Mi riprendo un pò facendo matematica, una volta finita vado a sciacquarmi la faccia che è ancora rigata dalle lacrime. Sento Rose arrivare e le vado incontro correndo disperata, io devo andare a Londra dal mio migliore amico, che lei voglia o no. Anche se mi costerà la mia vita qui, trasgredirò il suo no e volerò lo stesso a Londra, dovesse veramente costarmi l'adozione.
«Rooooooooooooose» grido, lei si spaventa.
«Oddio, che c'è?»
«Devo andare a Londra a tutti i costi, il fratello del mio migliore amico è morto e io DEVO ANDARCI. Lo capisci?»
«Si ok, capisco. Ma non oggi, non partirai stasera scordatelo.»
«Posso andare davvero?» ok, ammetto di essere alquanto sorpresa.
«Si certo ma non da sola, o ti porti qualcuno oppure mi sa che un bel viaggetto a Londra me lo farò anche io.» si passa la mano sul mento come se stesse pensando a come potrebbe essere.
«Posso portare chi voglio?»
«Si, ma gli devo prima stringere la mano»
«Grazie, grazie mille, grazie centomila volte, no ma che dico cento miliardi di volte»
«Si si prego, lunedì sei a casa chiaro? Farò un'eccezione solo se il funerale non si sarà ancora svolto, ma se è già stato fatto per domenica sera devi essere a casa così lunedì vai a scuola intesi?»
«Certo, come vuoi tu. Grazie!» inizio a saltellare e la abbraccio, non sapendo cosa fare saltella anche lei mentre mi abbraccia.
Stasera dirò a Cam che deve venire con me, voglio che sia lui a venirci. Corro in camera e cerco un hotel con letto matrimoniale così se Cam vuole dormire o stendersi il posto c'è. Trovo l'hotel vicino a Piccadilly Circus, ovviamente pagherò io con la carta di credito che usavo là, anche qui funziona ma non mi va di usarla per comprarmi il pranzo. Sprecherei tutto ciò che guadagno.
Guadagno, guadagno, ODDIO GUADAGNO! Il negozio della signora anziana! Cavolo ora è tardi non posso andarci. No, ci devo andare devo riuscirci. Metto di fretta dei vestiti presi a caso e corro verso il negozio. Appena arrivo sto due minuti fuori per riprendere fiato poi entro. È un pò trasandato ma è carino. Arrivo al bancone e una signora anziana, suppongo quella del telefono, mi chiede se sono lì per il lavoro, annuisco e mi scuso dicendo che ho avuto dei problemi a scuola e lei non indugia a farmi un sorriso e a dire che la scuola è più importante, per fortuna. Mi spiega dove si trovano le varie stanze e i vari ingredienti in caso dovessi usare qualcosa.
«Puoi venire quando vuoi, anche non tutti i pomeriggi e all'ora che preferisci, sono molto flessibile, per lo stipendio ti ho già spiegato come farò: guarderò quanto lavori e in base a quello ti darò dei soldi. Non ti nego quindi che lo stipendio non sarà fisso, ma almeno è qualcosa.»
«Ok, grazie mille, è gentilissima a capire le mie esigenze, signora...?»
«Chiamami nonna Gina, qui ormai lo fanno tutti e a me non dispiace.»
«Va bene la ringrazio molto, devo vestirmi in modi particolari o posso vestirmi come voglio? E se non vengo devo avvisare?»
«Dunque per i vestiti non c'è problema basta che non sia roba osé, o pantaloni strappati, maglie che scoprono la pancia, insomma devi essere coperta, per quanto riguarda la seconda domanda si, preferirei se chiamassi Alberto, mio figlio, così sa quando deve rimanere qui o può andare a divertirsi. Ecco vieni ti do il numero, fagli uno squillo quando hai tempo, io gli dirò che lo chiamerai così non ti metterà giù la cornetta vedendo un numero sconosciuto.» mi dà un foglietto e un bigliettino da visita del ristorante così ho i numeri di telefono di entrambi nel caso uno non rispondesse.
La ringrazio per l'ultima volta e torno a casa di corsa perchè la fame fa brontolare il mio stomaco, anche perchè sono già le sette meno dieci. Arrivata a casa vado di corsa a fare una doccia dato che ho corso e sudato, sono ancora scossa per la morte di Denny, il fatto che Rose mi dia il permesso di andare a Londra è un gran punto a suo favore, ho smesso di contarli già dalla seconda settimana, si è sempre mostrata disponibile a capire le mie priorità, in sostanza è bello che mi lasci andare lì perchè avrò la possibilità di rivedere tutti i miei amici, anche se preferivo non fosse questa l'occasione.
Vado di sotto ad apparecchiare e stavolta mi metto io ai fornelli, o meglio prendo qualcosa di surgelato e lo metto in padella, non sono una cima in cucina ma diciamo che un pò so cavarmela. Quando è pronto vado a chiamarla nella sua stanza e la trovo alle prese con un quadro, alcuni non ci sono più, eppure li ho visti non molti giorni fa, mi chiedo se li venda o cose del genere.
«È pronto in tavola, posso chiederti una cosa riguardo ai quadri?»
«Si fai pure, che si mangia?»
«Surgelati. Vendi mai qualche quadro? No perchè insomma posso capire hobby e passioni ma a volte alcuni spariscono.»
«Ow, si alcuni li vendo, li pubblico su alcuni siti online e li propongo come apertura per mostre anche fotografiche, in questo modo mi faccio conoscere e le persone possono vedere i miei lavori. Ci guadagno qualcosa, se per esempio li riesco a piazzare in qualche mostra alzo un pò i prezzi, le persone vanno lì per comprare arte non semplici quadri, mentre online costano meno ed anche nelle mostre fotografiche cerco di mantenere un profilo basso.»
«Ok, immagino sia bello allora. Ho anche io un lavoro e la mia "titolare" è abbastanza flessibile sugli orari perchè sa che potrei avere corsi anche il pomeriggio e compiti a non finire, mi piace e in più anche se non guadagno molto posso ricominciare ad usare la mia carta di credito anche qui visto che è valida. Ho sempre odiato portarmi dietro i soldi perchè ho paura che me li possano rubare mentre, anche se mi rubano la carta, la posso bloccare istantaneamente e non mi fregano nemmeno un centesimo dei miei soldi.»
«Ha un senso, comunque se ne hai bisogno chiedimeli pure. Adesso andiamo a cenare o si raffredda e non mi piace mangiare freddo ormai dovresti averlo capito. Ah proposito domani non so se sono in casa e non so nemmeno se potrò rispondere al cellulare. Hai trovato un volo per andare dal tuo amico?»
Ci avviamo verso la cucina nel mentre che parliamo, ci serviamo e ci mettiamo al tavolo a mangiare, non è male il cibo ma ovviamente si sente che è surgelato.
«Potrei averlo trovato ma non so ancora con chi andare, più tardi provo a chiedere ad un amico che spero dica di si, sto cercando qualcuno che se la cavi abbastanza bene con l'inglese, avrò altro a cui pensare non voglio fare da baby sitter, preferisco portare qualcuno che sa più o meno chiedere indicazioni, pagare e capire quello che dicono anche se mangiano parecchie lettere.»
«Speriamo accetti allora.» farfuglia con il cibo in bocca, chiacchieriamo del più e del meno mentre mangiamo e quando abbiamo finito io vado di sopra con la scusa che devo chiamare questo mio amico mentre sto solo andando su per aspettar Cam.
Arrivo su sorridente e sperando che Cam sia già qui e che dica di si.
Beh, lui è qui, sporco di quello che sembra sangue ma è qui, ha il fiatone...come diavolo è possibile, non ha bisogno di respirare non ha il fiato corto nemmeno quando corre per ore.
Lo guardo sembra spaventato e ancora non capisco perchè è sporco di sangue, almeno credo sia sangue e spero solo che non sia il suo.
«Ce ne dobbiamo andare. Ora vogliono te.»
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Un amore paranormale
RomanceMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...