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Mi sono auto chiusa nella cella sbattendo la porta e tutti mi hanno guardata malissimo. Sento un pensiero di qualcuno ma non è quello di Cameron...ma che...?
"No, lasciate che parlino senza le sbarre devono chiarire tra di loro" sembra la voce di mio padre, anzi sono sicura che lo sia. Come diavolo è possibile che io senta i suoi pensieri? È una cosa impossibile. Una delle guardie deve aver annuito perché vedo quell'immagine riflessa nella sua testa. In effetti nessuna guardia ci ha seguiti. Sento la porta cigolante sbattere contro il muro: Cameron.
Si avvicina, con la corsa da vampiro, alla mia cella ed entra bloccandomi la fuga, poggia le sue mani contro il muro e mette una gamba fra le mie due schiacciandomi contro il muro stesso. Sono in gabbia. Letteralmente.
«Tuo padre? Ci rendiamo conto, tuo padre? Sul serio Merel?»
«Cam io...non potevo dirtelo guarda come stai reagendo.»
«Ok, ma tuo padre? Davvero?»
«Si Cam, mio padre.» Sbuffo e giro gli occhi al soffitto, poi scioglie l'aggancio muro-Merel-Cameron.
«Dio Merel...» si gira e cammina avanti e indietro per la cella, poi si volta e si blocca.
Non rispondo, non so nemmeno cosa dirgli, ho sbagliato glielo dovevo dire ma la reazione che sta avendo è solo l'inizio. Insomma ha appena scoperto di essere un esperimento di mio padre - guarda in faccia la realtà Merel, hai fatto un casino, come tuo solito, sei un guasta feste ma questo era già assodato – e che io non gli ho mai detto nulla.
«Sapevi la strada Merel. Sapevi che volevo arrivare a lui e TU conoscevi la strada. Lo proteggi e nemmeno te ne accorgi.»
«Non è vero, io non lo sto proteggendo»
«Invece si. Dicendo che non lo stai proteggendo lo stai...beh proteggendo.»
«Anche fosse? È l'unico della mia famiglia che è in vita. Non nego che dovrebbe pagare, e sinceramente vorrei anch'io vederlo morire, per mano mia però. Non voglio che la TUA sete di vendetta la tolga a me, ne ho più diritto.»
«Ma se lo vuoi morto anche tu allora uccidilo, so che in qualche modo puoi farlo, si lascia avvicinare da te. Ha paura di quella che sei oggi perchè non sa chi sei realmente, puoi coglierlo di sorpresa e...»
«Cosa? E cosa? Spaccargli l'osso del collo? Beh ti do' una dritta, tornerebbe in vita. E comunque abbassa il tono.»
«Urlo quanto mi pare, mi hai tenuta nascosta la strada per arrivare a lui.»
«Ok va bene urla quanto vuoi. Ma che vuoi fare ucciderlo? No perché in tal caso non sperare di riuscirci. Non conosci nemmeno il luogo in cui ci troviamo, dove pensi di arrivare in questo modo? Pensi che non abbia meditato su come ucciderlo? Ebbene non è così semplice, te l'ho già detto prima, apri le orecchie per favore!»
«Non lo so, ma se lo uccido non mi farà più nulla e non potrà continuare su nessuno questo abominio. Ero una persona prima di diventare così» si guarda le mani venate di colore e indietreggia quasi come se volesse scappare da se stesso.
«Lo so e mi dispiace. E se avesse ragione lui? Se questa malattia si diffondesse? So molto poco di questa cosa, so che è genetica perciò se un genitore che ha questo gene dà alla luce un figlio, è categorico che morirà»
«Lo hai detto tu che sono degli esperimenti di merda, Merel.»
«So cosa cacchio ho detto ma il punto è questo: se lo facesse davvero per un'opera di bene?»
«Dici sul serio? Credi che questo...» si indica «sia bene?»
«No, cioè non lo so, insomma c'è sempre una parte di me che lo crede uno stronzo ma ho anche una parte che mi dice di dagli una possibilità.» ora non sto più urlando «Insomma sono combattuta perché se sacrificare due sole vite significa poterne salvare cento perché non farlo? In tal caso avrebbe ragione. Ma se anche con questo sacrificio non si ottengono risultati perché continuare? Solo per il proprio tornaconto personale? La seconda è certamente la più forte, non credo a mio padre, non mi fido di lui, ciò non toglie che sono combattuta in egual modo.»
«Ragiona cazzo, se fosse vera allora la cura e il vaccino esisterebbero già ma ancora non li hanno sintetizzati nei laboratori pazzi, perciò significa che non serve a nulla. Lui vuole solo un esercito da scatenare contro il mondo in modo da poterlo controllare. Ci arrivi fino a qui? Sei intelligente ma questo non riesci proprio a ficcartelo in quella stramaledetta zucca.» sospira. Gli vedo le vene pulsare e gli occhi arrossarsi sempre di più. Chiude gli occhi fa un respiro e li riapre, gesto che ha fatto per calmarsi dal momento che il colore rosso accesso è tornato un rosso vivido, ma più scuro.
«Merel io...io non capisco. Perché non me lo hai detto? So che è tuo padre ma mi sta...CI sta facendo questo, guarda dove sei, insomma avrai anche un trattamento di riguardo però sei comunque nelle prigioni di un castello sotterraneo per l'amor del cielo!» anche lui ora ha il tono di voce più calmo e tranquillo, traspare comunque la sua tensione.
«Lo so ma anche se tuo padre ti ha fatto tutto quello che ti ha fatto, tu lo vorresti morto?»
«No, in effetti. Ma non come lo vorresti morto tu, non lo smembrerei o brucerei, cercherei il modo peggiore per fargliela pagare tutto qua.» storco per un secondo l'angolo della bocca e dirigo lo sguardo verso destra in alto.
«Scusa è solo che...sapevi dov'era e poi non pensavo che quando dicevi di sapere chi mi aveva fatto questo ti riferivi a tuo padre. Merel ho bisogno di tempo per elaborare.» annuisco, so cosa sta per dire, niente più relazione.
«Non ti voglio lasciare ma del resto tu stai dalla sua parte e io non...non so cosa fare, se credere al bene oppure al male» nemmeno io, nemmeno io lo so. Vorrei gridarlo ma dalla mia bocca non esce proprio niente. Lui esce dalla mia cella concludendo con una frase illogica «Ti amo tanto, troppo forse, per conoscerci da così pochi mesi, ma so una cosa, non ti lascerò perché tu mi hai tenuto la verità nascosta, ti chiedo solo un po' di tempo per realizzare, ok?»
«Ok» rispondo con nostalgia. Quanto tempo gli servirà? Minuti? Ore? Giorni? Non sono capace di pensare alla mia vita senza di lui per dei giorni, figuriamoci ad andare avanti con l'elenco. Torna nella sua cella triste.
Dopo qualche ora ci arriva il pranzo e io divido quel che ho con Chuck e Cam, che però rifiuta. È turbato e questo è palese ma detesto essere stata io a ridurlo così. Sospiro facendo gli occhi al cielo e scuotendo la testa, poi sorseggio un po' di succo di fragola e rimetto il vassoio vicino alla porta della cella.
«Ragazza, psst, hey principessina...» mmmm Chuck, stavo dormendo uffa perché mi ha svegliata?
Cam sorride ma Chuck mi guarda e basta...devo averlo pensato, ma se Cam lo ha sentito vuol dire che siamo legati lo stesso, legati ancora.
«Mmmm che c'è?»
«È sempre scorbutica quando si sveglia.» dice Cam in tono gentile.
«Non è vero» ok forse si.
«Ti sconsiglio di guardare e di farti chiudere la cella perché fra poco apriranno la mia e le loro, sarà un putiferio. Te lo posso assicurare non è un bello spettacolo, nemmeno per te ragazzo!»
«Io...ma...ehm ok»
Quando la guardia si avvicina gli chiedo di chiudermi la gabbia ma mi ignora e chiude solo quella di Cameron, lui mi guarda e io ricambio, non so nemmeno io perché non mi ci chiude dentro.
«Non la ragazza. Lei è giovane non ha fatto nulla per meritarlo.» implora Chuck.
«Ordini del capo» dice la guardia.
Ok, mi sto spaventando, anche se mi succhiassero il sangue non morirei ma sentirei molto dolore ed è quello che vuole mio padre, l'ho umiliato davanti ai suoi schiavetti, vuole farmela pagare.
Le gabbie si aprono e vedo un'orda di non-morti affamati precipitarsi verso Chuck, lui però se ne sta zitto anche quando iniziano a morderlo, probabilmente ha imparato che gridare non serve a nulla. Uno spiffero leggero, provocato dagli stessi mostri, fa aprire leggermente la porta della mia cella che emette un cigolio ben udibile e questi si precipitano all'interno, verso di me. Indietreggio, anche se riuscissi ad uscire dalla cella sarebbero lo stesso ovunque, uno di loro sussurra qualcosa come "sarai la mia cena".
Il primo si avvicina, mi strappa i pantaloni e morde la coscia. Fa malissimo, sento una fitta fortissima, come se mi stessero amputando una gamba. Grido quando anche gli altri mi si fiondano addosso, braccia, addome, gambe e persino mani sono in preda ad assassini spietati. Cercare di divincolarmi mi provocherebbe solo più dolore. Cerco gli occhi di Cam e dopo averli trovati capisco che sta soffrendo anche lui a vedermi gridare e contorcere perciò smetto di gridare mordendomi il labbro. Cerco anche di criptare i miei pensieri ma è inutile, non riesco a concentrarmi. Vedo che i suoi occhi si infuocano e le vene gli si vedono anche sul viso. Con forza rompe le sbarre della sua cella per cercare di entrare nella mia e trionfa nell'impresa. Inizio a sentirmi girare veemente la testa, ho una palpabile sensazione di sonno, mi sento la testa molto pesante.
NON CHIUDERE GLI OCCHI MEREL!
Vedo che i tipi si staccano dal mio corpo però continuo lo stesso a gocciolare sangue ovunque, ne perdo soverchiamente e il dolore è insopportabile. Dopo che li ha allontanati tutti Cam mi si inginocchia di fianco prendendomi la testa sulle sue ginocchia per sorreggerla. Mi sistema le gambe in modo da far circolare più sangue, anche se a mio parere dovrebbe fare il contrario.
«Ora ti darò il mio veleno così guarirai in fretta. Più riesci a rimanere sveglia meglio è, puoi abbandonarti ma se rimani conscia il veleno entrerà prima in circolazione, in ogni caso poggia le gambe saldamente contro il muro, anche se svieni circolerà comunque il sangue ed anche il veleno.» obbedisco fin quando non perdo i sensi.

Un amore paranormaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora