Ho un flashback dell'incubo, ho visto quello che ha visto lui.
Chuck stamattina non era nella cella però ieri sera si, devono averlo ucciso nella notte. Non posso, anzi non voglio credere che sia morto di sola vecchiaia anche perchè il mio sogno parla chiaro.
Lo hanno dissanguato, gli hanno conficcato dei coltelli ovunque poi li hanno strisciati contro la sua pelle e le sue interiora e poi li hanno estratti con una violenza che non era umana. Vedo con i suoi occhi ed è una sensazione orrenda, in special modo sta morendo.
«Ormai non ci servi più, il tuo sangue adesso può essere sostituito da quello di mia figlia che è più nutriente.» gli dice mio padre.
Che cosa vuole fare? Il mio sangue è che cosa? Lo hanno ucciso per colpa mia? Perchè il mio sangue è migliore di quello di Chuck?
Troppe domande senza risposta. Mi scoppia la testa. Tremo.
Il sangue sgorga libero fuori dalle dieci ferite, non è ancora morto perchè riesce a vedere ma ha la vista appannata. È orribile mi sento svenire come lui. Ad un certo punto cala il nero. Sento che qualcuno parla ma non riesco a capire nulla percepisco, solo il nome di Cam e il mio. Chuck resiste. Riapre gli occhi e l'udito torna ad essere nitido.
«Voglio che quei due ragazzi siano sfruttati. Non è più una questione di esperimenti. Qui ne va della vita delle persone.» dice mio padre.
«Signore, con tutto il rispetto ma il suo virus ha qualcosa di sbagliato, sembra possedere una sua intelligenza, anche se l'antidoto funziona, il virus trova il modo di uccidere comunque...» dice uno che ha un camicie da medico.
«CREDI CHE NON LO SAPPIA? Brutto idiota, me ne sono accorto.» urla mio padre.
Chuck alza la testa e io vedo la stanza, è piena di corpi stesi a terra, inanimati, morti.
Tremo ancora di più. Nella mente di Chuck passa un pensiero forte e chiaro rivolto a me. "Merel apprendi più che puoi io resisterò il più possibile, devi riuscire a capire perchè vi vogliono ma non resisterò abbastanza. Cerca di mantenere il collegamento con il mio corpo anche se sono morto. So che puoi farcela."
No, non ce la faccio. Lui ha resistito per riuscire a farmi capire cosa vogliono da noi ma io non riesco a tenere il collegamento nemmeno quando chiude gli occhi. Mi dispiace Chuck ma dovrò trovare un altro modo per capirlo perchè per questo non sono ancora pronta.
Perde i sensi ma riesco ancora a sentire sebbene sia un po' ovattato. Dopo poco muore dicendomi addio e grazie di essermi presa cura di lui per questi pochi giorni.
Il flashback finisce e torno ad avere la mia vista. Chiudo gli occhi cercando di vedere o sentire o percepire qualsiasi cosa possa aiutarmi. Niente, il collegamento è svanito, perso. Tremo ancora, mi dondolo su me stessa con le gambe incrociate al petto. Piango. Le lacrime calde mi sgorgano libere come il sangue che usciva dalle ferite di Chuck.
Cam mi accarezza i capelli attraverso le sbarre poi, vedendo che non mi calmo, si guarda intorno e le storta. Passa attraverso il buco che ha creato e si siede sul mio letto.
«Ssshhh!! Tranquilla è finita. È finita.» mi consola. Mi abbraccia e mi bacia il collo teneramente. Mi abbandono tra le sue braccia facendomi consolare e coccolare però non smetto di piangere né di tremare.
«Bambolina che è successo? Cos'hai visto?» prende il mio viso tra le sue mani, mi passa il pollice sulle lacrime e torna ad accarezzarmi i capelli trattenendomi il viso.
«Chuck mi ha fatto vedere la sua morte.»
«Aspetta che?» il suo tono è fin troppo brusco.
«A volte riesco a percepire i pensieri degli altri, quando sono molto forti oppure indirizzati direttamente a me. Sento altri pensieri oltre ai tuoi ma non li sento tutti, solo alcuni e vedo quello che vedono loro. È una sensazione orribile. L'ho visto morire Cameron, l'ho visto morire e loro lo hanno ucciso.» scoppio a piangere di nuovo.
«Tranquilla! Non eri tu, ok? Che cosa ti ha detto?»
«Mi ha detto che dovevo apprendere il più possibile e che potevo usare il suo corpo anche quando lui era morto. Avrei potuto continuare a sentire ma non sono ancora capace di farlo, mi dispiace.»
«Merl cosa hanno detto in quella stanza? Chi c'era?»
«Mio padre, due guardie e un medico. Si sono detti che oramai noi non gli serviamo più solo per gli esperimenti ma per salvare vite. Il virus si è evoluto e non risponde all'antidoto, o meglio si risponde ma lo assimila e uccide comunque come se avesse una testa tutta sua e....» mi ferma mettendomi un dito sulla bocca.
«Questo significa che hanno già l'antidoto? Da quanto lo hanno?»
«In effetti non lo so. Non ci ho pensato, non ho dato peso alle parole che hanno detto, sai com'è ero leggermente sotto shock!»
«Lo so perdonami è solo che non mi torna. Siamo qui da meno di una settimana e abbiamo già scoperto, nel giro di tre giorni, cose completamente diverse da quelle che ci hanno veramente detto. Ora mi chiedo solo quale sia la versione reale. Insomma tuo padre ha detto che il tuo sangue ridava al DNA intaccato una stabilità, ed ora esce fuori che esiste un antidoto? A che cosa cazzo gli serve il tuo maledetto sangue allora!» fa un sospiro. Si sente la porta cigolare e tutti i prigionieri si mettono a urlare. Cam di velocità ritorna in cella ma non fa a tempo a chiudere le sbarre come si deve.
«Qualcuno prova ad evadere vedo.» in risposta Cam gli lancia un sospiro cattivo e seccato. Non riesco a trattenermi. Un impeto di rabbia mi attraversa il corpo che risponde a suo modo. Mi avvicino bruscamente verso le sbarre e inizio a percuoterle violentemente urlando in lacrime «Perchè lo avete ucciso? Cosa vi aveva fatto?» mi dispero e sfogo tutta la mia rabbia. La guardia distoglie l'attenzione da Cameron e si gira verso di me. Afferra con un colpo rapido i miei polsi incollati alle sbarre e li tira forte come se volesse spezzarmeli.
«Non sono affari che ti riguardano ragazzina vedi di smetterla di urlare, ci siamo capiti?» dice con i denti digrignati e la bocca appena socchiusa «Adesso vieni con me chiaro? Tuo padre ti vuole vedere» dice con tono più calmo. Che cosa vorrà ancora da me?
Strillo "Per Favore" - non sembra nemmeno essere la mia voce - guardando Cam negli occhi e lui lo sussurra a sua volta. La connessione è fatta, lo sento una parte di me, come se non fossi sola.
Saliamo le scale e io provo a liberarmi ma finisco con l'essere caricata in spalla stile sacco di patate. Non smetto di strillare e scalciare fino a quando arriviamo a destinazione e vengo scaraventata per terra. Ovviamente io cado col sedere e il tipo si mette a ridere, lo guardo male alzandomi e gli mimo con la bocca un bel "vaffanculo" - perchè ci voleva Merel, proprio ci voleva – senza farmi vedere. Mi prende in malo modo sotto il braccio e mi trascina nella stanza. Non è la sala del trono ma una stanza accanto, ad essere sincera non mi ero mai nemmeno accorta dell'esistenza di quella porta. E in effetti ci credo che non l'ho mai notata, è messa di fianco ad una gigantesca e questa è obsoleta tanto che nessuno la noterebbe se non ne conoscesse la posizione, eppure mi ci trascinano dentro. Superata la porta l'altezza del soffitto torna ad essere normale. Sembra l'interno di una cantina e puzza anche come se lo fosse. Ad un certo punto inciampo in qualcosa che preferisco non sapere cosa sia anche se suppongo che potrebbe essere un topo morto nel migliore dei casi. Diciamo che lo spero tanto. Il tipo mi molla lì e se ne va a grandi passi, non vedendo un tubo inciampo di nuovo e stavolta cado come una pera sul pavimento bagnato. La luce si accende e io chiudo gli occhi per il fastidio e anche perchè non voglio sapere su cosa sono cascata. Alla fine mi rilasso vedendo che, una volta aperti gli occhi, scopro di essere caduta sull'acqua e su delle cose che non riconosco...sembrano giocattoli vecchi, dismessi, rotti e consumati. La domanda è: che ci fanno dei giocattoli qui?
Vedo delle piccole tende ma non ci faccio molto caso, mi dirigo su per le scale e provo disperatamente ad aprire la porta ma ovviamente non ci riesco, non so nemmeno perchè ci ho provato in realtà, forse è vero che la speranza è l'ultima a morire.
Siccome la porta non ne vuole sapere di aprirsi torno al piano di sotto sperando che non ci sia nulla di terrorizzante. Scendendo vedo su cosa sono inciampata...ebbene su una pallina da tennis sgonfia e rovinata. Continuo a chiedermi cosa ci facciano dei giocattoli qua sotto e non penso di essere lontana dalla risposta.
Una delle tende si muove e io spero vivamente che sia solo vento ma è alquanto improbabile visto che non ci sono finestre. Spero solo che noi sia quello che penso.
Mi avvicino cauta e all'improvviso viene fuori una bambina bellissima. Sgrano gli occhi e il mio cuore inizia a palpitare velocemente come se stesse esplodendo nel petto. Sono bambini vampiri. Non sono pericolosi in realtà, anzi sono come bambini normali ma alcuni li definiscono un abominio della natura...si come in Twilight. Ma non sono come li descrivono, al contrario invece, di solito sono piuttosto dolci e gentili. Indietreggio contro al muro e sbatto la testa contro una tubatura arrugginita. Nella stanza si propaga del gas, ma non deriva dalla tubatura a cui sono finita contro, piuttosto dall'impianto di ventilazione. Non appena la stanza si riempie inizio a tossire ed avere giramenti di testa. Dopo un po' mi accascio a terra perché mi sento la testa pesantissima. Certo, un sonnifero, mi sembra ovvio. I bambini sono buoni e gentili, il problema è che il loro morso uccide perchè non hanno gli ormoni che regolano il flusso di veleno e perciò ne iniettano una quantità enorme certamente fatale, inoltre non sanno dove mordere perciò vanno molto a istinto e suppongo che questi bambini non abbiano mai ricevuto del sangue né tantomeno una qualche istruzione su come prelevarlo. Se sopravvivo mio padre me la pagherà cara. Sprofondo in un sonno condizionato e inizio a rivedere le immagini della morte di Chuck, agghiaccianti come la prima volta che le ho viste. Tuttavia non riesco a percepire più di quello che già ho visto.
All'improvviso sento dolore in tutto il corpo. Credo che l'effetto del sonnifero di prima stia svanendo.
«Merel, svegliati bambolina. Sono io sveglia Merel, tranquilla va tutto bene.» Cam?
Ma dove sono? Beh ok, è palese che non sono più nella stessa stanza di prima ma in una che sembra un laboratorio di un obitorio freddo - Merel piuttosto sei viva, focalizzati su questo - con un lettino in acciaio e provette, siringhe, tamponi e roba da laboratorio tetro sparsa ovunque. Cam è legato alla parete con delle catene e io invece con delle cinghie al lettino. Ha delle bruciature sul corpo ma io lo trovo sexy in ogni caso. È calmo, cioè più o meno, diciamo che non è trasformato ed ha gli occhi blu. Si dimena ma le catene lo trattengono comunque. Ad un certo punto entra qualcuno nella stanza, con fare plateale sposta il camice e prende una siringa picchiettandoci il dito contro per prepararla.
«Che cosa le vuoi fare?» Cam è rabbioso ed imprevedibile. D'un tratto è diventato rigido e gli si sono gonfiati i muscoli. Il medico non è spaventato, al contrario sembra tranquillo, forse sa che se fa qualcosa a me Cam si libera e lo uccide. Mi chiedo perchè sia ancora legato, che sia stato sedato o gli sia stato impedito di trasformarsi?
«Solo guarirla. Che tu ci creda o no sono uno dei buoni. Non ti sei mai accorto che diminuisco il dosaggio delle cose che vogliono iniettarvi?» si calma e anche io apro le orecchie per ascoltare. È lo stesso che parlava con mio padre e che sembrava sinceramente preoccupato, in effetti penso che non voglia torturarci e che sia vero che voglia invece aiutarci.
«No. Non ci ho fatto caso, ero troppo impegnato a non muovermi od urlare.»
«Ebbene è così. Ho sempre diminuito il dosaggio, loro vogliono che la tua sete sia incontrollabile in modo che tu beva il suo sangue e ti potenzi, perchè si, il suo sangue potenzia chiunque perciò se tu lo bevi sei più forte. In sostanza oramai voi non servite più come cavie per l'antidoto perchè quello già esiste ma servite perchè sua maestà vuole un esercito di soldatini che può gestire a suo piacimento. Quello che sta facendo non è una cosa cattiva, in realtà sta cercando solo di far riprodurre delle persone che tecnicamente sono sterili, tuttavia hanno lo stesso il gene riproduttivo, è solo recessivo. Il problema è che se la natura non ha dato la possibilità a certe specie di riprodursi allora vuol dire che è meglio che non lo facciano e io spero vivamente che non vi portino mai nella stanza a sud, la chiamano "Home-time", tempo di casa.»
«Tempo di casa? Che razza di nome è?» ok, in effetti Cameron ha ragione: che diavolo di nome è Tempo-di-casa?
«È il nome del progetto. Home-time è il nome del progetto dell'antidoto. E il virus che hanno creato in origine è Out-time, fuori-dal-tempo. Questo progetto doveva essere fatto per dare una casa e una famiglia anche alle persone paranormali, e il senso sarebbe anche giusto se fosse stato trattato nel modo corretto. Hanno cercato di cambiare il DNA di una persona ma quello che dovevano fare in realtà era modificare le cellule ormonali e non l'intero patrimonio genetico.»
«Quindi hanno sbagliato dall'inizio...e perchè non glielo hai mai detto?»
«Oh beh, non tocca a me capirlo, comunque l'ho fatto ma naturalmente era fuori questione. E in ogni caso ormai il danno è fatto.» si volta a sistemare altre due siringhe e voltandosi di nuovo verso di noi dice «Facce scioccate, ok posso capirvi. Detta in modo più semplice hanno innestato questa cosa del DNA modificato in un'intera nuova e futura specie. Alcuni a cui viene iniettato il virus mordono qualcun altro modificando il loro DNA creando così un nuovo individuo con DNA modificato. Queste persone però sono molto aggressive e la loro sete non passa mai, hanno una specie di fame continua e per questo li tengono rinchiusi lì dentro insieme ai pochi bambini nati da madri paranormali. Si è una faccenda complicata da capire. Quelli creati in laboratorio muoiono mentre quelli morsi riescono a sopravvivere perchè il oro sistema non viene sovraccaricato, conosce solo quello e perciò regge, i bambini paranormali invece possono uccidere gli stessi vampiri grazie al loro morso, cosa che non dovrebbe succedere in condizioni normali.»
«Complicata? È impossibile!» dico con tono stupito. Si avvicina a me e m'infila l'ago nel braccio, sento un pizzico.
«Brucerà un po' ma dopo starai meglio.» annuisco, sento di potermi fidare di lui, anche se sta dalla loro parte la pensa diversamente. Ok ma allora perchè sta dalla loro parte?
«Che cos'è? Cosa le stai iniettando?»
«È il tuo veleno diluito, stimolerà la formazione di nuovo tessuto e riparerà eventuali ferite interne.»
"Parla troppo da medico, cos'ha detto?" sorrido.
"Dice che mi inietta il tuo veleno che mi guarirà sia fuori che dentro" ribatto
"E non poteva dirlo così?" sorrido di nuovo.
«Ma bene, abbiamo due telepatici, questo significa che hai già bevuto il suo sangue...ottimo direi ma non farglielo sapere. Sai anche come sfruttarlo?»
«Cos...?» dico io e contemporaneamente Cameron dice «Si può sfruttare?»
Il medico si mette a ridere ed annuisce fa una puntura anche a lui dicendo che c'era del sangue dentro. Ripone le siringhe e butta via le fiale da dove ha preso i liquidi.
«Si, puoi sfruttarlo a tuo vantaggio. Se bevi il suo sangue i tuoi poteri vengono potenziati perchè lei non possiede globuli bianchi e perciò risulta più ricco e nutriente. E l'ho capito dalle occhiate che vi siete lanciati che eravate telepatici.»
«Ok ma cosa centra col sangue?»
«Ah beh, quello è scontato. Se un vampiro beve il sangue di un umano potrebbero comparire dei poteri "extra", ovvero abilità nascoste all'interno dell'umano che vengono fuori solo perchè sono stimolate dal veleno. Esempio pratico: tu avevi la telepatia dentro di te, ma quando sei nata determinate cellule adibite a quella funzione si sono "spente" e lui col veleno te le ha "riaccese" perchè, come ben sai, il veleno ripara sia internamente che esternamente e questo fa sì che le cellule "spente" si accendano e tornino a funzionare. Tramite questo però i due legano perciò condividono lo stesso potere, ma ovviamente la fonte ha più disponibilità di tale potere o per meglio dire non è limitato solo a quella persona, cioè lui può leggere solo nella tua di mente ma tu, che sei la fonte, puoi leggere in quella di chi vuoi. In termini scientifici ma sintetici in pratica tu hai dentro di te il gene della telepatia, ogni umano ha una potenzialità nascosta, infatti questi geni sono recessivi e si attivano grazie al veleno che ripara le cellule recessive.»
«Perchè tu e Chuck ci avete detto di tenere nascosto il fatto che lui beve il mio sangue? Cerco solo di aiutarlo non mi sembra così terribile.» dico cambiando argomento.
«Non lo è, non è per niente terribile ma il potere che il tuo sangue ha su di lui è immenso se solo sapesse come sfruttarlo.» Cam arriccia il naso e corruga la fronte e come per fare una domanda schiude la bocca ma poi si ferma.
«Come si sfrutta?» dice alla fine.
«Beh immagino che tu voglia proteggerla no? Ebbene potresti avere un modo. È semplice. Di solito ti si gonfiano i muscoli quando ti trasformi, ti si vedono le vene, gli occhi cambiano colore e i sensi aumentano giusto?» domanda retorica.
«Si giusto.» risponde comunque.
«Quando sei parzialmente trasformato hai il controllo di te stesso e del tuo corpo ma quando sei totalmente sotto l'effetto della trasformazione non è così, ebbene se tu ti trasformassi completamente con lei di fianco e il suo sangue nelle vene potresti controllarti complet...» lo interrompo perchè so che lui sa controllarsi anche quando è completamente trasformato, l'ho visto con i miei occhi...a meno che...
«Si sa controllare benissimo» Cam si schiarisce la gola e abbassa la testa «Che cosa mi hai nascosto?» dico in risposta alla reazione di Cam.
«Assolutamente nulla credimi...o forse il fatto che non mi sono mai davvero trasformato davanti a te.»
«Ma avevi...io ho visto...insomma dai è impossibile che...» continuo a incepparmi nel discorso, non riesco a farne uno in realtà. Non riesco a finire il discorso. Sento il dolore sparire lasciando spazio al bruciore. Strizzo gli occhi, sembra che qualcuno mi abbia gettato addosso una tanica di benzina e ci abbia lanciato un fiammifero acceso. Respiro a fondo e poi quando provo a rifarlo mi piego in due. Gli affari con cui sono legata sono abbastanza lunghi da permettermi di stare seduta. Il medico rassicura Cameron dicendogli che è normale visto che il veleno di quei mostri è letale e che il suo sta combattendo per vincere.
«Esattamente da cosa è stata morsa?»
«Prima di addentrarsi in esperimenti complicati hanno provato a trasformare dei semplici bambini in vampiri ma il guaio è che non reagiscono molto bene al sangue, infatti lo espellono quasi del tutto, non riescono ad assumerlo perciò sono costretti a nutrirsi direttamente della carne che lo contiene, il loro stomaco non è cambiato, digeriscono come prima ma vogliono sangue, rigettandolo devono cibarsi di qualcosa che ne sia impregnato, la carne in questo caso. Tutti provano repulsione per loro perciò li lasciano a morire in scantinati tipo quelli dove è stata lei. I loro morsi sono letali perchè non hanno gli ormoni sviluppati e quindi non possono controllare la dose di veleno da iniettare. No, lei non morirà è diversa, lei è metà umana e metà vampiro per colpa di suo padre. In questo caso però è un bene che l'abbia morsa perchè è immortale forse anche più di te. Non preoccuparti tra non molto le passerà, dovrebbe sparire tra un paio di minuti.» L'ultima frase la urla in modo che la possa sentire anche io. In effetti sento che il bruciore sta svanendo e il dolore è scomparso. Tiro un respiro brusco e apro gli occhi.Dopo un po' la porta si apre ed entra Violet che congeda il medico.
Si dirige verso Cameron e lo bacia, lui sposta la testa di lato schifato e io faccio una smorfia di gelosia.
«Forza, si torna in cella.» io o lui? Oppure entrambi?
Slega prima lui che corre verso di me con uno scatto, lei si mette a ridere di gusto.
«Carini! Te la riporterò fra poco.» Cam mi stampa un bacio sulla bocca e una carezza poi si fa portare via.
Passano dieci minuti e la stronzetta ritorna - si lo so, ho detto stronzetta...forse sarebbe stato più appropriato troietta ma va bene lo stesso - con dell'acqua in mano.
«Bevi» mi dice come se fossi obbligata.
«Non mi fido!» dico con arroganza in risposta.
«È solo acqua, per oggi sei stata torturata a sufficienza» accetto il bicchiere poco convinta ma poi constato che è davvero solo acqua perciò ringrazio. Mi toglie i legacci e mi riporta in cella.

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Un amore paranormale
RomantizmMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...