un amore paranormale
RomanceMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...