Oh-oh. L'hai fatta grossa stavolta complimenti brava meriteresti un'applauso! Anzi sai cosa meriteresti? Un'oscar per la nonchalance con cui lo hai detto.
«Significa che non posso morire ecco tutto. Non posso dirti di più o dovrei dirti tutta la storia e ancora non è il momento.»
«E va bene, però non è giusto, tu vuoi sapere tutto di me ma io non posso sapere nulla su di te. È cattiveria. In ogni caso non me la prenderei mai se la mia ragazza mi saltasse in braccio o mi baciasse anche senza motivo. Che poi alla fine un motivo ci sarebbe lo stesso: bacio da Dio per cui potrei capire.»
«Vanesio» gli do un buffetto sulla spalla e lui fa finta di spostarsi.
È ancora senza maglia, nel frattempo si è seduto di fianco a me sul letto. Mi afferra il polso, ma non in maniera cattiva, dolcemente per poi trascinarmi sopra di lui e posarmi le sue labbra sulle mie inumidite dal burro di cacao alla vaniglia.
Ci interrompe una telefonata di Matt sul mio cellulare, Cam sbuffa mi fa alzare e io rispondo.
"Hey, ti va di fare colazione al solito posto come una volta? Cioè due mesi fa più o meno, ma questi son dettagli."
"Mmm, se posso portare anche Cameron ci sto."
"Cos'è il tuo bodyguard?"
"Più o meno si" lo guardo, ha la faccia sorpresa, ha di sicuro sentito la conversazione. Questo si chiama origliare però! Dov'è finita la privacy?
"Ok allora tra venti minuti al solito posto"
«Dai vestiti andiamo a fare colazione» gli rivolgo un'occhiata di quelle che esprimono seccatura, mi da fastidio che ascolti ogni mia conversazione, come se non si fidasse completamente di me.
«Come se ti dispiacesse vedermi così...guarda hai la bava che ti cola» mi passa il pollice sotto il labbro inferiore a destra e lo rimira vincente come se fosse davvero saliva, mentre ciò che ha sul dito è solo il burro di cacao che mi ha tolto compiendo quel gesto.
«Ma che stronzo!»
«Woh, Merel White, certe parole non si dicono.»
«Ah ah ah! Le so dire anche io, sai?» gli scimmiotto sempre la solita parola "sai", la usa in continuazione come le persone che dicono sempre nel senso, tipo, cioè e via dicendo.
«Si si, lo so, ma smettila di farmi da pappagallo, non è carino!» incrocia braccia e abbassa la testa per dimostrare che si è offeso, io mi avvicino gli alzo la testa per baciarlo ma lui alza il mento così io non ci arrivo. Si, sono alta ma lui è 1,90 e io sono circa venti centimetri in meno. Inizio a saltare e alla fine ci rinuncio prendo la borsa, la felpa e faccio per uscire ma lui mi blocca la porta e mi bacia sulla fronte dicendo che per punizione non avrei ricevuto il bacio, allora alzo le spalle come per dire che se me lo dava, o no, non mi cambiava e lui mi dà una pacca sul sedere. Esco e chiudo la porta mentre lui va a prenotare l'ascensore. Non ho la minima idea del perchè lo stia facendo siamo al secondo piano possiamo farcela a piedi non può che farci bene un po di movimento. E va beh! Lo assecondo e scendiamo con l'ascensore.
Esco dall'hotel con Cam al seguito che non sa dove andare, in questa zona non ci sono strisce pedonali perciò mi butto per strada per attraversare e Cameron fa:
«Vuoi farti uccidere?»
«Non è la prima volta che lo faccio e le strisce pedonali non ci sono perciò: o così o così! E poi sono immortale quasi quanto te con la differenza che le mie ferite non si richiudono, solo che se inizio a perdere sangue io mio corpo ne genera il doppio di quanto ne riverso all'esterno.»
Continuo a camminare finchè non vedo la scritta del mio bar preferito: Waxy O' Connor's poco distante dalla stazione di Piccadilly circus. In realtà è un pub-ristorante ma io e Matt ce ne siamo sempre fregati e abbiamo sempre fatto colazione lì anche se la gente ci guardava male. Insomma che cavolo, servono le brioches, fanno il latte? Ok perfetto allora ci si può fare colazione, e poi è a dieci minuti dal mondo degli M&M's.
Vedo Matt che ci sta aspettando e affretto il passo, lo abbraccio ed entriamo.
Il solito Waxy, elegante e sempre ordinato. Ormai i commessi ci conoscono bene infatti abbiamo l'abitudine di pagare e andare a sederci perchè sanno già cosa prendiamo. Matt va a pagare e arriva la cameriera, Nicole, che mi sorride e con cui scambiamo quattro chiacchiere e spiego che mi sono trasferita, lei mi lascia il suo numero nel caso avessi voglia di parlare con qualcuno. Ci portano la nostra solita cheese cake dolce che dividiamo in tre per la prima volta, poi arrivano anche latte e succo di frutta, il caffè non ci è mai piaciuto. Bere il caffè in posti che non sono l'Italia è un profanare della parola stessa, devo riconoscere agli italiani che in questo sono bravi, in tutto il resto del mondo - o per la stra grande maggioranza - annacquano il caffè in maniera troppo eccessiva; in pratica mettono dell'acqua in uno di quei bicchieri in stile Starbucks e ci aggiungono un pò di caffè in polvere, sapore tremendo naturalmente. Mangiamo e appena finito prendo in mano il cellulare per controllare che ore sono e leggo 10:00, pensavo peggio!
«Matt, allora quando faranno il funerale?»
«Domenica, ma io non credo che ci andrò» è forse impazzito?
«Perché! Non era tuo fratello?» che tatto Cameron...gli tiro un calcio da sotto il tavolo e lui capisce.
«Beh, si lo era. Ma tutti si stanno dimenticando di me, solo tu e Piper mi avete fatto gli auguri, gli altri se ne sono dimenticati, anche i miei genitori. Tutti a far condoglianze di qui, condoglianze di là, per mail, messaggio, pochi per chiamata, persone che nemmeno conoscevo hanno chiamato il numero di casa per farmi le condoglianze, nemmeno sapevo della loro esistenza ne che avessero il numero di casa mia, ma veramente pochi gli auguri, solo due o tre persone. Denny era il preferito di tutti: il figlio perfetto, il nipote perfetto, quello che se anche tornava ubriaco non importava perchè era semplicemente eccezionale E poi ho iniziato a dover fare tutto da solo: cucinare, stirare, lavare...mia madre è come se non esistesse e mio padre arriva a casa sempre ubriaco o fatto, come se quello che fosse successo a Denny non bastasse già di per se a tirar giù il morale alla mamma. Probabilmente se me ne andassi da casa non se ne accorgerebbero.»
«Mi dispiace tanto Matt!»
«Perché non lo fai? Vieni in Italia con noi, scusa. Hai detto che non sentirebbero la tua mancanza? Allora d'accordo vieni con noi, ho una casa molto grande e posso trovarti un letto. Sai giocare a calcio o a qualche sport?»
«Nuoto, calcio e ho fatto anche rugby ma non mi è piaciuto, perchè?.»
«Suo padre è il preside della scuola ed è ossessionato dallo sport, in pratica nella Daisy's se non fai sport non sei nessuno.» gli spiego io in breve e con una nota di disprezzo nella voce.
«Perfetto, sei bravo?»
«Abbastanza credo, si»
«E allora vai a casa, fai le valigie e vieni da noi per un pò, prima o poi si accorgeranno che non ci sei più e nel frattempo tu ti fai la "bella vita" a casa mia.»
«Non è male come idea in effetti. L'italiano lo so parlare un pochino» ma che sono scemi?
«Matt non puoi andar via così. Sono i tuoi genitori»
«Si lo sono, ma pare che non gliene importi molto e qualche giorno lontano dalla depressione non può che farmi bene, non trovi? Mi riprendo un pò e poi torno.»
«La vita è la tua perciò decidi tu. E in fondo sarebbe bello avere il mio migliore amico sotto casa, ma cosa ne penserà Piper? E le conseguenze di questo?»
«Non la prenderà bene. È avventata come idea, ma forse è quel che mi ci vuole. Sono sempre stato il tipo abitudinario che obbedisce e si prende cura degli altri, cambiare farà bene.» ridiamo tutti e tre e una volta finito di mangiare usciamo.
È una bella giornata, per quanto possano essere belle le giornate a Londra, perciò decidiamo che dobbiamo far salire Cameron sulla London eye. Prendiamo il bus e ci avviamo, prima di salire facciamo un giro là intorno e andiamo all'uscita della mia vecchia scuola così saluto i miei amici. Siccome è ora ci pranzo mangiamo qualcosa e andiamo davanti alla giostra.
«Ci vorranno secoli per salirci. È piano di turisti» io e Matt ci guardiamo in faccia e sorridiamo a Cameron che ora sembra essere preoccupato.
Io, Piper e Matt venivamo sempre qui, tutti i giorni. Un giorno infatti Erl, abbreviazione di un nome troppo complicato da dire, ci ha visti e abbiamo saltato la coda, da allora siamo sempre passati davanti a tutta la gente e ai turisti.
«Hey Erl, come va?» dico io. Fa un'enorme sorriso e ci fa segno di passare, le persone ci guardano male ma sinceramente chissenefrega noi siamo su e loro sono giù. Io e Matt ci sediamo per terra come al solito, siamo abituati a fare più di una sola corsa, a volte studiavamo addirittura lì dentro, ci passavamo le ore pagando il biglietto per solo una corsa.
«È alto»
«Ovvio Cam, se no perchè si chiamerebbe Occhio di Londra?» faccio gli occhi al cielo e gli dico di sedersi. Lui obbedisce e si siede di fianco a me. Io faccio ciò che il mio istinto mi dice di fare, cioè avvicinarmi a lui e appoggiarmi alla sua spalla godendomi la vista, lui mette un braccio dietro la mia schiena e Matt fa il gesto di vomito con le dita. Lo ignoro perchè mi sento felice accoccolata, come ieri, vicino al mio lui.

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Un amore paranormale
RomanceMerel si è trasferita da poco in Italia, il suo primo giorno di scuola le viene affidato un tutor, Cameron. Già dal primo incontro sente un forte legame con lui, capendo che in realtà non è come si mostra agli altri, decide di lascarlo fare con le s...