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Ho mangiato poco, ma non avevo fame e sono ancora preoccupata per stasera ora che non ho nulla a cui pensare.
«Ti va di fare una delle più grosse cazzate che tu abbia mai fatto in vita tua?» chiedo a Cameron, l'intento e di portarlo all'interno dello Science Museum di Londra.
«Cioè?»
«Andare al museo della scienza senza pagare il biglietto.»
«Allettante e come pensi di fare sentiamo?»
«Potrebbe non essere la prima volta che lo faccio. È sicuro tranquillo non c'è pericolo.»
«Ci sto ma se ci beccano la multa la paghi tu.»
«Tu sei più ricco.»
«Si ma l'idea folle è tua.»
«Non è la prima volta che lo faccio, io e Piper ci divertivamo a passarci i pomeriggi, una volta abbiamo studiato le telecamere e siamo rimaste li a dormire. Ce lo siamo girato tutto con foto e souvenir gratis ovviamente. Quando ci hanno beccate gli abbiamo detto una balla mega galattica, ovvero che la scuola ci voleva portare ma noi non avevamo i soldi e allora ci siamo intrufolate all'interno perchè non volevamo essere prese in giro dai nostri compagni e il guardiano ci ha credute. Da quel giorno Buth ci ha sempre acceso le luci anche di notte così noi ci passavamo le serate a guardare e fare foto senza stupidi turisti tra le palle.»
«Quindi ci farà entrare gratis come per la ruota panoramica vero?»
«No ma se andiamo mentre è chiuso non ci farà pagare il biglietto e possiamo entrare dal retro, ha il controllo delle telecamere e man mano che cambiamo padiglione o stanza lui le spegne ma abbiamo solo venti minuti per stanza perchè se le telecamere rimangono spente per più di venticinque minuti scatta l'allarme.»
«Ok ci sto, quando mi ricapita una cosa simile?»
Chiamo un taxi così facciamo prima. Una volta arrivati cerco di pagare ma alla fine Cameron vince sul tempo. Le borse sono comode perchè ci puoi portare di tutto ma non quando il tuo ragazzo vuole pagare per te, in quel caso sono scomode, e anche molto. L'entrata è classica e teatrale ma noi non possiamo passare da li se non abbiamo il biglietto. Vado sul retro e saluto Buth con la mano lui allarga le labbra in un sorriso e mi fa segno di entrare, poi mi dice che non possiamo andare a visitare alcuni padiglioni, e mi mostra quali, perché hanno messo delle telecamere che non può disattivare. Porto Cam a vedere il mappa mondo gigante e ne resta esterrefatto, nel mentre che lo portavo lì ha visto anche tutta la roba esposta che io conosco a memoria, ha la stessa faccia da quando siamo entrati: meravigliata. È carino, sembra un bimbo piccolo che scopre cose nuove e mi fa tenerezza. Lo porto poi a vedere il padiglione dove ci sono gli squali, poi in quello high-tech, poi nella stanza delle spazio, c'è l'intero sistema stellare e nello stesso padiglione c'è anche la stanza del sole e della luna, nel padiglione delle galassie non possiamo andarci.
Il locale dei robot, quello dei treni, quello interattivo, quello delle invenzioni fatte in legno, lo porto a vedere anche le bobine di Tesla e i dinosauri ricostruiti. Poi per ultimo visto che sono già le otto e mezza lo porto al Tunnel, io e Piper lo chiamiamo così, in effetti lo è però, è un tunnel tutto colorato con il quale ti sembra di viaggiare nel tempo. Mentre ritorniamo gli faccio vedere anche il padiglione degli animali vivi che però non è nulla di che. Usciamo che siamo stanchi morti...almeno io lo sono.
Cam non sembra avere male ai piedi o essere stanco in alcun modo, non è giusto cacchio!
«È stato bello, davvero bellissimo. Mai visto nulla di simile. Grazie»
«Prego. Oh una panchina ti prego ci possiamo sedere un'attimo?»
«Ma ho fame.»
«Si ciccio, ma io mi stanco al contrario di te. I miei piedi chiedono pietà o smetteranno di funzionare.»
«Esagerata! Vieni qui.» mi prende per il polso sfilandomi la mano che avevo in tasca e mi avvicina a se, mi bacia davanti al museo tutto illuminato e poi mi prende in braccio. Tiro un'urlo per lo spavento e la gente ci fissa. Alcuni turistici scattano delle foto perchè siamo "carini". Che poi io dico, ma farvi i cazzi vostri no èh? Dovete fotografarci! Chi li capisce. Cam fa finta di nulla è abituato ad essere sotto i riflettori.
«Così va meglio bambolina?»
«Si grazie, ma non sei il mio trasportino vivente.»
«Ok però almeno non ti lamenti e posso andare a mangiare in pace. Che ne dici se andiamo in hotel a mangiare?»
«A quest'ora la cucina sarà chiusa no?»
«Chi lo dice sul volantino c'è scritto che servono i pasti fino alle nove e trenta e adesso sono le nove meno dieci.»
«Ci mettiamo più di mezz'ora ad arrivare»
«Non se corro. E guarda caso so la strada» me la mostra sul cellulare con Google maps. Non ha tutti i torti in effetti.
«Sai che dà nausea?»
«Si lo so, all'inizio vomitavo l'anima.»
«Poi passa e arriveremo in dieci minuti circa.» non mi sono accorta che se con una mano tiene il cellulare allora significa che mi sta reggendo con un solo braccio...incredibile!
Accetto ma decido che mi metto sulla sua schiena stile cucciolo di koala. Dopo dieci minuti siamo all'hotel e senza lavarci ne niente andiamo a chiedere del cibo. Cam torna al tavolo con due piatti con dentro dei tacos che contengono verdura e pollo ma non sono piccanti come quelli messicani. Mangiamo e poi andiamo in camera.
Mi sistemo per prima visto che ci metto di più e lui mi lascia fare mentre guarda la tv.
«Ma che palle! I canali sono tutti in inglese qui?» che tonto!
«Ripetimi in che città siamo?»
«Londra»
«Che lingua si parla a Londra?»
«Inglese»
«Ecco appunto» conversazione a distanza tra bagno e camera col proprio ragazzo...fatto! Esco dal bagno con la sua felpa che mi arriva a metà coscia, compra delle magliette che sono grandi anche per lui figuriamoci per me.
Va lui a lavarsi, uscendo dopo circa sette minuti.
«Ho fame» dice. Ma che diavolo ha? Abbiamo appena mangiato!
«Abbiamo appena finito di mangiare!»
«No, non quel genere di fame!»
«Ok, quindi non hai fame hai sete!»
«In effetti...»
«Dobbiamo ancora parlarne vero? Cioè vuoi sapere come funziona?»
«In teoria so come funziona, so che fa un male cane e so che puoi non uccidere, altro non so.»
«Non fa male ovunque, e dipende da chi ti morde. Sul collo fa male a prescindere e anche sui tendini, ma il resto del corpo soffre di meno. E poi dipende anche dal veleno, ci sono diversi tipi di veleno, questo già te l'ho detto. Quello che uccide, quello che cura e quello che trasforma. Ma puoi scegliere anche di non usarlo e in quel caso fa molto male in qualsiasi posto perchè i denti non sono lubrificati perciò buchi la vena o l'arteria senza anestetico. I veleni pero possono anche essere combinati: se combini quello che ti trasforma con quello che cura si ottiene una specie di anestetico locale che guarisce immediatamente la ferita, sia interna che esterna, senza fare danni al corpo della persona.»
«In poche parole tu sei capace di prendere il sangue senza farmi male grazie al fatto che riesci a unire due veleni che curano non solo la pelle ma anche la vena giusto?»
«Si» ha la faccia di chi è stato appena smerdato il che in effetti è vero, ma lui ha solo cercato di darmi la spiegazione più completa possibile.
«Vuoi provare?» dico non troppo convinta: «hai detto che il mio sangue è diverso perciò non so, mi chiedevo se volessi provare a....bere? il mio!»
«Dipende da te non da me. Sei tu che senti il morso non io.»
«Ok voglio che tu lo faccia. Però se non ti fermi?»
«Tranquilla un litro e mi fermo, so quello che faccio non è la prima volta»
Annuisco e lui mi prende il polso dicendomi che è più comodo entrare nella vena senza farmi male.
«Stringi la mia mano capito? Stingila forte, ma non troppo forte devo capire quando ti ho preso un litro, lo si capisce oltre che dai battiti anche dal fatto che la presa diminuisce di forza, perciò forte ma non forte tanto da far cedere il muscolo.»
Non ho capito ma lo faccio, gli stringo la mano forte...ma non troppo. Poggia le labbra con il quale mi bacia vicino alla mia pelle e poi sento una fitta di dolore che passa quasi immediatamente. Sento che qualcosa mi viene tolto ed è una sensazione brutta ma piacevole allo stesso tempo, è come se mi sentissi più leggera. Ha ragione sento che la mia forza diminuisce e lui si ferma all'istante. Tira su la testa e mi controlla il battito. Mi sento strana più leggera, più libera.
«Hai il battito regolare. In teoria ti senti più leggera giusto?»
«Si»
«È perchè il veleno dà questa illusione, ti fa credere che vada tutto bene, di sentirti meglio mentre in realtà, tecnicamente, stai morendo»
«Bello!» dico con ironia. Lui se ne accorge e mi porta il viso vicino al suo petto.
«Lo senti? Il mio cuore batte solo se sono vicino a te e non so il perchè ma se tu non ci sei non riesco a scaldare il mio corpo e il cuore non batte.»
«Davvero?»
«Si, sembra una frase sdolcinata o una frase fatta ma è vero, batte solo se mi sei vicina.»
Mi lascia andare ma io rimango sul suo petto ad ascoltare. Vede che non mi stacco e si stende mettendomi un braccio dietro la schiena per farmi da cuscino, e io rimango lì ad ascoltare il suo cuore che batte e il suo non respiro. Perchè è vero a volte respira e a volte no è strano ma è così a volte respira quando cammina e non quando si allena è assurdo. Mi addormento lì dimenticandomi che Cass è a casa di Rose.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora