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Dopo circa un'ora non ho più lacrime. E vorrei vedere cacchio! Ho pianto per più di un'ora! Siamo rimasti abbracciati per tutto il tempo, Cameron sembra instancabile. il suo cellulare ha squillato per un paio di volte ma non ha risposto, mi sento un pò in colpa, poteva essere importante.
Tiro su con il naso e cerco un fazzoletto nella borsa, lo trovo, prima di soffiarmi il naso odoro il profumo di lavanda che emana.
Vedo Cam con l'iPhone in mano che controlla chi lo ha chiamato. Avvicina il telefono all'orecchio in attesa di una risposta, ma non ricevendola, riattacca quasi subito.
Vede che lo sto guardando con aria curiosa e interrogativa e mi rassicura dicendo:
«Nessuno di importante, comunque»
Annuisco e vado in bagno a sciacquarmi la faccia, un'altra volta.
Uscendo dal bano estraggo il correttore dalla borsa, mi dirigo verso lo specchio per applicarne un pò sulle orribili occhiaie che mi ritrovo. Beh, certo che si Merel! Hai pianto, è normale avere delle occhiaie da paura. Sembro una di quelle attrici truccate per bene in modo da sembrare una favolosa vampira, con l'immortalità che mi rende fascinosa e sexy da morire...peccato che sia una bellezza che non possiedo!
«No, non truccarti sei bella lo stesso. Non capisco perchè tu debba sprecare soldi per comprare una cosa che non ti serve.»
«Di solito, e ribadisco di solito, serve a coprire le occhiaie e i brufoli.»
«Quali brufoli?»
«Se non li vedi vuol dire che ho fatto un buon lavoro, non trovi?»
«Touché, ma questo lo prendo io» un secondo dopo mi è addosso e tenta di strapparmi dalle mani il correttore, cercando un nascondiglio lo metto tra le tette in modo che non lo possa prendere.
«Credi davvero che mi fermerò perchè lo hai messo li? Hai solo reso le cose più interessanti.» adesso ha l'espressione della faccina pervertita di whatsapp.
«Cameron?» mi guarda in modo strano in mezzo al reggiseno...Ok Merl forse è meglio se lo togli da lì, non penso che gli impedirà di prenderlo, anzi...
Alla fine mi arrendo e glielo porgo in mano di mia spontanea volontà e lui fa:
«Uffa! E io che ci speravo!»
Lo guardo in cagnesco, incrocio le braccia al petto e abbasso la testa come una bambina offesa. Lui però mi alza la testa e mi bacia, non posso rifiutare quel bacio, per mia (s)fortuna bacia fottutamente bene.
Qualche ora dopo, circa verso le 12, mi viene fame e quindi gli chiedo se posso andare a prendermi qualcosa di sotto, in fondo non c'è nessuno a parte la servitù. Perchè si, hanno la servitù.
«Ti piace la pasta al ragù?»
«Si, in questo momento però mi accontenterei anche di un panino.»
«Ok scegli panino o pasta?»
«Pasta» rispondo subito spensieratamente.
«Ok, vieni ti porto a pranzo.» prende dalla scrivania delle chiavi che penso siano di qualche automobile...non sapevo sapesse guidare.
Recupero la borsa dal letto seguendolo. Sposta quella specie di porta improvvisata per una privacy che avrebbe comunque, scendiamo le scale fino al piano terra e poi giù per una discesa in cortile.
Hanno anche un garage! Strepitoso, ma che è sta casa?
Certe volte mi sorprendo di come come il gergo arrivi ad intaccare i miei pensieri ed il mio modo di parlare. Solleva senza fatica la saracinesca e appena accende la luce vedo due macchine e tre moto. Una delle macchine è una Lamborghini blu elettrico metallizzato, l'altra una Jaguar decappottabile nero lucido mentre le moto sono una da cross, una Harley Davidson e una Ducati Hypermotard.
C'è anche un'armadietto da dove tira fuori due caschi. Oddio, ha seriamente intenzione di farmi salire su una di quelle? Ok, son già per terra!
«Stai scherzando vero?»
«Su?»
«Non posso salire su una di quelle. Tu sei pazzo, cado a prescindere.»
«Tieniti a me e non cadrai. Tranquilla farò solo qualche impennata, niente di più.»
«Cooooooosaaaaa? Ma tu hai qualche problema serio!»
«Si beh, di preciso non so quali ma di problemi ne ho più di uno.» lo dice mostrandomi gli occhi rossi che fa tornare subito neri.
«Sai controllare i tuoi occhi?»
«Si, la maggior parte delle volte riesco a decidere che colore far vedere. Tutti eccetto il mio colore originale»
«Di che colore erano?»
«Blu oceano e vicino all'iride erano verdi. Occhi stupendi a parer mio ma sono scomparsi e nascosti dietro al nero o al rosso o a tutti gli altri colori.»
«Vanitoso!»
«Si beh, ci sono cresciuto nella vanità, nello sport o sei bello o sei passabile, non puoi fare schifo, non è ammesso. Puoi essere il più bravo di tutti ma se non sei almeno un pò decente non sei ammesso nemmeno in panchina.»
«Si beh, in ogni caso non ci salgo su una di quelle.»
«Infatti non usiamo quelle ma la mia»
«Quelle non sono tue?»
«No, io ne ho due ma nessuna di quelle è mia. Una è di Kevin la Harley, una è di Noah e una è quella da cross di Simone. Io ho una BMW piccola cilindrata e una da cross dove possono salire due persone.»
«Wow, fantastico. Tanto non ci salgo, preferisco le macchine o il bus o piuttosto andare a piedi.»
«Nemmeno se puoi sceglierla? E non ti piacerebbe salire su una di quelle.»
Perchè non dovrebbe piacermi salire su una Jaguar o una Lamborghini?
Aspetta un'attimo...Oddio Mel come hai fatto a non arrivarci i sedili posteriori sono contaminati. Che schifo, che schifo e ancora che schifo!
«Eu! Ok vediamo queste moto, ma credo che preferirò la BMW.»
Apre un'altra porta ed entriamo in una stanza che ha una Maserati decappottabile bianca e nera, una BMW abbastanza decente rosso fuoco con l'adesivo di una fiamma sul lato destro e una moto simile a quella dell'entrata solo un pò più...grossa visto che può portare due persone. Scelgo la BMW.
«Sembra più piacevole questa» dico indicandola.
«Non proprio, ma in fondo non cambia poi molto.»
Lui sale per primo così che se salgo io la moto non cade, sarebbe un bel guaio se cadesse, proprio un bel guaio! Infilo il casco e lui me lo allaccia vedendo quanto sono impedita. Faccio fatica anche a salire e quindi mi da una mano. O almeno ci prova giacché, anche col suo aiuto, sembro essere un'oca che non vola.
Appena parte mi stringo forte a lui, non perchè è lui ma perchè ho una paura assurda. Sta andando piano ma sento l'aria tra i capelli e il naso mi si congela, la sua felpa tiene caldo e anche i leggins non scherzano, ha scelto bene i vestiti. «Dove stiamo andando?» dico preoccupata vedendo che si dirige dritto dritto verso una mega salita che sicuramente ci sbatterà a terra.
«In un ristorante. Hai paura per la salita?» noooo ma va, ma ti pare?
«Non so vedi tu...» scoppia a ridere ma io non ci trovo nulla da ridere anzi, mi viene voglia di scendere all'istante dalla moto e farmela a piedi come fossi in bicicletta. Ok Mel, mantieni la calma, devi mantenere tutto sotto controllo, non sarà mica la prima volta che lo fa no?
«Non preoccuparti della salita, piuttosto preoccupati della discesa.» ma che lo fa apposta? Eh beh ovvio che lo fa apposta.
Comincia la salita a tutto gas, ma verso metà rallenta. Ho paura che ci lasci a piedi quest'ammasso di ferro e benzina. Se questa è la salita chissà la discesa, sembra di essere sulle montagne russe e io le ho sempre odiate, perchè farsi venire infarti e attacchi d'asma solo per un pò di adrenalina? Cavolo allora prendo una siringa e mi inietto direttamente tutta l'adrenalina che voglio - magari senza uccidermi, possibilmente - nel braccio senza fatica. Siamo alla fine della salita e la moto non sembra arrancare più di tanto, ha solo un pò di difficoltà nell'andare veloce ma niente di serio, e io che mi preoccupavo. Arrivati in cima entra in un parcheggio...e la discesa...stai a vedere che....
Scende dalla moto e si leva il casco, poi aiuta me visto che sono imbranata.
«E la discesa? Mi hai presa in giro scusa?»
«Diciamo che ti ho distratta. Se ti concentravo sulla discesa non avresti fatto storie per la salita e non ho mentito, la strada per tornare a casa la si fa anche al contrario.» cacchio è vero, per tornare a casa dobbiamo rifare la strada in discesa. Oddio!
Entriamo, Cam saluta le cameriere e i camerieri, è stupendo come posto, ne troppo di lusso ma neanche troppo poco. Ci fanno accomodare e ci portano il menù, io ordino tagliatelle al sugo, carne e della ratatuille. Si esatto, quella del film, esiste davvero ed è anche buona, verdure immerse in un sugo fatto apposta, arricchite con salse e spezie...mi viene l'acquolina solo a pensarci.
Lui invece prende i taglioni alle vongole, una fiorentina e un cucchiaio di caviale da accostare alla carne.
«Certo che i soldi non ti mancano proprio èh?»
«Da cosa lo intuisci? La scuola porta molti soldi a mio padre e non solo, anche la squadra e la palestra privata. Sembra un'uomo cattivo e stupido, ma lo è solo con me. Al piano di sotto, a casa mia, ci sono una piscina e una palestra con attrezzature per disabili ed autistici e lui ci marcia sopra alla grande. È un bravo allenatore anche se come padre fa schifo. Ha anche un'altra palestra non in casa, ma le strutture che abbiamo in casa sono fatte apposta per lezioni private.»
«Cavolo! Ha proprio una sua impresa.»
«Si, direi di si. A me spetta di diritto tutto quello che guadagno con i soldi della squadra. Sai no? Io gioco in più squadre e abbiamo un patto: devo essere il più concentrato possibile e far vincere sempre la squadra così mi posso prendere il compenso e metterlo sul mio conto, non se lo tiene lui. Invece gli altri sono costretti a dargli il 75% del profitto che guadagnano.»
«Ow! Poveri, è sfruttamento questo.»
«No in realtà no, loro sono sotto contratto, anche se sono minorenni. Ma mettere il proprio figlio sotto contratto sarebbe ridicolo e dispendioso per lui visto che dovrebbe pagarmi tutte le attrezzature, le divise e le cose che utilizzo per avere i soldi sul mio conto, io pago da solo queste cose gli altri no, li sovvenziona mio padre. Ed è giusto così, ovviamente a lui non conviene avere me come dipendente della squadra, io sono solo un di più che prende tutti i soldi che guadagna e per adesso nessuno dei ragazzi ha avuto da ridire. in sostanza se gli sponsor mi danno dei soldi, non devo nessun tipo di percentuale al mio allenatore, ovvero a mio padre.»
Ci perdiamo in chiacchiere per un pò e dopo arrivano i primi piatti ad entrambi. Il mio è buonissimo e anche il suo, ci siamo assaggiati i piatti a vicenda come una coppietta felice. Non solo il gergo, anche l'ironia si sta impadronendo di me, più di quanta già ne avessi.
Arriva anche la carne e lui mi obbliga ad assaggiare la sua fiorentina con del caviale spalmato sopra e in effetti devo ammettere che è davvero eccellente, i sapori si sposano benissimo insieme, quasi la vorrei io. Alla fine prendiamo una coppa di gelato a otto gusti e ce la dividiamo. Questo ragazzo è insaziabile eppure è così magro, lo invidio. Inoltre non capisco come mai qui mangi tutto ciò che gli ci sta mentre a casa sua non finisce nemmeno un piatto di pasta. mi sorprende anche come gli altri non gli facciano domande, insomma fa un sacco di movimento tra sport, compiti, scuola e chi più sa più aggiunga, che dovrebbe mangiare un intero bue...ed invece mangia solo un piatto misero di pasta...bah!!!

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora